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Bella la fotografia, grande cast (soprattutto mikey rourke), belle donne...però... concordo con Orion: è un film sterile e a tratti con poco ritmo ma tanta violenza. per gli amanti del genere dovrebbe essere il massimo.
Vi dirò,Sin City mi ha deluso. Sorprende dal punto di vista visivo così incredibilmente uguale alle vignette del fumetto (su tutto la faccia di Marv) ma con la sceneggiatura non ci siamo proprio. Gli episodi sono troppo stringati e ripetitivi, in particolare poi quello con protagonista Dwight è veramente una boiata, a differenza degli altri due si vede lontano un miglio che lì Miller non ci ha messo naso e ha fatto tutto da solo Mister Mediocrità Rodriguez (“sono amico di Tarantino ma sono ancora più ganzo”) che ha letto il fumetto ma non ha ci ha capito granchè e si è fermato agli aspetti più fracassoni del far morire la gente ammazzata. Si poteva fare molto di più, peccato.
Ecco l'annosa questione del momento: può un fumetto essere trasposto fedelmente sul grande schermo? Secondo me no, soprattutto se con "fedelmente" si intenda una trasposizione che utilizzi e faccia sue tecniche narrative e grafiche tipiche del fumetto. Sin City è un flop e vi spiego perchè(sempre secondo il mio modesto parere). "Progettare un testo a fumetti significa tener conto di una molteplicità di aspetti: vi è il racconto che il testo esprime, vi è l'equilibrio grafico delle singole vignette e quello delle singole pagine, vi è l'equilibrio "melodico" della sequenza della vignette nella sua modulazione delle componenti, e vi è infine l'equilibrio della sequenza delle pagine. Tutti questi aspetti sono comprersenti nella progettazione:ogni scelta creativa va compiuta vagliandoli tutti, nessuno escluso.Questi aspetti non sono però solamente compresenti, ma anche tutti fortemente connessi". Queste sono parole di Daniele Barbieri, probabilmente il più grande esperto di fumetti d'Italia e autore del libro "I linguaggi del fumetto" considerato la Bibbia da tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza sull'Arte figurata, parole che ben esprimono tutto ciò che è carente, o meglio scadente, nel film di Rodriguez. Il regista nel suo tentativo di ricreare le vignette nel film trascura l'armonia tra le parti, tralascia l'equilibrio che permette alle componenti verbali e a quelle visive di lavorare insieme, aspetto fondamentale per un fumetto, e aiutare il lettore-spettatore nella fruizione dell'opera. i dialoghi, le didascalie, la dimensione delle vignette in un fumetto non hanno solamente una funzione narrativa, ma servono a dare un ritmo alla storia, ne scandiscono i tempi di lettura, guidano la concentrazione del lettore su ciò che in un determinato momento è importante sottolineare. Es. se voglio sottolineare un'azione concitata disegno in sequenza delle vignette con nessun dialogo; se voglio sottolineare un momento di riflessione aggiungo alle immagini delle didascalie lunghe che allungano il tempo di lettura delle vignette. Purtroppo nel caso di Sin City il ritmo delle azioni e dei dialoghi è reso con un miscuglio di queste componenti, un continuo cambio di inquadrature che dovrebbe rappresentare il cambio di vignetta che contribuisce solo a confondere, personalmente ho rasentato il mal di testa. In Sin City, probabilmente, non si è tenuto conto di una differenza sostanziale che esiste tra il cinema e il fumetto e che riguarda la resa del tempo: quello che nel cinema si ottiene semplicemente prolungando l'inquadratura, nel fumetto richiede la sua ripetizione. O forse se ne è tenuto conto, ma la furia di "fumettizzare" il film ha, alla fine prevalso. Il fumetto nella sua essenza di linguaggio ellittico ha una caratteristica fondamentale: con un' immagine può allo stesso tempo "rappresentare" e "raccontare" un'azione. Se in una vignetta si vede un portiere sdraiato per terra, un giocatore più avanti con le braccia alzate e un pallone in rete significa che vi è "rappresentato" un calciatore che esulta dopo il goal ma la stessa vignetta "racconta" ,senza mostrarlo, anche che l'attaccante ha ricevuto palla, ha scartato il portiere e ha depositato in rete. Ovviamente anche il cinema può contemporaneamente "rappresentare" e "raccontare" un'azione, la differenza fondamentale è che lo può fare con una sola inquadratura, il fumetto no. Nel fumetto gli stacchi non possono non esserci . Così Rodriguez ossessionato dall' idea di ricreare le vignette ha prodotto dialoghi continuamente scanditi da cambi di piano, campo, controcampo, semisoggettiva e scene d'azione sminuzzate; il tutto reso senza senso, con inutili forzature che disturbano. Sta qui, per me, il limite dell'usare in questo modo il fumetto nel cinema, quasi come se l' autore di un fumetto volesse ricreare un piano-sequenza puro nelle pagine, impossibile.Potrei continuare all'infinito, ma spero di essere stato chiaro su questi punti che per necessità di sintesi ho dovuto semplificare. Altra scottante questione: sarebbe questa la tanto desiderata panacea digitale? Se è così, mi tengo stretto i film in b/n degli anni 40'-50' che ho a casa. Poi, massimo rispetto per Frank Miller, un autore che con "The dark night" ha rivalutato un genere in decadenza e che è una costante fonte di studi per chiunque cerchi di scrivere un fumetto di qualità, ma, sinceramente, sono d'accordo con chi critica il suo eccessivo manicheismo. Lo spettatore è portato ad identificarsi senza indugi con il buono di turno, anche se in questo caso non si tratta di buoni dal cuore cristallino, e a contrapporsi totalmente agli aberranti, malvagissimi e miserevoli antieroi antagonisti.La cosa un pò mi ha stufato. Sin City la considero un'occasione sprecata soprattutto perchè gli aspetti positivi non mancano affatto: la sceneggiatura ,in primis, ben costruita e circolare che costituiva un ottimo punto di partenza; alcune scene molto belle come la morte di Benicio Del Toro o lo stesso con la faccia nel cesso; i dialoghi taglienti con battute azzeccate perfettamente in linea con lo spirito decadente del mondo inventato da Miller; gli attori sono bravi e ben calati nelle rispettive parti. In conclusione: Sin City ovvero la città del peccato, ma, in questo caso, secondo me, il vero peccato è stato commesso nella realizzazione di questa trasposizione cinematografica. Che peccato! Speriamo che si fermino qui perchè una madre degenerata non può che generare figli degenerati. Firmato un'umile e modesta mosca bianca.
Andiamo, ammettetelo; Rodriguez è un ecellente regista di *****. Che qualcuno non mi venga a dire che non si è visto desperados per le tette di Salma. Dal tramonto all'alba è stato paraculato da tarantino e c'era una volta in messico lasciamo perdere che è meglio. Ed ora ecco una bellissima trasposizione da un fumetto già di per sè abbastanza scialbo e da yankee in tutto e per tutto. Il fumetto americano (e inglese, alla moore) non è in grado di narrare un storia per il puro gusto di narrare un astoria, ma vive di antagonisti (che più di una volta sono assolutamente più interessanti degli uomini insetto protagonisti). Questa divisione manichea fa si che in fin dei conti lo sviluppo narrativo sia sempre il medesimo, ma per carità, uno sviluppo narrativo datecelo. Sin city è il fumettone della ribalta, ove tutti sono nello stesso calderone? ma non fatemi ridere, i buoni sono più indistruttibili di uan colata di cemento e i cattivi sono più stupidi di un posacenere cileno. Questa la premessa. Veniamo al fatto; il peggior modo di trasporre un fumetto è di trattare un film COME SE fosse un fumetto. ma cinema e fumetti appertengono a scale sintagmatiche diverso, ciascuna con i suoi personali codici. esempio: qui in sin city ci sono circa 8 giorni di voice over, a sostituzione della didascalia del fumetto. ma ciò che funziona nel fumetto, la descrizione di uno stato emotivo del personaggio mediata dal narratore, risulta noioso, incredibile e inadeguato su celluloide. la didascalia su fumetto è , appunto, didascalica; nel cinema è ridondante. E veniamo alla regia. Quale? Se avete visto il video di "wild boys" dei duran duran avete già visto tutto, solo che qui è tutto in digitale. Tutta recitazione davanti a teloni verdi, da qui lo spaesamemto e straniamento degli attori, con willis sempre più parodia di se' stesso e owen con la stessa mobilità di una sequoia gigante, cioè immobile. Noir questo film? ma stiamo scherzando? il noir è un genere perfettamente codificato nel quale non si gigioneggia. In questo film non c'è un grammo di noir manco a pagarlo; e tutti coloro che lo paragonano a tarantino e pulp fiction farebbero meglio a sedersi e a cercare di capire dove vivono. E poi jessica alba è l'unica che non la fa vedere, l'inutilità del film è pressochè completa.
Questo film è la trasposizione su pellicola di tre delle prime quattro miniserie a fumetti di "Sin City", scritte e disegnate dal grande Frank Miller, + una storia breve che fa da prologo all'intero film. Regia, sceneggiatura e fotografia sono da 8. Peccato che tutto sia stato preso UGUALE IDENTICO dal fumetto e che, quindi, sia il fumetto a meritare questo voto. Trovo che questo film sia assolutamente inutile. Chi ha già letto il fumetto, come me, conosce già tutto e tutto gli viene rifilato nuovamente nei minimi dettagli (oltre alla storia quasi identica, praticamente tutte le inquadrature che sono state fatte basandosi sulle vignette disegnate da Miller). Chi non conosceva la storia, farebbe meglio a leggere il fumetto, poichè la storia di "Sin City" funziona decisamente meglio sulla carta che sulla pellicola. Il film prosegue + velocemente del fumetto, non si fa in tempo ad entrare nella psicologia dei personaggi e alla fine l'unica cosa che rimane impressa è l'eccessiva violenza della storia. Questa differenza di tempi, ha portato il regista a ridurre perfino alcuni dialoghi fondamentali (come quello fra Marv e il Cardinale Roark), rendendo la storia + sommaria e blanda. La voce fuori campo, che doveva sostituire le didascalie del fumetto, nel film era assolutamente inutile e alla lunga stancava. I personaggi oltretutto non sono stati resi bene proprio per niente. Il meno peggio era Marv, il peggiore in assoluto Dwight (che per giunta è il personaggio che preferisco). La storia di cui era protagonista, inoltre, è stata quella resa peggio. Del tutto soggettivo, invece, il fatto che avrei preferito vedere trasposto il primo episodio di cui Dwight era protagonista, mentre nel film hanno proposto il secondo. Ma è possibile che non ci sia nessun regista, al giorno d'oggi, capace di dire la sua in maniera originale o interessante su un personaggio dei fumetti? Dopo una serie di film così CANONICI che si può intuire tutto dall'inizio, adesso Sin City darà il via alla moda dei film che scopiazzano dai fumetti in ogni dettaglio?
Il voto è una via di mezzo tra il 6 che speravo di dare prima della visione e il 2 che avrei dato volentieri al termine... Dopo un film ironico e più che discreto (dal tramonto all'alba) e molte cose anonime se non pessime (c'era una volta in messico), Rodriguez ci prova ma... se questo è il fumetto fedelmente trasposto (ridatemi Corrado Roi), se questo (come è stato scritto) è il futuro, la svolta, il punto di non ritorno... beh... allora siamo nei guai, beibi... (uh, ci starebbe in un film del genere sta frase).
Dopo i fuochi d'artificio iniziali ('uh, bello il rosso photoshop, speriamo però non compaia ogni 2x3...') il film inizia e si assesta su una linea veramente piatta, mostra la corda dopo pochi minuti in scene ripetitive e abbastanza fino a se stesse. Dei 3 episodi e delle trame parlerò più avanti ma qui pare che tutti siano preoccupati a che l'impermeabile svulazzi bene (hey baby, sono abbastanza maledetto?!?), che il pistolone scintilli e sia bene in vista (hey baby, sono abbastanza diabolico?!?), che il ghigno e le cicatrici risaltino bene (hey baby, sono abbastanza dannato?!?), piuttosto di dare un minimo di senso al film. Meno male che doveva essere diverso, tutti cattivi e peccatori, nessuna distinzione netta... invece gli stereotipi non si contano: quando il cattivo (e dei cattivi parlerò + avanti) spara, fosse anche da un metro e in piena libertà di campo, colpisce sempre di striscio alla spalla, quando spara il buono, fosse anche impegnato alla guida notturna nella neve, fumando e parlando con la pupa... colpisce sempre in mezzo agli occhi e fa i ricamini con gli schizzi di sangue (di svariato colore a seconda del livello R.E.M. dello spettatore). Quindi, per quanto lo colpisci, gli spari 100 volte, ecc... il buono non muore mai, e con questi presupposti puoi fare quel che ti pare (e che nessuno mi risponda dicendo che è un fumetto perché c'è un limite a tutto, anche superman aveva la kriptonite). Insopportabile e da malditesta poi la voice-over continua per 2 ore, per raccontare non si sa cosa vista la sterilità della trama; se si è deciso di stupire con la tavolozza, di colpire con il b/n e gli sprazzi di colore, unica nota di merito del film -e del quale comunque si è abusato (se all'inizio i colori erano sporadici e colpivano il finale in giallo era imbarazzante) e si abuserà in futuro (temo)- allora non stiamo a scimmiottare i classici noir, a cui non ci si dovrebbe neanche accostare, con il continuo fluire dei pensieri spiattellato in sottofondo.
Venendo ai 3 episodi (c'è qualche spoiler ma niente di che...): -il primo (willis) è sicuramente quello che sta più in piedi, forse perché ha l'incredibile peculiarità di avere uno straccio di trama, per quanto banale che sia; willis fa quel che deve, non muore mai (la cicatrice in testa se la sarà procurata a Hiroshima, in altro modo non si spiega) e spara frasi da bacio perugina pulp. Topaangel fa indubbiamente una gran figura e potevano sfruttarla di più; altro discorso invece per il cattivo, a metà tra un personaggio di Roger Rabbit e una specie di Jim Carrey al limone, con pancetta alcolica e pisello giallo estraibile, veramente credibilissimo, pare che per il prossimo film il regista sia in avanzate trattative con Topo Gigio nel ruolo di signore del male. -il secondo (Rourke... oddio è mickey rourke quello?!? ridatemi orchidea selvaggia...) è abbastanza buttato lì... il gigante, le bambine e l'hobbit... anche qui lui riceve 609 pallottole, 453 bastonate e sevizie varie... e ne esce sempre con una serie di bianchissimi cerotti a croce come gigi la trottola dopo una zuffa per le mutandine o come ciccio dopo che nonna papera gli ha sparato con il vecchio archibugio per aver tentato di rubare la torta di mele. Del cattivone vogliamo dire qualcosa anche qui? Un credibilissimo frodo killer, alto 1 metro abbondante e pesante 38 kg bagnato, che divora donne come fossero smarties. -il terzo (del toro) è veramente il capolavoro: a metà tra una puntata di colpo grosso (gran dispendio di calze a rete e balle varie, si sa che tira più...) e un b-movie, si salva del toro (+ espressivo quando in forma di solo testa) rispetto al buono di cui ignoro il nome ma che suppongo sia il settimo fratello caduto in disgrazia della famiglia baldwin, rispolverato per l'occasione. La manciata di secondi girata da tarantino (voci di corridoio dicono che nel prossimo harry potter farà un salto sul set a fare un rutto per poi scrivere nei titoli 'special guest ruttator') perlomeno fornisce all'episodio una ventata di ironia, cosa che manca in quasi tutto il film e che lo rende più pesante di quanto dovrebbe essere.
In conclusione, di buoni spunti, soprattutto a livello tecnico, ce ne sono molti, (sperando che il digitale non seppellisca comunque tutti) ma aspettiamo di vederli utilizzati in modo funzionale ad una trama di un certo spessore e non come i soli protagonisti.
ineccepibile regia, montaggio e soprattutto fotografia, bellissimo l'uso del bianco e nero... ma gli do' quattro non aggiunge nulla al fumetto, è come se si fossero disegnate le strisce su pellicola. so che mi darete addosso, ma pur amando miller non l'ho apprezzato: i personaggi non mi hanno convinta, le storie non mi hanno coinvolta, i dialoghi sono davverp troppo da fumetto... allora perchè non lasciarlo un fumetto?
Premetto che non conoscevo e non conosco il fumetto. Tecnicamente ineccepibile, innovativo sicuramente e solo per questo si merita un cinque. Quanto alla storia... scusate ma fa schifo... salvo il secondo tempo del film, la parte della storia che riguarda Hartigan e Nancy, ma il resto è una porcheria, violenza gratuita e basta. Un v.m. 14 ci sta tutto.
Questo film mi ha davvero disgustato, non vi fate ingannare dal cast stellare, violenza gratuita e insensatezza pervadono il film. Una perdita di tempo e denaro, fidatevi.
sarà che nn sono un cultore del fumetto nemmeno io ma mi trovo pienamente d'accordo con quanto detto da Requiem prima di me. io gli do 5 però perchè sotto alcuni punti di vista il film era davvero impeccabile.... la fotografia per esempio che mi ha lasciato davvero sbalordito. anke regia e montaggio erano davvero a ottimi livelli ma (chiedo scuca agli amanti di Frank Miller) la sceneggiatura faceva veramente skifo. del resto questo è il classico problema di rodriguez, che a mio parere per quanto a stile se la cava benissimo ma si trova sempre a lavorare con sceneggiature che farebbe meglio a cestinare.
Non si riesce a capire dove sta il bello di questo film. Tecnicamente è ineccepibile. Rodriguez e Miller hanno trasportato sul grande schermo i fumetti, nel vero senso del termine, realizzando scena per scena esattamente come sulla carta, anche nei colori e nelle ombre. Ma una cosa è mettersi a leggere un fumetto, un'altra è vedere quelle stesse cose sul grande schermo, dove tutto scorre senza significato, e sopratutto senza lasciare la minima traccia. Per chi non è appassionato del fumetto (come me) questo film è un gioco inutile, tutte le storie passano sul grande schermo e non lasciano niente, è assolutamente innocuo e freddo e ha un difetto davvero consistente, quello di non coinvolgere minimamente. E' insomma una trasposizione incondizionata, che piace sicuramente ai cultori, ma che agli occhi del non appassionato è assolutamente ripetitivo e noioso. Tanto chiasso per il film probabilmente + inutile dell'anno.