Passannante ripercorre le vicende del cuoco anarchico che attentò alla vita di Umberto I con un coltellino. Un attentato dimostrativo che ebbe come risultato una pena ancor più dimostrativa. Condannato a morte, distrutta la casa, rinchiuse in manicomio la madre e la sorella, Passannante si vide poi commutare suo malgrado la pena in carcere a vita da scontare in una minuscola e buia cella sotto il livello del mare. In seguito, su interessamento di un parlamentare, da quella cella venne tirata fuori una larva d'uomo. Cieco e fuori di testa, venne rinchiuso in manicomio, dove morì poco dopo. La sua testa mozzata venne richiesta dal Lombroso, che isolò cervello e cranio per i suoi studi. Esposti poi al Museo Criminale di Roma, i resti di Passannante troveranno riposo nel paese natale, Savoia di Lucania, solo nel 2007 per il lungo e caparbio interessamento di tre idealisti, tre semplici cittadini che hanno incalzato per anni ben quattro ministri dell'interno, fino ad ottenere – contro la stessa volontà del sindaco – la sepoltura di quei miseri resti, e di questa straordinaria vicenda racconta anche il film.
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