fantozzi va in pensione (1988)

Tra i più amari e caustici episodi fantozziani, questo capitolo sul vuoto senile è certamente il più drammatico (se di dramma si può parlare in una serie che fa del tragicomico feroce il suo marchio di fabbrica), almeno tra quelli diretti da Parenti.
Si ride di gusto ma ci si rende conto della condizione del ragioniere che nel "godersi" la sua pensione si ritrova svuotato di qualsivoglia emozione, cadendo nell'apatia totale del non poter far nulla. Come un animaletto addestrato a lavorare per tutta la vita, che una volta senza padrone si ritrova a cercarne un altro, sarà proprio l'Azienda,il Megadirettore Galattico, a fornire una soluzione finale che riscatta al contrario Fantozzi decretando il suo supremo successo/Fallimento di macchina della società, ingranaggio di una macchina che lo ha masticato e sputato e di nuovo lo rimastica senza dovergli nulla e richiedendo tutto in cambio.
è un ragionamento tutt'altro che sottinteso ma è anzi il fulcro di questo Fantozzi, che fa ridere ma si ride di meno. Forse in tal senso restano preferibili i mitici primi due capitoli, non avari di momenti malinconici ma anche crudelissimi alla stessa maniera riuscendo a far ridere il cattivissimo spettatore complice delle sventure del ragionier Ugo.
Certamente da rivalutare in positivo anche per alcuni episodi cult: le casalingue, le grotte, le pensioni scippate...