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Di Judd Apatow, regista di "Funny People", si legge un gran bene nelle riviste specializzate. Il nuovo golden boy della commedia americana, reduce dai successi di "40 anni vergine" e "Molto incinta", mette su un super-cast per "Funny People" (ma perchè i titoli perfettamente traducibili li lasciano in inglese e quelli non traducibili li stravolgono?): Adam Sandler, Seth Rogen, Jason Schwartzman, Eric Bana.
La moltitudine di star che si affacciano per dei brevi cameo e i nomi altisonanti scomodati per la colonna sonora (ad esempio i quattro ex Beatles al completo, credo sia un record) fanno capire che "Funny People" ed il suo regista sono tra i pesi massimi.
George Simmons (Adam Sandler), comico di gran successo, scopre di avere un male pressochè incurabile e si rende conto di essere rimasto squallidamente solo con i suoi soldi e la sua fama. L'incontro con Ira (un sempre più convincente Seth Rogen), giovane comico ancora in cerca della grande occasione che George assume come assistente e autore, gli dà l'occasione di rimediare a qualche danno, ma anche di farne molti altri, in particolare rientrando imprudentemente nella vita della ex fidanzata (Leslie Mann) e della sua famiglia.
Il risultato è molto, molto deludente.
Su questo giudizio pesa probabilmente il fatto che da noi Adam Sandler non sia considerato una specie di divinità della commedia, un artista completo: un numero uno, insomma. Paradossalmente, come per George Simmons, di cui "Funny People" mostra vari estratti da una cinematografia di successo ma non proprio intelligentissima, di Sandler ci sono arrivati i film – non tutti memorabili – ma molto poco sappiamo della sua attività extra cinematografica, in cui il suo talento ha migliori occasioni di emergere.
Le numerose scene fin troppo indulgenti nei confronti di Sandler (che suona, piange, canta, fa battute cretine, fa battute intelligenti, scherzi al telefono) risultano stucchevoli prima e insopportabili dopo la seconda ora di film.
A metà strada tra una buddy comedy con Sandler nei panni del carnefice e Rogen in quelli della vittima, un film sulla redenzione e una commedia sentimentale, "Funny People" sembra non prendere mai una direzione precisa: ogni sottotrama viene risolta, nonostante le due ore e passa, in maniera affrettata e banale, i personaggi hanno processi di maturazione che procedono per salti e non sempre in maniera coerente con quello che si vede sullo schermo (che è veramente troppo).
"Funny People" comincia con un giovane Adam Sandler che fa scherzi al telefono, ai tempi in cui lui e Judd Apatow condividevano l'appartamento. Ottima trovata, peccato che anche tutto il resto del film sembri un filmino fatto tra amici che vogliono divertirsi insieme e che poi risulta pressochè incomprensibile al mondo esterno. Oltre ad Adam Sandler, anche il mondo degli "stand-up comedian", bacino di provenienza di molti celebri comici americani, è perfettamente estraneo alla nostra cultura, quindi anche un certo tipo di comicità dopo un po'sembra rallentare il film invece di esserne uno dei punti di forza.
Non tutto è da buttare, anzi, ci sono momenti esilaranti e l'interazione tra le comicità un po'sfigate di Rogen e Jonah Hill e quella sofisticata di Jason Schwartzman funziona alla grande, ma alcuni difetti sono obiettivi. Potrà apprezzare meglio questa opera, probabilmente, chi conosce questo universo e chi ama Sandler alla follia; l'impressione è comunque che Judd Apatow, in fin dei conti, sia semplicemente un po'sopravvalutato.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 03/11/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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