persona regia di Ingmar Bergman Svezia 1966
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persona (1966)

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locandina del film PERSONA

Titolo Originale: PERSONA

RegiaIngmar Bergman

InterpretiJörgen Lindström, Margaretha Krook, Gunnar Björnstrand, Liv Ullmann, Bibi Andersson

Durata: h 1.25
NazionalitàSvezia 1966
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1966

•  Altri film di Ingmar Bergman

Trama del film Persona

Elisabeth Vogel, nota attrice, un giorno incomincia a rifiutarsi di parlare, chiudendosi in un ostinato mutismo. Le viene affiancata un'infermiera che incomincia a raccontarle la sua vita privata. Le confessioni della donna si fanno via via più intime. Ma l'attrice in una lettera svela i segreti dell'infermiera.

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Voto Visitatori:   8,75 / 10 (93 voti)8,75Grafico
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Voti e commenti su Persona, 93 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  08/02/2022 18:22:18
   8 / 10
Non è difficile capire perché ci si trova di fronte ad un capolavoro, se semplicemente si guarda questo film. Sebbene mi abbia coinvolto meno rispetto ad altri lavori di Bergman che ho avuto occasione di vedere ("Il settimo sigillo" su tutti), "Persona" è un'opera a dir poco magistrale, che funziona sotto tutti i punti di vista e riesce a proporre scene estremamente efficaci. Poco altro da aggiungere. Il mio voto avrebbe potuto essere più alto, ma ho voluto semplicemente dare il minimo sindacale che si possa dare ad un film del genere perché, come già detto, personalmente mi ha coinvolto meno rispetto ad altri.

marcogiannelli  @  07/10/2021 11:44:17
   8½ / 10
Per molti è L'Opera di Bergman. Io credo che sia il suo lavoro più di rottura, più sperimentale sicuramente, ma che non possa essere riconosciuto da tutti come la summa del suo lavoro mastodontico come, ad esempio, Il Settimo Sigillo.
Non ho mai trovato una spiegazione che soddisfacesse pienamente la mia ricerca sul film ma la somma di tutte credo che completi invece la chiave di lettura che l'autore volesse riservargli.
Io stesso ad una prima visione non ci capì nulla e tutt'ora credo di navigare in un limbo.
C'è quella sequenza iniziale così straniante, 10 minuti che ho vissuto in Eraserhead di Lynch.
C'è un lavoro incredibile di montaggio, di fotografia e di inquadrature assurdo. Tante foto che vivono anche scisse.
Ci sono esperimenti (la pellicola bruciata) visivi ma soprattutto narrativi, il ribaltamento del pov ad esempio.
E' come se fossimo lo psicologo di un personaggio che forse è in realtà solo uno.
E' un film fatto anche della recitazione di due protagoniste pazzesche.
Per l'epoca alcune sequenze, anche solo raccontate sono dei pugni allo stomaco.
E forse non lo consiglierei ad un pubblico vasto.

Filman  @  16/11/2020 15:51:21
   10 / 10
Senza esserlo, PERSONA si comporta come un thriller dell'anima sfruttando il vuoto, i silenzi, le immagini appannate, le sensazioni, i volti. Il costante binomio femminile appare in questo capolavoro qualcosa di più di una semplice confronto con annessa espiazione emotiva, spinta da un'eccesso di tristezza. Lo status psicofisico qui gioca tutte le carte del mazzo di Ingmar Bergman, un regista avanti nei decenni che per temi e per approccio, forse perché natio di un paese progressista per natura.
Non si tratta solo di un film post-moderno classico, poiché ha un ritmo a sé e una componente narrativa unica che si dispiega nei suoi infiniti significati e metafore man mano che porta avanti la sua storia, così catartica da essere surreale al principio.

Allen90  @  06/09/2016 21:18:31
   7 / 10
I temi del conflitto, del doppio, della sessualità... davvero troppo per un'ora e venticinque minuti. Da spettatore mi sono sentito coinvolto ma non condotto fino alla fine in questo viaggio attraverso tematiche scomode. Ma forse è proprio scomodo il posto che Bergman ha voluto riservare allo spettatore che si fosse approcciato al suo film.

Notevole, specialmente per i suoi anni.

Matteoxr6  @  13/02/2016 22:33:43
   5 / 10
Premetto che ho voluto leggere una ventina di commenti a caso per capacitarmi di una media così alta e soprattutto costante da parte della stragrande maggioranza degli utenti che hanno votato. Ovviamente il 95% era composto da commentatori che fanno cose e vedono gente; alcuni vengono pure ospitati spesso, per cui stendo un velo pietoso e sorvolo. Ci sono un bianco e nero molto ben curato e una tecnica ottima (1966). Il contesto è puramente metacinematografico all'interno del quale (e sotto questo aspetto mi trovo pienamente in sintonia con un utente del quale non ricordo l'alias) vige una turbante e violenta osmosi tra tesi (Alma) e antitesi (Elisabeth).

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Sul piano psichico viene rincorso il trittico Es Io e Super-io in maniera lampante durante il racconto

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. Da qui spiegato anche il lato della personalità che porta a chiudersi (al mutismo, addirittura) da parte di Elisabeth, il lato della personalità segnato e in un certo senso anche temprato dall'impatto con la realtà, con la società (ecco che la censura conscia e inconscia della volontà di abortire e del rapporto col figlio assumono una rilevanza e una spiegazione più delineate e vivide). Ho letto di come il critico Kezich abbia esaltato la chirurgia con cui Bergman ha messo in scena il suo soggetto. Pure Moravia lo mette in risalto, ma in senso negativo, in quanto dona un eccessivo segmentismo alla sceneggiatura nella sua globalità. Mi trova d'accordo (chissà come sarà contento) e aggiungo che per me questo non è Il Cinema, ma solo un esercizio sperimentale. Nessuno pretende che Bergman abbia una cultura della filosofia pratica atta a delineare attraverso una pellicola il più profondo intreccio metafisico che attanagliava Kierkegaard o Freud o Hegel: primo, perché naturalmente è una mosca al confronto (lo so, è così ovvio e banale che rimarcarlo sembra brutale, ma il fatto è che qualcuno che fa cose e vede gente se ne scorda spesso e volentieri); secondo, perché se anche fosse un maestoso filosofo con visionarie capacità di professare attraverso il cinema, un'ora e diciotto minuti scarsi di pellicola non permettono, intrinsecamente, di elaborare davvero una mole così notevole di quesiti esistenzialisti. Se il risultato è un abbozzo molto poco cinematografico e indigesto (prima di indignarti e sbraitare, rileggi la parte sul segmentismo artefatto) di un'analisi bignamesca esistenzialista che, permettetemi, non ha proprio niente di eccezionale, anzi...allora è bene segnalarlo. Ma, dunque, è lecito provare? Sì. È accettabile fallire? Ci mancherebbe, eccone la prova.

Lucignolo90  @  12/08/2014 00:16:17
   9 / 10
Stupefacente, il più sperimentale di Bergman. Comunque ennesimo suo capolavoro

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  21/03/2014 22:43:31
   7½ / 10
Uno dei film più complessi che abbia mai visto. Secondo me il tema dominante è la miseria della condizione umana. Attrici stupende.

massapucci  @  28/12/2013 17:44:38
   9 / 10
Ottimo film, lo consiglio. Secondo me lo si può definire un classico: anche più visioni non ne esauriscono i significati. Se dovessi scegliere un tema fra quelli che caratterizzano la pellicola, direi: l'amore. Ma, forse proprio perché parla d'amore, il film parla di tutto...!
(Mentre respingo l'interpretazione che vuole l'omosessualità come tematica fondante di questa storia; secondo me, infatti, il discorso sull'omosessualità e marginale, se non del tutto assente).

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Ultima risposta 28/12/2013 18.06.26
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7219415  @  15/08/2013 11:36:27
   6½ / 10
Faccio proprio fatica a digerire i Bergman

Badu D. Lynch  @  29/04/2013 00:33:00
   9½ / 10
Persona è lo scambio d'identità tra il cinema e lo spettatore, tra la finzione e la realtà. "Essere o sembrare di essere, questo è il problema". La maschera fa parte del volto, non potrebbe esistere senza di esso, ed entrambi sono componenti dello stesso corpo, dello stesso spirito e dello stesso vuoto. La maschera è una copertura essenziale, quasi mistica, per allontanarci dal male quotidiano, o più semplicemente da ciò che ci spaventa ; è un muro coriaceo ma non impenetrabile, che aspetta solamente la PERSONA giusta che possa abbatterlo, un altro Io. Ma non si parla di una differente metà, dell'anima gemella o di una diversa identità : è semplicemente quella parte di noi che che vediamo riflessa nello specchio, che sia essa finta realtà o reale finzione. Persona è il riflesso del cinema sul cinema : è l'urlo di Bergman che sbatte nelle pareti dell'arte, così da diventare eco infinito, o forse ego infinito. Un incipit stratosferico ed emblematico, che presagisce morte e caos - i quali aleggeranno continuamente nella mente delle due protagoniste. Il lungometraggio è l'inafferrabilità di una persona(lità) in continuo mutamento, è la trasfigurazione cinematografica della stabilità esistenziale. Un film imprescindibile e visionario in cui, soprattutto nell'incipit, è presente del simbolismo alienante che, tra le varie rappresentazioni oniriche, esibisce delle immagini di morte - motivo scatenante che sconvolgerà Elizabeth.

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Ultima risposta 28/12/2013 18.11.02
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Ciaby  @  25/02/2013 18:54:05
   10 / 10
Diciamo che è un grande film, di quelli irrinunciabili. Al di là del fattore estetico/sperimentale/espressivo, che è il perno del film ed è qualcosa di straordinario e rivoluzionario anche oggi, la trama non è la cosa più rilevante (anche se è comunque affascinante Sconvolgente è il modo in cui Bergman racconta, i temi, lo scambio d'identità, il senso di colpa, le cose incancellabili.

Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  24/01/2013 20:12:50
   9½ / 10
Una visione sconvolgente per forza evocativa di una regia che alterna momenti ultra-stilizzati, con primi piani e lunghi dialoghi introspettivi, a fughe quasi sperimentali con visioni subliminali, la pellicola che brucia e la decomposizione dell'immagine.

Allora sperimentale, oggi ancora altamente suggestivo per come racconta la simbiosi-attrazione di due donne, allestendo con i temi del doppio, della disperazione e della colpa. La maschera interiore e la maschera dell'attore; ed è proprio l'arte (come e meglio che nel "Settimo sigillo") ad essere co-protagonista dell'analisi bergmaniana.

Modernissimo e con una fotografia bellissima e contrastata.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  05/03/2012 20:11:56
   9½ / 10
Il rapporto tra le due donne (pansessuale, simbiotico, morboso) è come se riflettesse i conflitti stessi del cinema di Bergman. Da una parte c'è l'ansia del comunicare (un'infermiera inesperta) dall'altra l'ostinazione al silenzio (un'attrice che ha smesso di proposito di parlare). Ma la seconda domina la prima, così come in "Persona" l'immagine prevale sulla parola, o nello stesso modo in cui l'amore dell'infermiera è attratto verso la bellezza senza voce della sua paziente e ne diventa preda. I discorsi si perdono nel flusso delle atmosfere astratte e delle sovrapposizioni sensuali dei volti, intanto che le coscienze delle protagoniste insistono con lo scavarsi a vicenda nel fondo dei loro drammi interiori.

Il Bergman vampiresco si affaccia dallo sguardo di Elisabeth che invita le confessioni di Alma, un fondersi quasi sadico delle diverse nevrosi, due idiomi incomunicanti che danno origine a quello inintelligibile di una malattia comune, perversa nel suo desiderio d'isolarsi a indagare se stessa. Il passato non è più né conforto né mero rimorso (un posto delle fragole) ma origine di traumi inguaribili; all'angoscia della morte si aggiunge ora quella del concepimento; l'arte stessa rinuncia a esprimere significati, pervenendo così a un inedito surrealismo e al metacinema. Nel suo febbrile intento di guarire e penetrare la parola si è trasformata in uno strumento di reciproca tortura.

Le immagini della guerra e il rogo del bonzo (la pellicola stessa che brucia) si offrono da sfondo al pessimismo esistenziale. Lo scenario della spiaggia si presenta invece come vuota metafora: un eterno confine senza orizzonte, il luogo in cui il viaggio simbolico del regista è approdato.

L'isola bergmaniana si è già ridotta a due entità che si annientano in una.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  22/12/2011 01:01:19
   8½ / 10
Raramente mi sono sentito tanto angosciato e sconvolto nel vedere un film. Credeteci quando leggete paroloni come "esperienze", perché questo film di Bergman più di molti altri è durissimo da digerire ma anche frutto di una sperimentazione ardita e innovativa, non sterile e fine a sé stessa.
Un cinema che va oltre l'immagine e la frantuma, da vedere e rivedere (magari con calma, cosa non facile nell'immediato) per tentare di sviscerarne tutti i piani di lettura che entrano a fondo dell'animo umano col rischio di non uscirne più.
Davvero un Bergman eccezionale, un pezzo d'Arte dilaniante come un vetro appuntito nella pancia.
Ho gradito di più Il Silenzio, ma soltanto perché è più accessibile. Questo è un oggetto a sé che prima o poi si deve vedere nella vita se dite di amare il cinema, che piaccia o no.

cultmovie  @  15/12/2011 07:18:48
   9½ / 10
Uno dei capolavori di bergman, lo metto al pari di Fanny e Alexander, film superbo.

Oskarsson88  @  17/11/2011 11:47:50
   7½ / 10
Film complesso ed enigmatico, faticoso da interpretare, con dialoghi importanti e ben curati. Probabilmente andrebbe rivisto più volte...

Lory_noir  @  14/11/2011 16:47:12
   5 / 10
Ho apprezzato l'idea iniziale ma il mondo in cui è risolta nel film mi ha confuso e non mi ha fatto recepire un messaggio chiaro. Questo non mi permettere di apprezzare il film.

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Ultima risposta 15/12/2011 12.42.18
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lupin 3  @  03/08/2011 14:55:00
   5½ / 10
Film valido ma che non rientra nei miei gusti.
Quasi sufficiente!

sweetyy  @  16/07/2011 15:01:29
   8½ / 10
"Persona" non è un film, ma un'esperienza... io credo che nessuno possa rimanere indifferente a un'opera simile. Un dramma psicologico come pochi (anzi penso che così non se ne siano mai visti fino ad oggi) .

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  01/06/2011 14:32:20
   9½ / 10
Di Bergman non ho visto molto, eppure ho la netta sensazione che per me non vi sarà più un altro film come questo. Indisponente come ogni vero capolavoro, non si può che odiarlo visceralmente per la crudele presunzione con cui piccona il nostro sovramondo di illusioni e di verità inventate. E' una creazione partorita per necessità, quasi un collasso involontario, uno slancio d'egoismo e solo accidentalmente un dono umano. "Persona" è la trasfigurazione più credibile della mente umana.

Laisa  @  23/04/2011 03:47:30
   8½ / 10
bellissima Liv Ullmann, nel film che ha conquistato il cuore di Ingmar Bergman,

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  24/12/2010 17:10:36
   10 / 10
"Persona" è il più bel film "noioso" che abbia mai visto, uno dei "mattoni" più sublimi che siano mai stati girati. Bergman riesce sempre a sorprendermi. Tutte le volte crea con gli stessi temi qualcosa di completamente nuovo e affascinante. La riflessione sull'esistenza, sul senso della vita, su come viene gestita e amministrata, la natura dei rapporti interpersonali, assumono anche stavolta un aspetto intrigante, potente. Penetrano nell'animo lasciando un'impronta indelebile. E' un film che non si scorda.
Il nuovo mezzo stilistico che Bergman utilizza stavolta è quello dell'astrazione. E' un mezzo molto difficile da usare ma molto potente. Permette infatti di "impacchettare" migliaia di significati, sfumature, implicazioni, emozioni e sentimenti in una serie di immagini "depurate" da qualsiasi implicazione contingente o di logica spicciola. Il difetto è l'indeterminatezza (le conclusioni pratiche sono lasciate alla sensibilità individuale dello spettatore), il pregio è l'universalità (essere slegati dal contingente e dallo storico permette di comunicare ugualmente a tutti gli uomini e in tutte le epoche).
L'astrazione è raggiunta tramite la sottrazione e la focalizzazione, nonché con l'uso dell'implicazione simbolica dell'immagine. La prima variante è stata portata alla perfezione da Dreyer, la seconda da Bunuel. "Persona" è infatti il film di Bergman che più si avvicina al cinema di Dreyer e di Bunuel.
Il film ci regala davvero delle sequenze di un particolare fascino e suggestione. C'è come una specie di sospensione emotiva che tiene sempre sulle spine lo spettatore e carica di significato e emotività ogni centimetro dello schermo. I primi piani, le carrellate, gli stacchi, i paesaggi, le inquadrature insistite di un personaggio a cogliere tutte le sfumature e le reazioni emotive mentre l'altro parla, sono tutti gioielli filmici di prima qualità. Addirittura l'esperimento della ripetizione della stessa scena, vista da due punti di vista diversi, riesce a sorprendere, a coinvolgere emotivamente lo spettatore, nonostante il rifiuto estetico dell'iterazione nell'immagine cinematografica.
Più Bergman approfondisce la ricerca e più si allontana la certezza e la risposta. Si prospetta un nuovo silenzio dopo quello di Dio, cioè quello dell'animo umano. Perché la signora Vogler ha deciso di abbandonare il palcoscenico della vita attiva e vissuta? Quali esperienze l'hanno determinata? Non si sa, non si saprà. La "ragione" di fronte a questo mistero s'interroga, si pone fiduciosa sullo stesso piano, cerca di forzare il blocco ma finisce per essere distrutta dal suo stesso gioco e mostrare tutti i suoi limiti e le sue debolezze. Questo tipo di approccio è simboleggiato da Alma, attiva, ottimista, fiduciosa. Il suo smarrimento finale è un coraggioso attestato di sconfitta e di presa d'atto di una situazione senza via di uscita. Significativa è la parola con cui si conclude il film: "nulla".
Quest'opera affronta poi tantissimi altri temi: la natura dell'amore, la sua imperfezione, la crudeltà dell'arte che si ciba dei dolori dell'umanità e ne fa spettacolo e piacere estetico.
"Persona" è il culmine del cinema esistenzialista e allo stesso tempo fa intuire i segni della sua futura decadenza. Il discorso esistenzialista a questo punto è in un vicolo cieco. Ha appurato che conoscere, approndire, sviscerare non porta a risolvere, a migliorare, a cambiare. A questo punto conoscere intellettualmente ed esteticamente non può che diventare un esercizio fine a se stesso. "Persona" è fresco, compatto (dura appena 80 minuti). I film in questo stile che seguiranno saranno più lunghi, più insistiti, gireranno sempre più a vuoto sugli stessi argomenti. Non rimarrà altro di nuovo che contemplare il dolore e rifugiarsi nella nostalgia. L'astrazione si occuperà in futuro di certificare l'inutilità assoluta della conoscenza e il trionfo del vuoto e della morte.
Per quelli che sentono questi temi come brucianti ed essenziali, "Persona" è IL capolavoro, per gli altri è assolutamente e legittimamente un film pesante, noioso, lento, insensato.
Io sono rimasto folgorato. Insieme a "Sussurri e Grida" e "Il settimo sigillo" sono delle esperienze che mi porterò sempre dietro fino al mio abbandono di questo palcoscenico.

Mothbat  @  15/11/2010 23:24:58
   6 / 10
Pesantuccio. Esclusivamente per chi volesse crogiolarsi in questioni filosofiche poco stimolanti.

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  15/11/2010 21:04:56
   7 / 10
Come avvenne per molte pellicole europee degli anni '60, "Persona" fu considerato dalla critica un'opera oscura e ineffabile. Già dai titoli di testa il film si preannuncia come un "poema visivo". Nella densità di associazioni del montaggio iniziale si ritrovano immagini che rimandano ai temi cari a Bergman: il Dio-ragno, l'influenza cristiana, il ventre gelido e la costruzione illusoria dell'arte. Solo un consiglio: non vedetelo in lingua originale o rischiate di addormentarvi...=)=)

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Ultima risposta 01/11/2012 05.09.44
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Gogol  @  26/10/2010 19:40:46
   10 / 10
più che un film è come un viaggio introspettivo nella mente delle 2 protagoniste (che in realtà sarebbe poi la stessa "Persona" da quello che ho intuito) la scissione tra essere e apparire,fragilità e voglia di affrontare la vita,paura,dolore,rassegnazione,voglia di ricominciare...in realtà quello che sembra essere un dialogo tra le due protagoniste è soltanto un dialogo tra se e se,conscio e subconscio...istinto e ragione,perchè in fondo tutti cerchiamo di essere quello che non siamo o cerchiamo di apparire diversi un altra persona appunto,magari a causa di un trauma o di un qualcosa in particolare che ci ha segnato dentro.

Un film che ad ogni modo lascia il segno,impossibile restare indifferenti (restare indifferenti vuol dire essere senza sentimenti o troppo superficiali a mio modo di vedere)...forse dovrei vederlo di nuovo per capirne il vero significato anche se penso di aver già capito abbastanza.


CAPOLAVORO

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Ultima risposta 14/12/2011 03.39.00
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Lore.84  @  11/10/2010 19:26:26
   9½ / 10
Persona ha un'anima, non ha bisogno di nessun commento e di nessuna spiegazione.
Capolavoro di Bergman!

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  05/10/2010 15:39:39
   9 / 10
Mi è sempre molto difficile commentare un film di Bergman, questo lo è ancor di più.
Definita la sua opera più sperimentale, è senz'altro personalissima e molto complessa. Molteplici i possibili piani di lettura.
Difficilissimo giudicare, meglio osservare.

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  04/10/2010 10:21:28
   9 / 10
Due personalità distinte ma complementari si confrontano in una stanza asettica. La comunicazione diviene così l'anello di congiunzione fra due mondi opposti: quello alto-borghese dell'attrice, muta ma espressiva, e quello semplice dell'infermiera, combattiva ma confusa. Quella comunicazione che diventerà palpabile come se fosse la vera protagonista del film. Quella comunicazione impossibile in un ambiente che non sa ascoltare.

Sarà il gioco di luci e di ombre nei due volti delle protagoniste ad accompagnare quel flusso di parole che esce dalle labbra di Bibi Andersson ed entra nell'intimità di Liv Ullmann.

rob.k  @  14/09/2010 22:03:44
   5 / 10
Ottimo esercizio di stile, recitazione ai massimi livelli, peccato che tutto cio' sia fine a se stesso... All'inizio sembra esserci una trama interessante, che svanisce poi in una nuvoletta di fumo. Sono corso immediatamente a documentarmi sui presunti significati del film, e ovviamente fra discorsi sull'omosessualità (comunque trattata male...), e altre interpretazioni fantasiose, ho trovato la parola magica che mi aspettavo di trovare... ALIENAZIONE, ovvero la solita spiegazione che si vuole trovare quando in un film compaiono persone che commettono azioni apparentemente poco sensate... Un termine Jolly che va sempre bene.

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Ultima risposta 14/12/2011 03.40.33
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Dosto  @  18/08/2010 12:56:24
   9 / 10
Uno dei primi che ho visto di Bergman e tra i migliori in assoluto. La recitazione è a livelli talmente alti che dare giudizi sulle due attrici è superfluo. Alcune scene sono memorabili. Ti lascia la voglia di rivederlo.

Silver  @  26/06/2010 16:41:17
   9 / 10
Questo è il cinema che, forse, mai più rivedremo.

Jh0n_Fr0m_Br0nx  @  11/05/2010 17:54:11
   8½ / 10
Il genio di Ingmar Bergman è veramente unico come è dimostrato da questa pellicola.
Film espressivo girato in Svezia che vede narrare una situazione alquanto particolare che si svolge tra un'infermiera e una famosa attrice chiusa in un quasi ostinato mutismo. Durante tutta la durata dei film si possono vedere una serie di emozioni umane differenti le une dalle altre e come esse possano scatenare delle reazioni talvolta anche inaspettate. Nota particolare è la strana e a volte inquietante cornice che il regista ha voluto per questo film dove una serie di immagini si susseguono per imprimere quasi una sorta di paura, e allo stesso tempo far capire che la storia inizia e finisce da una vecchia cinepresa.
Per il resto si può richiamare la ottima tecnica scenografica e l'ottima interpretazione da parte delle due protagoniste.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  26/03/2010 11:24:05
   9 / 10
Grandissimo film, uno dei migliori del mitico Bergman, probabilmente il suo film più enigmatico e misterioso. Film superbo da vedere se già avete visto i due film più classici dello svedese: "Il settimo sigillo" e "Il posto delle fragole".
"Persona", come anche il successivo "Sussurri e Grida" non è certo un film convenzionale, quindi non è per tutti. Uno dei migliori film mai visti.

suzuki71  @  22/03/2010 09:09:30
   8½ / 10
Molto viene detto prima di me, non aggiungo nulla e voto.

uzzyubis  @  21/03/2010 10:23:22
   10 / 10
Grande pellicola uno degl'apici di Bergman! Quando l'ho visto la prima volta sono rimasto colpito (era il primo film di Bergman che vedevo) per i dialoghi l'intensità la profondità.

Libss  @  13/03/2010 13:10:41
   8 / 10
Atmosfera rarefatta e storia rarefatta in un film di grande essenzialità. Il magnifico bianco e nero di Sven Nykvist è la cornice perfetta per questa storia di doppi/volti/maschere che diventa sintesi dell'ambiguità della percezione e del senso della realtà. Interpreti grandissime.

Gabo Viola  @  08/01/2010 12:34:09
   6½ / 10
Il miglior Bergmann, ho visto Scene Da un matrimonio, fanny e alexander, il posto delle fragole e persona. Lo reputo, nel complesso, un regista sopravvalutato; troppo legato al parlato, con dissertazioni spesso spicciole, come tratte da un bignami economico di filosofia. Quello che lo ha reso grande è il genio per l'immagine, ne "il settimo sigillo si supera costruendo un film perfetto. Tra i migliori di sempre. A lui, nel filone narcolettico, preferisco di gran lunga Antonioni e Tarkowswy, trovo ad eseempio che "Persona" sia troppo fratturato, troppe dissertazioni di basso lvello, come da lavandaie che leggono Sartre o Mishima. "Il settimo sigillo" è un volo d'angelo, il resto ha i piombi alle caviglie e se e disfa solo in rari frammenti.

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Ultima risposta 16/01/2010 21.32.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  15/11/2009 22:29:42
   8½ / 10
Grande Bergman, qui i suoi simbolismi e i suoi sperimentalismi raggiungono una maturità clamorosa. Un grandioso film caratterizzato a sprazzi da lunghi silenzi eloquenti, o al contrario da dialoghi di un’intensità straordinaria. Le due attrici portano avanti da sole un racconto non certo facile, e lo fanno egregiamente. Un racconto di simbiosi, amicizia e rancori repressi, e ammetto che non ho compreso tutto, ma sicuramente lo visionerò una seconda volta. Colpisce direttamente al cuore; indimenticabile, e non lo dico tanto per dire.

Dr.Orgasmatron  @  26/09/2009 02:31:11
   8½ / 10
Commentare un film di Ingmar Bergman non è mai impresa facile. Nel caso di "Persona" però è ancor più arduo del solito, perchè una pelicol ai limiti dello sperimentale, dove tutto è filtrato attraverso un estremo pessimismo. Straordinarie le due protagoniste, Bergman lo considera il suo vertice. Io no, preferisco altre opere del regista

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  18/08/2009 14:00:07
   8½ / 10
Onirico, angosciante, spirituale e tremendamente devastante. Uno dei film più significativi di Bergman, ma anche uno dei più complicati e difficili da comprendere e seguire. Ho notato una certa similitudine con un altro mezzo capolavoro del regista svedese : "Sussurri e Grida".
"Persona" ha qualcosa in più, la pellicola trasuda sentimento, emozione e esperienza...Questa pellicola ha un'anima.

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satko  @  18/08/2009 13:49:13
   4 / 10
pesantissimo!!!

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  12/08/2009 22:08:50
   8 / 10
Un film veramente difficile da descrivere, oltre che per lo stile molto sperimentale attento più alle immagini che alla narrazione vera e propria, anche per una difficoltà personale di entrare nell'universo bergmaniano, abbastanza ostico per il sottoscritto. Nonostante questo, la messa in scena colpisce per la capacità di creare una dimensione onirica ideale per questa rappresentazione dell'inconscio umano e i suoi conflitti. Bravissime le due attrici, perfettamente complentari nei ruoli.

Tautotes  @  03/08/2009 14:23:58
   8½ / 10
Film geniale, analisi profondissima della personalità della protagonista. Ci si immerge nei meandri della psiche e Bergman, come in altri film, vi riesce magistralmente.

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  18/07/2009 21:00:53
   8 / 10
Assegnare un voto concreto a Persona di Ingmar Bergman è un'impresa al limite dell'impossibile. Innanzitutto perché siamo sul filo dello sperimentale vero e proprio, basta vedere le sequenze iniziali. E' un film che a distanza di anni mi fa ancora riflettere, non so se questo sia un bene od un male, ma è anche uno dei film che ho digerito con più difficoltà, tutto giocato sulle simmetrie, sull'assenza di dialoghi, sulle espressioni. In alcuni tratti mi sembra di rivedere l'espressività della Falconetti in La passione di Giovanna d'Arco

JOKER1926  @  19/06/2009 03:31:33
   8 / 10
Negli altari della cinematografia metafisica roboante è l' eco dottrinale e metaforico inneggiato da "Persona" opera che milita nei livelli conclusivi dell' elaborazione concettuale sprofondando di conseguenza in vie teoretiche sterminate…
Bergman confeziona un film apocalittico, avanzato e geniale avvalendosi di un cast formidabile e di una fotografia caratteristica ed estremamente "semplice" e elegante.

"Persona" è la maschera che ogni persona porta, in essa nasconde tutto, le emozioni, i dolori, le paure…

Il film delinea, seppur in modo "ambiguo" e misterioso, concetti sociali/politici come il disgusto per la guerra del Vietnam, da notare dunque il "mutismo" della protagonista, essa ha perso l'essenza della vita e dunque non ha più parole e sentimenti per un mondo marcio; il film del regista svedese potrebbe clamorosamente nascondere teorie sull'omosessualità, ma non solo…

"Persona" è un viaggio "oscuro" ove nascono pensieri di idolatria sfocianti in miseria intellettuale, il prodotto ontologico di Bergman dunque non delinea in modo "solare" i personaggi ma li avvolge in un "vortice" "nero" ove non esiste una sola personalità bensì svariate "teste" che, in modo beffardo e incredibile, rientrano in una sola persona, Bergman risulta essere quasi perfetto, infatti tutte queste teorie metafisiche sono sempre sublimate da dialoghi , da musica e sonoro da repulsioni.

"Persona" è il prototipo dell' astrale "Eraserhead", da notare, celebrare le curiose e suggestive simbologie di Bergman che "sfidano" in modo imperiale, seppur in sfere temporali inesatte, quelle del Maestro David, la partita è meraviglia allo stato integrale …

"Persona" nasconde il senso, il concetto, la paura del parto, da esso la mente cerca di "giustificare" e di "negare", in questo caso entrano in scena le ultime sequenze della pellicola…
Infatti il finale è l'esemplare rappresentazione della psicologia umana contornata da tensione e drammaticità, insomma il tutto si interseca con il vuoto creando assi impossibili e a tratti indecifrabili (ma allo stesso affascinanti…)

"Persona" è la rappresentazione cinematografica della coscienza di una persona che sotto una maschera "intreccia" paure e frustrazioni, dietro una artificiosa e prodigiosa "progettazione" del pensiero "intralciata" da complessi ed enigmatici programmi di teoria riguardo l'estetica e l' io manifesta i suoi sogni (ovvero quelli di essere una artista), i suoi "peccati" (l'amante, il figlio non voluto), le sue "voglie" (magari omosessuali) i suoi "disprezzi" (per la guerra); dissimulazione e anima (da notare il nome Alma, ovvero "anima") si sovrappongono lottando in una sfera vaga tramortendo i sensi, i canoni della logica indirizzando la pellicola nelle stazioni trionfali del concetto e della complessa e mostruosa psiche umana…

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Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  25/05/2009 14:00:42
   9½ / 10
Ci sono film che fanno male. Che straziano, strappano e graffiano. Questi film ti entrano dentro e sono così dolorosi da richiederti uno sforzo. Non si tratta solo di essere spettatore attivo, si tratta di accettare quello che il regista vuole darti, che sia anche dolore, tristezza o rabbia.
Bergman ha definito Persona come il film che gli ha salvato la vita. Forse, in tutta la sua filmografia, nessun film è stato catartico, per lui, come questo. Una catarsi però che sullo spettatore non ha effetto. Non c'è conclusione, non c'è fine, non c'è soluzione. E, in fondo, si tratta solo di maschere e di quello che c'è dietro, di un'analisi e un gioco delle parti che non si conclude come lo spettatore, fino a metà pellicola, crede (una pellicola che brucia nel bel mezzo della visione)
La fotografia è bellissima. Le due attrici impossibili. I dialoghi (o menologhi) di un'intensità narrativa incredibile. Bergman si dimostra ancora una volta criptico, sperimentale e sentimentale, ma anche disilluso. Ed, infondo, per lui il cinema è sempre stato la medicina alla vita.

Bellissimi i minuti iniziali, con sequenze al limite dello sperimentale.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  05/05/2009 20:50:41
   7½ / 10
Le sequenze iniziali onestamente disturbano un pò e abbassano il mio personale giudizio... per il resto impeccabile e da vedere!

Neu!  @  01/04/2009 08:29:28
   10 / 10
Bergman, il più grande regista di tutti i tempi. nessuno può essere paragonato a lui; nè Orson Welles, nè Kubrick o chi volete. è Bergman il più grande di tutti. forse nessun suo film, pur avendone fatti di capolavori, è al livello di "Quarto Potere" o "2001: Odissea nello Spazio" (che sono i 2 film più grandi di sempre) ma poco importa, perchè film come "Il Settimo Sigillo", "Fanny E Alexander", "Sussurri E Grida", "Il Posto Delle Fragole", o appunto "Persona", gli sono solo un gradino sotto. capolavoro assoluto del cinema mondiale. l'introduzione di questo film è fantastica; c'è davvero poco da dire, basta guardarla per rimanere impressionati; è un intuizione sovrannaturale. invece spenderei un paio di parole sulla sua influenza. in quei pochi minuti iniziali è già contenuta l'arte che Lynch porterà all'ennesima conseguenza. vogliamo poi parlare dei giochi di simmetria tra le due protagoniste? fantstico. è un film dove estetica, tecnica e trama si fondono mirabilmente. tremila le idee geniali: l'infermiera che parla al marito dell'attrice come se fosse l'attrice, e intanto c'è un primissimo piano sul viso, impassibile, di questa (che, non so a voi, ma a me ha sempre un po ricordato la morte del "Settimo Sigillo"); oppure quando l'infermiera racconta all'attrice il rapporto che la seconda aveva con il proprio bambino, e le stesse (bellissime) parole vengono ripetute due volte inquadrando prima il viso dell'una, poi dell'altra, e infine metà di una e metà dell'altra! lode a Bergman. Chapeau.

pinhead88  @  10/02/2009 16:54:31
   8 / 10
un viaggio nell'inconscio umano e nel dramma esistenziale raffigurato anche con giuste sequenze sperimentali e surreali.forse una delle opere più sperimentali del regista svedese che ricordano anche qualcosa di Lynch.si possono anche notare alcune citazioni al teatro drammatico latino.molto lineare e semplice ma allo stesso tempo molto profondo.non un film per tutti.

paolino77  @  07/02/2009 14:06:32
   8½ / 10
Difficile, complicato, a tratti veramente disturbante. Da vedere più volte per amalgamarlo al meglio

fragolina51  @  25/01/2009 20:46:50
   9 / 10
Non facile come pellicola, ma di assoluta genialità. Da vedere più volte

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  15/01/2009 14:49:58
   10 / 10
Film sconvolgente... un Bergman spietato, non concede nulla, affonda dritto nelle profondità dell'animo umano.
Film da vedere... gustare... rivedere... rigustare...

marfsime  @  04/12/2008 13:03:39
   8½ / 10
Meriterebbe 10..ma non è assolutamente un film per tutti. Di Bergman ho apprezzato di più ad esempio il settimo sigillo. Questo è un film molto ermetico..che ricorda il miglior Lynch..molto sperimentale nella sua realizzazione (vedere le scene iniziali). Sull'aspetto tecnico del commento non mi dilungo perchè direi che è stato già detto tutto nei commenti precedenti e risulterei essere ripetitivo..posso conlcudere dicendo che dare meno di 8 a un film del genere (anche se non lo si apprezza a pieno perchè lontano dai propri canoni di preferenza cinematografici) è pura follia e un insulto al cinema.

xxxgabryxxx0840  @  25/11/2008 13:20:04
   9½ / 10
Premetto che Bergman non è tra i miei registi preferiti, ma qua siamo di fronte a qualcosa di veramente unico. A partire dai disturbanti momenti onirici iniziali fino ad arrivare alla fusione dei due volti, è una pellicola di uno spessore e di una profondità unica. Interpretazioni esemplari di entrambe le protagoniste. Capolavoro senza tempo

vehuel  @  30/10/2008 10:48:24
   10 / 10
ieri l'ho visto per la 1 volta, e sono rimasto sbalordito dalla bellezza e la profondità di questo film, una vera opera d'arte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  22/08/2008 09:50:31
   9 / 10
Lavoro estremo ed affascinante nella sua compessità,”Persona” è un film dalle molte chiavi di lettura,non tutte facilmente interpretabili o deducibili,ma capace di lasciare il segno stordendo e seducendo lo spettatore,mediante un racconto allucinato e contorto sul quale è doveroso soffermarsi a ragionare.
La vicenda narra del rapporto che si viene ad instaurare tra due donne,interpretate magistralmente da Bibi Andersson e Liv Ulmann.La prima, è un’attrice colpita da mutismo, la seconda un’infermiera loquace e piuttosto semplice nei modi di fare.Dal loro primo incontro in ospedale che proseguirà poi sulle spiagge deserte di un luogo marittimo,inizierà a dipanarsi un rapporto dapprima basato sull’amicizia poi su qualcosa di più profondo.Il mutismo di una e la parlantina dell’altra si contrapporranno in un gioco al massacro ,che diverrà insostenibile per l’infermiera,ritrovatasi soggiogata da una donna che non parla,un involucro apparentemente vuoto capace però di risucchiare le emozioni e le energie di chi gli sta accanto.
Il rifiuto al voler essere,perpetrato attraverso il non comunicare è il voler fuggire e sottrarsi,mentre il pensare di poter plasmare a proprio piacimento è l’illusione di poter possedere totalmente qualcuno.Il concedersi carnalmente,qui non mostrato ma suggerito,non sempre va a braccetto con un coinvolgimento sentimentale e mentre Alma,l’infermiera,lascerà cadere i suoi freni inibitori,Elizabeth,l’attrice,continuerà a studiarla divertita.Le protagoniste però,come sembra indicare Bergman ,si completano,sono la metà di un unico,parti mancanti e tormentate da un triste passato,capaci di sopravvivere in simbiosi quasi una fosse l’appendice naturale dell’altra.
Le due figure femminili sono ambigue tanto quanto la pellicola,in cui Bergman forse esprime la sua idea di finzione oppure di insondabilità dell’animo umano,questo utilizzando immagini e spezzoni di film apparentemente fuori contesto ed arrivando addirittura ad interrompere la proiezione per pochi secondi.
“Persona” è un viaggio a tratti anche autoreferenziale nei meandri della mente e del comportamento,un’opera che suggerisce ma non spiega ed induce a rimuginare su come si appare al mondo esterno e su ciò che si è in realtà.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  01/05/2008 12:48:06
   9½ / 10
"Persona" è un film disturbante, sia visivamente che emotivamente.
Bergman non lascia spazio al minimo sollievo, un bambino, si vedrà, non riuscirà nemmeno a coprirsi i piedi a causa delle lenzuola troppo corte.
La pellicola si concentra, ed è concentrata, dal regista, esclusivamente sull'interpretazione delle due attrici, impossibile scegliere quale sia la migliore, Bibi Andersson, istrionica a questo punto, non è mai stata così brava, Liv Ullman, che non dice una parola, non ha mai espresso così tanto con lo sguardo.
La fotografia è particolare, non riuscirei neanche a giudicarla, una fotografia che spesso annulla il senso dei secondi piani, e lascia spazio eclusivamente appunto, alla presenza scenica dei volti, ed una fotografia che con l'alto contrasto riesce a cogliere il più possibile le caratteristiche simili dei due volti, che diventa l'uno lo specchio dell'altro, in un'alchimia erotica del doppio per il legame introspettivo che lega le due protagoniste.

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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  07/04/2008 23:08:21
   9 / 10
L'incipit di "Persona" rappresenta quanto di più ardito sia stato concepito cinematograficamente, tanto da costituire idealmente il prodromo di un processo che anni più tardi porterà a compimento Lynch con la sua idea di destrutturazione del cinema ("Eraserhead" in alcuni momenti sembra quasi richiamare la sequenza iniziale di "Persona" nonchè l'atmosfera asettica di cui quest'ultima è pervasa; il rapporto tra Elizabeth e la sua infermiera ha probabilmente ispirato quello tra le due protagoniste di "Mulholland drive"; e la narrazione di una storia a metà tra il reale e la finzione rappresentata dalla pellicola che si mette in moto e che successivamente si accartoccia precorre l'idea di metacinema alla base di "Inland Empire").
"Persona" è un'opera di difficile lettura che si presta a molteplici interpretazioni, ma al cui centro si pone il dramma psicologico di un soggetto scisso tra la sua coscienza, inorriditita dagli impulsi di un'indole tutt'altro che benigna, e la sua natura. Il silenzio è lo strumento di cui si serve la coscienza di Elizabeth per annichilire ciò che ad essa appare riprovevole in virtù dei canoni tradizionali della morale. Ma i cattivi sentimenti espressione della natura umana sono più forti della riprovazione stessa e non possono essere repressi. L'infermiera diventa l'ipostatizzazione dell'indole nefanda di Elizabeth, che alla fine verrà sopraffatta da ciò che ha tentato disperatamente e vanamente di ricacciare negli angoli più reconditi della propria anima.

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Ultima risposta 07/04/2008 23.47.58
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popoviasproni  @  07/04/2008 01:22:45
   9 / 10
Confronto a due ... confronto fra conscio e subconscio ... fra comunicazione e incapacita di comunicare ... tra essere e apparire ... scissione della persona ... fusione...
Una delle fotografie + belle mai apparse sullo schermo!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  01/03/2008 19:36:39
   10 / 10
Capolavoro al 100%. Bergman da alla luce ad uno dei suoi film più riusciti e tormentati. Le interpreti sono entrambe straordinarie nel mostrarci le emozioni interiori dei loro rispettivi personaggi e come queste influenzano l'altra durante tutta la storia. Da vedere e rivedere.

flynt  @  27/02/2008 19:34:16
   10 / 10
Immagini distorte e simboliche immerse nel silenzio introducono il film. Un “fallo” appena percettibile,viscere di animale, un chiodo che penetra il palmo di una mano(il dolore)…infine un neonato…Il regista allude all’ atto della nascita e alle conseguenze che tale atto rifletterà sull’ animo della neo-madre. Il film gioca su tutta una serie di simboli e apparizioni che inducono a ricercare spiegazioni metafisiche, e a giudicare spesso irreali alcune situazioni. Questa complessità e il fatto che ogni immagine fosse carica di significato e di spunti di riflessione mi ha emozionato e affascinato. Considerando poi la datazione del film(1966) a fronte di un cosi’ minuzioso lavoro di immagini e inquadrature, non posso che rimanerne impressionato.
I volti delle due attrici e le loro espressioni,i silenzi contrapposti a monologhi , contornati da musiche e sequenze di primi piani,catturano lo spettatore e lo calano in un viaggio introspettivo. L’ epicentro della storia è l’ incontro tra le due donne, Elizabeth(paziente) e Alma (infermiera) o meglio dire è l’ evoluzione del loro rapporto,e la sovrapposizione dei personaggi che esse rappresentano.
Elizabeth,chiusa nel suo mutismo traumatico, dal suo volto lascia trasparire paure e angoscie che la mordono da dentro. Alma,infermiera alle prime armi, è disponibile e decisa a dedicarsi alla sua paziente, per rispondere ai suoi nobili obblighi morali. La donna durante i suoi monologhi con la paziente per la prima volta è puo’ liberarsi dalle sue angoscie, e dal trauma del suo aborto,che emerge dalle confidenze .In contrapposizione Elizabeth, con il suo silenzio prolungato, nasconde le sue inquietudini, solo a tratti sembra esprimersi con i suoi sguardi…è un personaggio quasi surreale. Due donne apparentemente cosi’ lontane, l’ una etichettata come malata, l’altra come sana, con lo scorrere delle scene si somigliano sempre di piu’, finiscono con lo specchiarsi l’ una nell’altra; sorge il dubbio dell’esistenza fisica di entrambe. . A mio avviso il regista ci ha mostrato invece come Alma non sia altro che una proiezione di Elizabeth, il suo tentativo di aprirsi( come ha fatto l’infermiera) ,di confessare l’ inconfessabile, di affrontare la realta’; il rifiuto di un figlio per la paura di perdere fama,successo, bellezza..di invecchiare.
Ho visto in questo film le paure e le angoscie di affrontare la vita da parte di una giovane donna, la lotta e la sovrapposizione tra INCONSCIO ( Elizabeth) e COSCIENZA (Alma?) ??? E’ questo il dubbio “amletico” che rende incredibilmente affascinante questo film e un genio Bergman.

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giax-tommy  @  03/02/2008 20:44:13
   10 / 10
Un grande film.I film di Bergman sono imparagonabili nè tra loro nè con altri.Sono ognuno una storia a parte.
A me piace la vena onirica del film,mi piacciono come le musiche riescono a tenerti allerta creando momenti di intenso pathos.e poi soprattutto amo le due attrici e amo il cinema di Bergman e quella sua capacità di farmi scervellare,di darmi solo pochi indizi,per non arrivare da nessuna parte ma semplicemente imparare a pensare e a riflettere su ciò che vivo

AKIRA KUROSAWA  @  29/11/2007 12:36:14
   9 / 10
appena visto..mamma mia.uno dei migliorifilm di bergman in assoluto anche se nn riesco a considerarlo suprioe a film come l posto delle fragole e il setitmo sigillo..
su sto film è stato praticamente detto tt agli altri utenti, belissimi i primi inuti vsionari ..capolavoro

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  20/10/2007 13:04:29
   10 / 10
Il capolavoro di Bergman. Francamente non riesco neanche a commentarlo: guardatelo e basta.

antocucs  @  10/10/2007 14:40:15
   10 / 10
Film ermetico, difficile e forse il piu' introspettivo della produzione artistica di Bergman. Capolavoro sull'incomunicabilita' dell'uomo, sulla paura di svelarsi per non cadere nella menzogna e quindi la perdita' della propria coscienza; due donne diverse a confronto, due ruoli che alla fine si sovrappongono in un unico significato. La Ulmann che smette di parlare per essere, la Andersson che parla per essere, tutte e due costrette da una sofferenza interiore e non metabolizzata e da una solitudine straziante: conseguenza dell'incapacita' di amare o del desiderio di amare troppo, contrapposto nell' intimo delle due protagoniste.
La tecnica registica e la fotografia in questo film toccano vette altissime, bellissime le immagini dei volti in ombra delle due protagoniste, la Ulmann e' semplicemente superba nella sua interpretazione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  27/09/2007 16:36:46
   9 / 10
Lo stile intimista di Bergman tocca qui uno degli apici massimi.
Uno psicodramma sullo sdoppiarsi delle personalità di due donne, un'attrice e la sua infermiera.
L'incipit del film è qualcosa di davvero geniale, ambiguo e contemporaneamente violento.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  27/09/2007 15:03:44
   9 / 10
Un bubbolio lontano...
Rosseggia l'orizzonte,
come affocato, a mare;
nero di pece, a monte,
stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un'ala di gabbiano.
(da Pascoli Myricae, Il Temporale)

Persona è un crescendo di inquietudine esistenziale, una tempesta che si carica fino a sommergere TUTTO.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  14/08/2007 09:51:27
   9 / 10
Del regista più psicanalitico della storia del cinema il film più introspettivo della storia del cinema, ricco di sperimentazioni visive e sonore, con un prologo giustamente rimasto nella memoria, con quel flusso di immagini oniriche che attraversano l'inconscio (...). Le interpretazioni della Anderson e della Ulmann manco a dirlo sono superlative, come superlativo è il titolo del film che ci introduce al discorso delle maschere, a quello che siamo costretti ad essere piuttosto che a quello che siamo, un tema insieme a quello dell'ipocrisia e della crisi dei sentimenti nella borghesia che ripercorre tutto il cinema di Bergman e del teatro nordico.
Rimarrò comunque sempre più legato ad altri film del grande regista svedese, pur riconoscendo che qui ha superato se stesso.

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Ultima risposta 17/09/2007 19.17.09
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  07/08/2007 16:25:35
   10 / 10
Un’opera sull’uomo e sulla ragione di essere e di esistere. Parlare di “Persona” è come parlare contestualmente di due mondi completamente difformi: quello interiore e quello esteriore, talmente diversi che non riescono a convivere; mondi che si oppongono tra la consapevolezza e l’incoscienza.
E’ l’esplorazione dell’animo umano e la simbiosi delle due personalità di una donna.
Soltanto grandi registi riescono a realizzare un film dove il racconto può essere creato anche senza dialogo poiché sostituito dal monologo; i personaggi che interagiscono possono essere due immagini della stessa persona e l’assenza di un argomento può essere spiegata dalla falsa malattia della protagonista che cerca un rifugio ermetico per allontanarsi dal mondo delle bugie, dalla morte, dalla verità e da se stessa.
L’artista Bergman ed il suo processo creativo mostrano una riflessione sulla creazione cinematografica e sull’illusione di “realtà” e ci danno in dono un film per riflettere; per riflettere sul film stesso ma soprattutto per riflettere sulla propria vita.
Il regista costantemente ci ricorda, attraverso le immagini, il prologo e attraverso il duello interiore delle protagoniste, che tutto è illusione, tutto è cinema; ma anche quando non è reale il cinema è alla continua ricerca della verità.

La metafora del silenzio come unica soluzione possibile è fantastica: mancanza di volontà, lasciarsi andare da una strana sinergia, non architettare false resistenze.

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Ultima risposta 22/02/2011 16.08.29
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  31/07/2007 20:55:36
   9 / 10
Fantastico film di Bergman, uno dei suoi più rappresentativi, ma forse non il migliore. Forse un po' datato, ma comunque strabiliante, e con delle sequenze geniali.
Mai stato trattato in maniera migliore il doppio; ci sono delle sequenze geniali, come i primi 10 minuti onirici e sperimentali e alcune sequenze che entrano nella memoria: i due visi che si sovrappongono, la sequenza del racconto dell'orgia, l'epilogo, e la rincorsa sulla spiaggia.

Angosciante, mai scontato e senza soluzioni, con due attrici in stato di grazia.

Beefheart  @  01/06/2007 21:12:30
   6 / 10
Dramma esistenziale, intenso e un po pesante, che racconta di un'infermiera che, per assistere una paziente totalmente apatica ed ostinatamente muta, si ritrova a parlare "da sola" per lunghi monologhi, finendo col prodigarsi in profonde auto-analisi sino a vacillare e confondere i sentimenti di amore e odio che nutre verso la sua assistita. Le due, tra alti e bassi, finzione e realtà, arrivano rispecchiarsi perdendo la reale percezione della propria identità. Molto cervellotico e complicato (a quanto pare Bergman l'ha scritto durante un ricovero ospedaliero), viaggia a ritmi bassissimi; al solito, molto ben fotografato ed interpretato dalle due attrici protagoniste Andersson e Ullman. Il tutto si risolve in lunghi, interminabili monologhi, alternati ad immagini metaforiche ed evocative: su tutte quella del film che si interrompe perchè improvvisamente la pellicola brucia. Insomma, alla fine è una faticata, nemmeno troppo giustificata, ma anche un'esperienza da provare. Assolutamente non per tutti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/03/2007 20:20:42
   9½ / 10
non si può che rimanere a bocca aperta dopo la visione di questo capolavoro!
ancora di Bergman devo vedere molto ma fin'ora questo è quello che mi ha colpito di piu'...visivamente spettacolare con immagini che non ti aspetteresti mai di vedere in un film cosi datato!
i flash iniziali, che si cominciano a capire terminata la visione,sorprendono per la loro crudezza(il concepimento della "croce" viene raccontato attraverso queste scene secondo me)...alcuni temi del film sono stati ripresi da David Lynch per il suo debutto cinematografico("ereaserhead")come il figlio nato deforme o la malattia mentale!
la regia è da 10 e lode,ci sono inquadrature eccezionali e la sequenza della "doppia" donna è realizzato benissimo!
per non parlare di tutto il resto aggiungo solo che non do il massimo dei voti perche nella parte centrale annoia un po!
ma rimane un capolavoro che deve essere assolutamente visto!

davil  @  11/01/2007 00:41:25
   10 / 10
uno dei migliori film di ogni epoca, quello che mi è piaciuto di più di Bergman. Sul film avete già detto tutto voi nei commenti precedenti, per cui non mi ripeto. Il maestro svedese sia a livello di sceneggiatura che formale - la fotografia è stupenda - tocca qui i suoi vertici più alti. I temi a lui cari dell'impossibilità della comunicazione e dell'amore, l'angoscia esistenziale, la temtica della maschera e del doppio, il "gioco psicanalitico" dell'identità tra realtà ed illusione sono espressi in un film che, se fossi una donna, amerei e mi toccherebbe ancora di più di quanto già non faccia

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Ultima risposta 08/03/2007 16.50.27
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR frine  @  16/11/2006 02:44:20
   10 / 10
Che cos'è una PERSONA?
Etimologicamente è la maschera tragica, attraverso cui si ripercuote il suono della voce dell'attore. In questo senso la "persona", la maschera, copre e dissimula quello che siamo veramente. Un comodo paravento per l'attrice Elisabeth Vogel, avvezza a fingere davanti al suo pubblico ma restia e rivelare i segreti più brucianti della sua anima.
Elisabeth è un 'uccello' (ted. 'Vogel') che ha paura di librarsi nell'aria aperta. Che Erica Jong, con 'Paura di volare', pensasse a lei?
Ma i riferimenti potrebbero essere innumerevoli e rischierebbero di distogliere l'attenzione da questo film straordinario, forse il mio preferito nella produzione di Bergman, anche se riconosco che altri sono oggettivamente più belli, o almeno più complessi.
"Persona" tende infatti alla semplificazione, proiettandoci in uno scenario isolato in cui le due protagoniste vivono il loro rapporto senza interferenze esterne (a parte lo scambio epistolare di Elisabeth con il medico, ultimo appiglio per la sua riottosa presunzione). Ma quando Elisabeth sarà smascherata dall'umile quanto determinata infermiera, per lei non ci sarà più scampo. Non più finzioni, non più capricciosi silenzi. Solo la verità.
La verità è che siamo frammenti di un unico Essere, e quando questa realtà ci travolge con la sua angosciante presenza non resta più spazio per dettagli accidentali come l'aspetto fisico, lo status sociale o l'esperienza di vita individuale. Due identità possono confrontarsi, scontrarsi, ma quando la compenetrazione è totale la dialettica si risolve in unità. Non esistono più persone, esiste solo la PERSONA.
Indimenticabile la scena della sovrapposizione dei volti delle due protagoniste. Chi delle due morirà per prima? E quando una delle due morirà, che ne sarà dell'altra?
E se una tale fusione di anime comporta una perdita, quale sarà il guadagno?

Gruppo REDAZIONE K.S.T.D.E.D.  @  28/10/2006 00:48:02
   8½ / 10
Partendo dall’incomunicabilità delle due personalità e passando per gli iniziali punti di contatto fra le stesse prima e per la presa di coscienza l’una della‘altra poi, Bergman giunge ad un doloroso confronto finale.. mettendo così in scena una descrizione della mente umana lucida e perfetta.
Doveroso è sottolineare ancora una volta quanto sublime sia la fotografia nonché il netto contrasto di luci, in questa pellicola ancor più accentuato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  20/09/2006 16:39:06
   10 / 10
sconvolgente.
fra i film più ermetici che abbia visto ma,nonostante ciò,pure uno di quelli che mi hanno più sconvolto e aperto a riflessioni delle più svariate.
il tema del doppio,il tema attuale del rifiuto della maternità,l'incomunicabilità o meglio l'illusione del comunicare...questi fra i temi trattati da bergman 40 (!!!) anni fa e con una inquietante maestria che non può che lasciare a bocca aperta.

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2 risposte al commento
Ultima risposta 16/11/2006 02.47.19
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Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  12/09/2006 14:37:25
   9 / 10
Film complesso, dalle tematiche profonde, capace di toccare questioni esistenziali ..ma senza svelarsi, senza una risposta chiara, in qui tutto rimane sospeso (tra l’inutile rincorsa alla presa di coscienza del proprio io profondo e la rappresentazione dello stesso) ..tra dolori e drammi mai rilevati, tra amori e passioni che mal si conciliano con la coscienza collettiva, con l’imposizione di una fredda teatralità (la possibilità di ricoprire più ruoli ma senza immedesimarsi in nessuno).
Persona è un’opera d’arte in movimento, ciò che dapprima colpisce sono certamente l’espressività dei volti, che, come per l’attrice Elisateth, pur celate in un angoscioso silenzio, riescono ad esprimere (come l’immagine di un quadro “la Monna Lisa” che cela dietro al quel suo sorriso enigmatico pensieri ed emozioni).. l’analisi psicoanalitica che tocca i due personaggi (l’attrice, espressione del bello e dell’ambito, tanto agognato dalla co-protagonista, e l’infermiera, che dovrebbe esprimere la sicurezza, la cura per una personalità tragicamente afflitta).
Poi la voce narrante fuori campo, la staticità delle immagini, le ambientazioni (dal freddo ospedale alla casa sul mare) e le musiche ..nel tutto poi si immergono quelle tragiche scene di guerra e i feedback che esprimono solo dolore.
Una pellicola sperimentale che, ad ogni visione, è capace di elargire nuovi spunti di riflessione e nuove emozioni, inconfondibile espressione della genialità del regista Ingmar Bergman.

quaker  @  28/05/2006 21:34:41
   10 / 10
Anzitutto la fotografia. Poi la recitazione delle due protagoniste. Quindi lo sperimentalismo, anche se tipico del periodo. La sequenza iniziale; il doppio racconto della nascita del figlio di Elisabeth; l'uso del primo piano; infine i restanti temi bergmaniani dell'angoscia esistenziale, della identità, dell'impossibilità di amare e di comunicare.
Opera assolutamnete fuori del comune, da cineteca e cineforum, piuttosto che da vedere come un "normale" film.
Dunque è per pochi, o meglio può essere pienamente apprezzata da tutti, ma solo in occasioni particolari.
Questo film esige infatti massima concentrazione da parte dello spettatore e deve essere rivisto periodicamente per essere compreso in pieno. Io l'ho visto solo oggi, per la prima volta, e confesso che, pur rimasto incantato, non ho compreso qualche scelta registica, qualche dialogo che mi è parso sovrabbondante, qualche scena superflua... però credo che, rivedendolo, ogni particolare ed ogni momento del film alla fine, come tessere di un puzzle, ritrovino il loro posto giusto e la loro giustificazione.
In definitiva è un capolavoro, ma non andate a vederlo subito, anzi aspettate il momento giusto ...

desi  @  21/05/2006 23:30:00
   8 / 10
La creatività di un genio nel prologo, la figura di un maestro nel finale, capace di regalare storie di vita come se niente fosse.
Finale epico.
Consiglio di confrontarlo in tutto e per tutto con "Mulholland dr." di Lynch, l'unico grande genio contemporaneo del cinema in grado di avvicinarsi alle opere di Ingmar Bergman.
Non per tutti....purtroppo.
Vero

1 risposta al commento
Ultima risposta 21/05/2006 23.45.23
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Diames  @  21/05/2006 14:37:36
   10 / 10
Uno dei miei film preferiti in assoluto. Per quanto mi riguarda, già solamente i titoli di testa costituiscono una delle massime vette artistiche mai raggiunte dal cinema (di Bergman e non). Insieme a "il settimo sigillo", a mio parere, il migliore di Bergman; anzi, dal punto di vista strettamente formale, il suo migliore in assoluto.

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