La Polizia è sempre più sulle tracce di Genny, costretto da tempo a vivere in un bunker e lontano da Azzurra e dal figlio Pietro. Mentre i Levante cercano di riorganizzarsi per farlo cadere, il protagonista può fare affidamento solo su ‘O Maestrale, misterioso boss di Ponticelli. Sfuggito ad un agguato contro di lui, Genny si confronta con don Aniello, che gli rivela che Ciro è ancora vivo.
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Stagione finale di un'ottima serie italiana. Il finale giusto. Atmosfere cupe e ritmo tesissimo. Il ritorno dell'Immortale rende questi ultimi 10 episodi imperdibili.
La fine di un'epopea criminale di una delle serie più belle prodotte in Italia, insieme a Romanzo Criminale. Il racconto è certamente meno corale perchè tutto è incentrato sulla resa dei conti fra le due icone incontrastate di tutto il serial. L'Immortale con il suo ritorno si erge come una figura messianica, un castigo divino sul clan Savastano. Atmosfere cupe, resa realistica sempre su livelli di eccellenza ed un bel finale. Quello giusto.
Ultima serie veramente ben fatta ,dopo le appena sufficienti ultime due questa ti tiene incollato per tutte le 10 puntate,angoscia e ansia ne fanno da padrone e ci si immedesima nei personaggi..gomorra si può dire che e una delle migliori serie TV italiane
La fine di un'epoca (felice) per la serialità italiana. E soprattutto, una degna fine, in linea con la qualità delle stagioni precedenti. Ma andiamo con ordine: Qualche problema c'è sicuramente. Innanzitutto due episodi in meno rispetto ai soliti 12 delle stagioni precedenti. Il ritmo è fin troppo serrato e veloce e avrei sinceramente gradito quelle bellissime digressioni nella narrazione che c'erano nelle stagioni precedenti per approfondire i personaggi secondari (mi viene in mente Conte con la sua nuova fidanzata in stagione 2, oppure l'iniziazione al male di Sangueblu in stagione 3). Qui avrei molto gradito altri approfondimenti sui nuovi personaggi: donna Nunzia e Munaciello in particolar modo ma anche i novelli coniugi Macbeth, Maestrale e donna Luciana... Avrei voluto seguirli di più nel loro quotidiano. Secondo problema, molto più grave, è che proprio non riesco a comprendere il motivo della nuova e rinata rivalità tra Ciro e Genny. Si erano lasciati come fratelli su quella nave, con Giro disposto a sacrificarsi per Genny e ora proprio non capisco il tradimento. "Mi hai lasciato solo" dice Genny... Ma basta per reggere l'odio di un'intera stagione? Di buono c'è, appunto, il ritmo serrato di questo scontro e la figura di Ciro che, a Scampia e Secondigliano, risulta quasi cristologica, con i suoi adepti (Sangueblu in primis) che quasi impazzisco al cospetto di questo nuovo messia della criminalità.
Infine, ho trovato semplicemente geniale il fatto che l'immortale e il figlio del re vengano fatti fuori con quella semplicità da figure anonime e sfuggenti. Quasi non si capisce chi siano i nuovi criminali accorsi per farli fuori (in realtà, sono gli uomini di Nunzia). L'immortale muore così facilmente perché non è affatto immortale. È un uomo. E come uomo può essere ucciso e rimpiazzato con semplicità da nuovi e giovani criminali. Geniale.
Dopo la parentesi troppo divagante con le ultime stagioni, si ritorna ai livelli delle prime due. Alla fine, la terza e la quarta stagione sono servite per introdurre nuovi clan e personaggi, che sarebbero serviti come intermezzo per culminare prima o poi in quello che sarebbe stato il gran finale, come in questo caso. Tutte le puntate procedono dirette fino all'ultima, lasciandosi guardare tutte in un sospiro. Certamente alcune questioni restano aperte, ma gli autori hanno fatto la scelta più saggia, decidendo di terminare il percorso nella maniera più ovvia ed efficace possibile. Comunque, un grande plauso va fatto stavolta a Marco D'amore, che oltre ad essersi mostrato un tenace interprete, si è pure dimostrato realmente abile dietro la cinepresa
Dopo una quarta stagione deboole e statica ecco la quinta e ultima che sin da subito colpisce per cinismo , violenza e che finalmente non si perde in parallelismi ma riduce tutta la questione alla resa dei conti tra Gennaro e Ciro . Cupa e molto ben diretta , coerente e a tratti anche emotivamente coinvolgente (cosa che in passato non sempre era successa). Peccato che verso la fine sia piuttosto intuibile , per il resto top.
La serie italiana che più mi ha appassionato insieme a "Romanzo Criminale", superfluo dire che il tema che riesce di più nel nostro paese è quello che tratta di organizzazioni criminali e traffico di stupefacenti. La mafia, la camorra e altro purtroppo sono parte integrante della nostra storia ed in tv ed al cinema siamo competitivi a livello mondiale, magra consolazione ma è così... Dal best seller di Roberto Saviano che da solo lo spunto iniziale, arriviamo alla conclusione della storia di Genny Savastano e Ciro Di Marzio "L'Immortale", un epilogo che saggiamente sarà gradito ai fans della serie, niente ulteriori colpi di scena, un ultimo colpo di pistola che chiude definitivamente la vicenda. Dopo una quarta stagione che senza Marco D'Amore aveva stentato a decollare, l'ultima riporta in auge "Gomorra" accompagnata dalle musiche dei Mokadelic rendendo immortali non solo Ciro ma tutti gli altri protagonisti. Nessuno è buono, commettono atti orribili ma uando vengono uccisi quasi dispiace ed è questa la magia di "Gomorra".
Voto 10. Con Gomorra si chiude un'era per quanto riguarda le serie tv (non solo italiane). Molto molto difficile fare di meglio. Gomorra sfrutta il mezzo cinematografico ai massimi livelli. Impianto scenico stra-ordinario: guardare qualcos'altro subito dopo Gomorra farà sembrare quell'altro prodotto il commissario Rex. La carica emotiva delle scene di Gomorra è impressionante.
Tutti ricorderemo "Doomed to live" dei Mokadelic, tutti ricorderemo Salvatore Conte, così come la magnifica fotografia, di cui hanno chiesto anche negli USA, patria di cinema e serie tv.
Alla oggettiva bellezza estetica aggiungiamo pure la capacità di chiudere con un finale superlativo:
vissuto al cardiopalma, eppure allo stesso tempo -volutamente- scialbo. Per ricordare che l'Immortale apparentemente osannato fino a due puntate fa è...pensate un po'? Un essere umano, uno dei miliardi di esseri umani che passano qualche anno su questa terra.
Il personaggio più figo della serie...è uno stupido come gli altri. Un altro incastrato e ingannato da un complicatissimo gioco folle, che tutti vogliono vincere (ma la vittoria non si raggiunge, è tutto sfumato e fittizio e volatile, come le borse di soldi che si vedono passare dalle mani per tutta la serie), e da cui tutti vogliono scappare il prima possibile. Tutti i personaggi hanno relazioni, a quelle sono attaccati, e sono quelle che li fanno stare bene: ogni personaggio passa la vita promettendo all'amato/a che questo inferno finirà il prima possibile; dopodiché vivranno finalmente una vita felice. Nonostante ciò, continuano a stare dentro quella follia. Ciro dalla prima all'ultima puntata vive giorno per giorno di ansie, dolori, perdite, depressione, incaxxature, solitudine, tormenti, incubi, pianti, sofferenze. E dire che è il più intelligente della banda.
Una chiusura degna della serie, che per certi versi mi ha ricordato la chiusura de I Soprano. Un finale che non cerca la spettacolarizzazione, e proprio per questo diviene spettacolare.
Complimenti agli autori. Questo può tranquillamente considerarsi il lavoro di una vita.
Si torna a Napoli e si torna su alti livelli, il DNA di Gomorra è questo, dopo una quarta stagione un po' fiacca che mostrava il Genny imprenditore internazionale, questa quinta serie ritrova anche Ciro per decidere chi sarà l'erede dei Savastano!