La storia narra di una compagnia di spettacolo, guidata dal dottor Sardu, che offre ad un pubblico dal palato piuttosto ricercato, esibizioni di violenza pura e torture senza limiti.
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misoginia allo stato puro questo film di Joel M. Reed, distribuito in Italia solo dalla Troma (vhs sottotitolato in italiano della collezione "American Trash"). la storia è soltanto un pretesto x compiere le + atroci efferatezze. il dr. Sardu organizza spettacoli di tortura "simulata" nel suo "Theatre of the Macabre". un critico, presente ad uno dei suoi ultimi spettacoli, interviene definendo il suo teatro "spazzatura". Sardu lo farà rapire dal suo assistente, Ralphus, x farlo ricredere e costringerlo così a recensire positivamente il suo prossimo spettacolo, x il quale ha ingaggiato con la forza anche una bravissima ballerina, Natashia. ma dietro la sua attività si nasconde una tratta delle bianche internazionale.. la regia è praticamente nulla (quindi evito di fare commenti tecnici), la recitazione è vergognosa (le attrici sembrano provare godimento nell'essere torturate), a parte Seamus O'Brien, che si cala alla perfezione nel personaggio (sadico al massimo, preferisce più dirigere e stare a guardare, quando non è lui ad essere "torturato" in prima persona, che partecipare alle "orge"), ma il film ha scene di splatter davvero degne di nota (anche se alcune di queste vengono lasciate all'immaginazione dello spettatore) ed è, forse, uno dei film + politicamente scorretti mai realizzati: culi usati come bersagli x freccette, bocche femminili usate come orinatoi e che vengono sdentate x fellatio + "efficienti", corpi di donne a 90° a mo' di tavole da pranzo, blowjobs con teste decapitate, pezzi di ragazze valevoli come fiches x giochi da tavolo, ragazze letteralmente divise in due da cavalletti della tortura, cervelli bevuti con cannucce etc. a volte, si ha più l'impressione di aver davanti un pornazzo, ma va bene così (del resto, sesso e horror viaggiano a braccetto). nel complesso, il film non reggiungerebbe la sufficienza, anzi andrebbe bocciato con un voto non superiore al 3/4 (e sono stato buono), ma, come già detto da un altro commentatore, provo affetto x questa pellicola (la violenza qui è davvero creatività). il finale, cmq, è tutto da seguire: le schiave bianche fanno mambassa di Sardu e dei suoi e Natashia sembra preda di una specie di "Stockholm Syndrome" (un genere che andava molto in voga in quegli anni): chissà se nelle intenzioni del regista c'era quella di auspicare un ritorno alla primitività di rousseiana memoria oppure una critica al c.d. "lesbofemminismo" (ovviamente mi riferisco alla concezione politica, non ai gusti sessuali).. mah!! mmm.. che faccio?! VOTO 8!! (chiedo scusa agli amanti del vero cinema :D ) L