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Il giovane guerriero Goku promette al nonno morente di trovare il grande Maestro Muten e di riunire le sette misteriose Sfere del Drago, impedendo che cadano in mano al potente demone Piccolo, che dopo una prigionia durata duemila anni ha bisogno del potere delle sfere per dominare il mondo.
"Dragon Ball Evolution" è il remake cinematografico dell'omonima opera a fumetti del giapponese Akira Toriyama.
Era il 1984 quando in Giappone sulle pagine della rivista settimanale Shounen Jump debuttava "Dragon Ball", il manga ideato e disegnato dal fumettista Akira Toriyama, che di lì a breve sarebbe diventato uno dei fumetti più conosciuti ed apprezzati a livello planetario.
Un successo che a 25 anni di distanza ancora non si è esaurito. Dal fumetto, dapprima pubblicato settimanalmente ed in seguito raccolto in 42 volumi perpetuamente ristampati, sono state tratte diverse fortunate serie animate per un totale di quasi 450 episodi, oltre a 22 film di animazione, una decina di videogiochi, gadget di ogni tipo e adesso anche un film live-action.
A dire la verità, "Dragon Ball Evolution" è il secondo adattamento con attori in carne ed ossa del fumetto. Il primo è datato addirittura 1989, realizzato ad Hong Kong e distribuito con il titolo internazionale "Dragon Ball – The Magic Begins" (titolo originale: "Xin qi long zhu"). Si tratta di un B-movie realizzato con evidente scarsità di risorse economiche e tecniche, come si evince guardando pellicola, in cui abbondano scene di combattimento acrobatiche con fili ben visibili, make-up arrabattato, effetti speciali di fattura artigianale e un'infinità di bloopers ('cadaveri' che si muovono o telecamere riflesse negli occhiali degli attori).
Come già accaduto per tanti personaggi dei fumetti americani - vedi "Spider Man", "Fantastici 4", "Iron Man", "Hellboy" e "X-Men" - per i quali il progresso degli effetti speciali e della computer graphic ha spianato la strada per il grande schermo, negli ultimi anni anche gli eroi più amati del Sol Levante hanno ispirato remake live action, di cui "Dragon Ball" è solo l'esempio più recente.
Ben prima di Goku, infatti, al cinema sono finite le gesta di "Devilman", dell'autore Go Nagai, e di "Kyashan il ragazzo androide", serie animata della casa di produzione Tatsunoko. Entrambi i film, caratterizzati da un decente riscontro di pubblico, composto dai tanti fan delle serie animate ansiosi di vedere replicate sul grande schermo le gesta dell'eroe preferito, sono stati stroncati della critica.
Meritatamente.
Si pensi solo che "Devilman" ha vinto il Bunshun Kiichigo Awards del 2004, l'equivalente del Razzie Awards.
"Dragon Ball Evolution" non si discosta da questo cliché. Anzi, se nei film di produzione nipponica almeno la trama e i personaggi principali delle serie originali sono rispettati, pur con le dovute modifiche dovute alla necessità di comprimere opere molto articolate in una pellicola di due ore, in DBE gli unici elementi che rimandano all'originale sono i nomi dei personaggi e la presenza delle sfere del drago.
Più che di 'Evolution', quindi si dovrebbe parlare di 'Involution' di "Dragon Ball". Guardando il film di James Wong si ha infatti l'impressione che il regista non abbia letto una sola pagina del fumetto originale. Gli scontri epici e drammatici fra bene e male che costituiscono il cuore pulsante del fumetto sono ridotti a semplici scene di combattimento, tra l'altro realizzate piuttosto poveramente, incollate tra loro senza un nesso logico.
Così come sono snaturati e ridotti ai minimi termini i personaggi principali. Goku, da dodicenne cresciuto tra i monti, così ingenuo dei fatti della vita da non conoscere nemmeno la differenza tra maschi e femmine, viene trasformato in uno stucchevole liceale americano timido e impacciato con le ragazze. Per di più preso di mira dai bulletti di turno, perché nonostante la grande abilità nel combattimento gli è stato insegnato che le arti marziali non servono per combattere.
Il percorso di crescita del protagonista viene accantonato a favore di quello tipico delle commediole adolescenziali americane: la rivalsa dell'emarginato che riesce a conquistare la ragazza più bella e popolare della scuola, il talento nascosto che alla fine sboccia, l'impegno e la fiducia in sé stessi che alla lunga premiano.
Completano il quadro una trama confusionaria e insignificante, una recitazione da routine, qualche spunto comico malriuscito ed effetti speciali ben al di sotto di quelli ai quali Hollywood ci ha abituati negli ultimi anni e che ci si potevano aspettare. Persino il cliffhanger finale, che dovrebbe aprire la strada ad un eventuale e malaugurato seguito, risulta scontato e totalmente inspiegabile dal punto di vista della trama.
Tutto ciò rende "Dragon Ball Evolution" un film capace di deludere non solo gli appassionati lettori del fumetto originale ma anche gli spettatori occasionali, alla ricerca di un semplice film scacciapensieri.
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Recensione a cura di Stefanosb78 - aggiornata al 06/07/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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