Vivere a Barbie Land significa essere perfetti in un luogo perfetto. A meno che tu non stia attraversando una crisi esistenziale. Oppure tu sia un Ken.
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VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR: Miglior canzone originale (What was I made for? - Billie Eilish O'Connell, Finneas O'Connell)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior canzone originale (What was I made for? - Billie Eilish O'Connell, Finneas O'Connell), Miglior incasso al botteghino
Torno a commentare dopo tanti anni, non perché il film in questione meriti chissà quale analisi, piuttosto perché il successo di pubblico è tale che due domande tocca farsele, e io me le sono fatte. Mi sono chiesto perché la Warner Bros e la Mattel abbiano assoldato due nomi cult del cinema indie americano per quella che doveva essere ed è un'operina assolutamente commerciale, e mi sono chiesto fino a che punto i due abbiano avuto libertà espressiva, dal momento che il film è indubbiamente pretenzioso nel porsi come importante ed imponente riflessione culturale e sociologica. Le risposte sono scontate, probabilmente perché viviamo in un'epoca scontata, così come è scontato il film. Che è colorato, danzerino, buffo, moderatamente divertente e tratta il suo pubblico come un idiota che ha bisogno che ogni cosa gli venga spiegata tre volte, sempre a parole e mai con i fatti. Corto circuito tra parola e azione che equivale alla morte del cinema a parte, direi anche che l'accostamento tra la bambola più famosa del mondo e l'incubo del patriarcato sia una bella idea di fondo. Peccato che la legge del marketing abbia mozzato quella che poteva essere una bella pagina di cinema indipendente. E, rimanendo all'abc della scrittura, ogni forma di antagonismo è puramente causale (vedasi il pietoso personaggio di Ferrell e compagnia). Su tutto si staglia la presenza scenica carismatica e radiosa di Margot Robbie, attrice sempre più amabile; Gosling gioca la carta dell'autoironia ma a me è parso come sempre ingessato e mai a suo agio. Volente o nolente, è un film che segnerà questi anni.