gomorra - stagione 2 regia di Stefano Sollima, Claudio Cupellini, Francesca Comencini, Claudio Giovannesi Italia 2016
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Serie TVgomorra - stagione 2 (2016)

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locandina del film GOMORRA - STAGIONE 2

Titolo Originale: GOMORRA - STAGIONE 2

RegiaStefano Sollima, Claudio Cupellini, Francesca Comencini, Claudio Giovannesi

InterpretiMarco D'Amore, Fortunato Cerlino, Salvatore Esposito, Marco Palvetti, Cristiana Dell'Anna, Cristina Donadio

Durata: h 0.55
NazionalitàItalia 2016
Generedrammatico
Stagioni: 4
Prima TV nel Maggio 2016

•  Altri film di Stefano Sollima
•  Altri film di Claudio Cupellini
•  Altri film di Francesca Comencini
•  Altri film di Claudio Giovannesi

Trama del film Gomorra - stagione 2

Don Pietro è stato liberato dal furgone della polizia durante il trasferimento e Ciro, dopo aver stretto l'alleanza con Salvatore Conte, mette al sicuro Deborah e la figlia Maria Rita dalla vendetta imminente dei Savastano.

Film collegati a GOMORRA - STAGIONE 2

 •  GOMORRA - STAGIONE 1, 2014
 •  GOMORRA - STAGIONE 3, 2017
 •  GOMORRA - STAGIONE 4, 2019

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Voto Visitatori:   7,78 / 10 (23 voti)7,78Grafico
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Voti e commenti su Gomorra - stagione 2, 23 opinioni inserite

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fabio57  @  20/07/2016 10:57:09
   7 / 10
Parlare di Gomorra e dei suoi epigoni è operazione oziosa e sterile. Già commentando la prima serie, avevo espresso tante perplessità. Il recensore Joker 1926 ha fatto una disamina puntuale e minuziosa di tutti i personaggi. Il punto è che abbiamo ormai fatto una scorpacciata di questa saga e sguazzare sempre nell'orrore che ci viene raccontato, senza mezze misure e termini, ma con dovizia di particolari agghiaccianti, fa soltanto male. L'impressione è che la missione pedagogica e sociale, che aveva ispirato l'originaria storia, ha lasciato il posto ad un sensazionalismo violento, fine a se stesso. L'operazione è efficace sul piano commerciale, si cattura l'attenzione di un numero sempre più elevato di spettatori, che assistono ad un notevole esercizio di stile, ma inerte su quello artistico.Sarebbe opportuno evitare la terza serie, la quarta e via dicendo, come successe a suo tempo per "La Piovra"

3 risposte al commento
Ultima risposta 24/07/2016 17.22.20
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JOKER1926  @  19/07/2016 21:34:29
   7½ / 10
A distanza di alcuni anni dal discutibile film di Garrone, "Gomorra", nacque, per esigenze televisive e di intrattenimento, la serie, che talaltro prese lo stesso nome della prima produzione di Garrone.

"Gomorra" la serie partì su sky nel 2014, fu un inizio criticato da varie persone, ma i risultati arrivarono. Le fondamenta principali per l'exploit mediatico furono essenzialmente quelle di aver creato una ottima sceneggiatura. I personaggi, in primis Salvatore Conte e Pietro Savastano, diventarono, in un tempo molto breve, delle divinità del popolo. Perché "Gomorra", precisiamo, non offre alcuna misera morale, la serie va a mitizzare il personaggio negativo, la cosa è lapalissiana.
Arriviamo dunque a parlare, finalmente, di questa seconda serie, dopo due anni lo spettatore ritorna a segnare sul calendario il giorno e l'ora del "sacro" evento, "Gomorra" è ammaliante ed avvolgente: attrae e devasta. Processo meccanico ed inesorabile.

"Gomorra 2" quindi riparte da dove aveva lasciato tutti; Genny è ancora (miracolosamente) vivo, Ciro di Marzio è a Napoli e fa a sportellate, per governare le piazze, con Salvatore Conte ritornato nella sua Napoli, da lontano Pietro Savastano medita un ritorno a fari spenti.
Lo spaccato (la storia) ha nel suo ventre ogni spunto per poter interessare e dunque intrattenere (doverosamente) il pubblico; la storia quasi è affogata da una sceneggiatura imperiosa che basta, da sola, e manda in estasi la massa. Non manca nulla, dalla violenza alla mastodontica scannerizzazione mentale dei protagonisti.

La grande differenza con la prima serie è che nella seconda traspare più irruenza e l'azione (con uccisioni sanguinarie) non ha freni e non vive alcuna forma di riposo. Il primo troncone della serie, nel 2014, mostrava più tatticismi criminali, "Gomorra 2" è un assedio, fra illusioni e morte.

L'epicentro del successo di "Gomorra 2 " risiede, sostanzialmente, in quei personaggi "epici". Questi attraverso dialoghi e profili comportamentali esaltati e trasgressivi colpiscono ed inebriano (ahimè) una grossa fetta di spettatori, specie i più piccoli. Ecco il rovescio della medaglia, Saviano dopo tanti anni sembra voler giocare di sponda sul sistema camorra, non più la sola denuncia, è in atto un mero processo di illustrazione, più o meno infervorato e cinematografico, ma non troppo lontano da una triste realtà.

Dunque fra i personaggi più importanti, a nostro avviso, emergono i seguenti.

SCIANEL

Personaggio femminile che sostituisce, in senso filosofico, donna Imma. Scianel è un'icona impressionante, incarna il male e tutto quel cinismo di un personaggio un po' anomalo in un recinto criminoso fatto, quasi sempre, da soli uomini. Scianel, appunto, appare come enclave, una sorta di vero outsider, fra potenza e lussuria. La sigaretta sempre a portata di mano e le partite a carte formano in modo terminale il profilo di una donna consumata dalla brama di successo e da una usura di animo perpetua ed incancellabile.

SALVATORE CONTE

Quella dello "spagnolo" Conte, nella prima serie, fu l'icona dominante del disegno. Nella seconda serie tale personaggio subisce un processo di "umanizzazione", scema pesantemente quell'alone di mitologia di Salvatore Conte. Il boss di Napoli diventa preda di un gioco imprevedibile, con tanto di giochi amorosi assai improbabili, a nostro giudizio, troppo fuori luogo. La presenza di Conte nella seconda serie è troppo breve, nonostante sia molta intensa. Resta sicuramente, quella di Salvatore Conte, una delle migliori trovate dell'intero prodotto cinematografico "Gomorra".

MALAMMORE

Braccio destro di Don Pietro, Malammore è in modo sicuro, il migliore protagonista della seconda serie. Forse è la personalità che più si avvicina al concetto reale di criminalità. Non è il capo assoluto, gioca di sponda e gioca sul filo di un rischio estremo, ossia gioca ogni giorno, più degli altri, sull'asse mortale della criminalità. Rimette al centro del progetto di comando il suo uomo. Malammore è un servo leale, aggressivo e senza troppi ricami "estetici", "Malammore" è la pancia e i nervi della macchina infernale.
Per tutte queste ragioni resta, secondo noi, il vero ed incontrastato uomo di camorra, quello che più si unisce ai veri fautori del crimine organizzato.

DON PIETRO E PATRIZIA

Parlare del primo è mero esercizio di stile, Don Pietro non ha bisogno di elaborate presentazioni, resta il protagonista. Poco da dire, prestazioni sempre drammatiche e tirate, Don Pietro non ride mai. Lavora a fari spenti e risulta essere la classica icona del comandante, fra violenza e mandati bellici.
Invece, la vera sorpresa, è Patrizia. Attrice bravissima nella parte della sentinella, nelle ultime puntate emerge ancora meglio. Icona non usuale in "Gomorra, è una sorta di spia sovietica.

Questi elencati, per noi, restano i veri e le migliori icone del disegno. Ci sarebbero altri da ricordare, forse il Principe, il Nano e o' Track ma sono figure e pedine che svolgono il loro compitino, non toccano momenti catartici. Sono pilastri secondari di questa grandiosa sceneggiatura.

Non vogliamo esser impopolari, ma non nutriamo grosse simpatie per quanto concerne il duo di ragazzini quali Ciro di Marzio e Genny. Questi due sono figli di particolari esigenze televisive, troppo irreali. A stento potremmo capire Genny, figlio del Boss, che comanda per vie paterne, anche se è lo stesso Genny ad allontanarsi perentoriamente dal padre Don Pietro.

In tutto questo valzer, l'icona insulsa appare essere proprio quella di Ciro di Marzio. "L'immortale", nella prima serie, non era altro che un ragazzino di Don Pietro, cinematograficamente, viene issato a figura di massimo rilievo. Non convince, a livello attoriale Marco d' Amore, recitazioni costruite e dialoghi troppo artificiali. Personaggio ibrido. Resta , purtroppo, il più famoso (forse) ma è quello con meno carisma e con meno introspezione mentale.

La nostra critica, a questo punto, poggia i remi in barca. Appurata la bravura di quasi tutto il cast, appurato il magnetismo di tale prodotto, resta difficile andare a scannerizzare altro. Insomma è fotografata una deforme realtà ma "Gomorra" non ha la forza, o forse non vuole, andare oltre le triste sfumature. Manca qualsiasi raggio di sole, manca la speranza. Tutto questo alone funesto è pura benzina sul fuoco. Una macelleria di degrado, forse una luce in tutto questo marciume sarebbe servita, per umanità e per risicata ancora di salvezza.

"Gomorra" invece decide di restare un party meramente privato di sangue e regresso umano, solo questo.

5 risposte al commento
Ultima risposta 27/07/2016 13.07.26
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