Dopo la morte della moglie, Otto, un sessantenne scorbutico e cocciuto, è costretto a lasciare il lavoro che ha svolto per quasi quarant'anni e per questo comincia a pensare di farla finita. Ogni suo tentativo di uccidersi, però, viene sventato o mandato a monte dalle intromissioni dei suoi nuovi vicini, esuberanti e chiassosi, con cui poco per volta finisce per fare amicizia.
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Forse troppo repentino nella virata morale e didascalico nel motivare il carattere e le ossessioni di Otto che tuttavia risulta credibile grazie a T Hanks che sopperisce a diverse scelte discutibili di ritmo e sceneggiatura, tra i tanti i melodrammatici flashback che appesantiscono inutilmente e una lunghissima dissolvenza finale che poteva essere risparmiata. Se si sorvola poi sulla netta distinzione tra buoni e cattivi o sull'ingenuità di un quartiere idilliaco si riesce ad apprezzare questa favola agrodolce.