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"Crimen Perfecto" (titolo originale "Crimen Ferpecto" come curioso omaggio al personaggio di Obelix creato da Goscinny, ma anche sottile richiamo ai sovvertimenti inaspettati che hanno luogo nella trama) è un film spagnolo di Alex de la Iglesia, regista iberico degli ultimi anni con al suo attivo un paio di pellicole grottesche e dissacratorie ("La Comunidad, El dìa de la bestìa").
La nuova pellicola, diretta da de la Iglesia dopo una pausa di un paio di anni, è meno fuori dagli schemi rispetto alle prime opere ma non per questo risulta essere meno caustica delle precedenti.
Ambientato quasi interamente nei grandi magazzini madrileni Yeyo's, il film unisce molti generi: la satira, la parodia, la commedia nera e anche alcuni omaggi a maestri spagnoli ed europei della cinematografia e della letteratura.
I grandi magazzini e i personaggi che li popolano ricordano i film rosa americani anni Sessanta ma anche la nuova Spagna ormai perfettamente allineata alle altre nazioni occidentali nella smania consumistica e nella lotta per il raggiungimento del successo, anche a qualsiasi costo ed è in questa ottica che si inquadra il protagonista Rafael, (Guillermo Toledo) commesso con grosse ambizioni e velleità sempre attorniato da belle colleghe, il suo antagonista, il più posato ma non meno rampante don Antonio (Luis Varela) e la protagonista, la bruttina e complessata Lourdes (Monica Cervantes).
A causa di una serie di situazioni, Rafael si troverà invischiato in una spirale tragicomica di orrore che lo porterà a legarsi a doppio filo con il defunto don Antonio (la sua spettrale figura sembra quasi venir fuori da una parodia shakespeariana) e con Lourdes, donna dotata di inaspettate risorse.
Tematiche frequenti nel film: la satira di un certo tipo di televisione demenziale ormai diffusa a livello planetario, la pubblicità anima del commercio e violenza dell'anima, la latente follia presente in tutti i personaggi (la famiglia di Lourdes è un esempio su tutti), la figura del pagliaccio che prima in forma latente poi sempre più evidentemente è collegata con il fu don Antonio.
Hitchcock e persino il Sordi di un suo celeberrimo film anni Sessanta sono fonti di ispirazione per de la Iglesia che, prendendo spunto da un plot, vuole dare una summa del cinema di vario genere non mancando l'obiettivo principale: regalare allo spettatore due ore di divertimento intelligente unito ad un pizzico di riflessione sullo spietato mondo d'oggi.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 27/06/2005
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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