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Un prete e un gruppo di scienziati indagano su un cilindro contenente uno strano liquido verde, conservato da secoli nella cantina di una chiesa di Los Angeles e tenuto segreto da un gruppo di ecclesiastici chiamato La setta del sonno. Ben presto quel liquido si rivelerà essere una forza malvagia e sovrumana che sta tentando in tutti i modi di fuoriuscire impossessandosi di un corpo tramite il quale poter esercitare il male.
Che John Carpenter sia un abilissimo artigiano della macchina da presa è cosa ormai nota, che sia decisamente esperto nel "manipolare" il materiale orrifico e nel renderlo interessante ed originale rispetto ai suoi concorrenti, sembrerebbe alquanto scontato ripeterlo, ma è cosa indiscutibilmente ovvia, soprattutto a seguito di visioni altamente "illuminanti" al riguardo. Se già con "Halloween", quasi dieci anni prima, aveva dato ampia prova del suo smisurato talento nel gestire un genere di per sé difficilmente gestibile, con "Il signore del male" ce ne dà una sonora e potente conferma.
Merito della riuscita di questa pellicola, oltre alla vigorosa e rigorosa regia che si accompagna con una splendida fotografia, va anche al talento musicale del regista, che ha portato alla composizione di questa e di molte altre colonne sonore che arricchiscono notevolmente le già di per sé succosissime pellicole del cineasta visionario, ma al tempo stesso molto pratico. Il connubio tra musica e regia, portato avanti magistralmente dal regista, si arricchisce in questo caso della partecipazione del noto musicista Alice Cooper, che non solo ha collaborato alla "stesura" della colonna sonora, ma si è prestato anche ad interpretare una sorta di zombi famelico che si aggira per le strade confinanti con la chiesa dall'aspetto per nulla rassicurante (e già questo dovrebbe costituire una prova dell'immenso talento del regista che è riuscito a ricreare un luogo "pauroso" che trasmette terrore e tensione, all'interno di quella che per antonomasia è sempre stata considerata la dimora del bene, della pace più assoluta, la casa di Dio e dei suoi fedeli).
Il film è quasi completamente girato all'interno di questa chiesa di Los Angeles, dove un prete mostrato all'inizio della pellicola muore custodendo gelosamente tra le sue mani una grossa chiave. A prendere il suo posto arriva un nuovo sacerdote, che ben presto viene a conoscenza della setta alla quale apparteneva quel prete, e molti altri, e non sapendo "che pesci pigliare", si rivolge ad un notissimo studioso di fisica, avvezzo alle tematiche "sovrannaturali". Costui, seguito da un gruppo di studenti interessati all'argomento, si reca all'interno della chiesa per studiare più da vicino lo strano "fenomeno" e cioè il cilindro dal liquido verde e viscoso che "alberga" all'interno delle catacombe.
Va da sé che l'enorme sala nella quale è conservato il cilindro è di per sé molto inquietante, adornata con un numero imprecisato di candele e immersa nel buio spettrale dei bassifondi e nella freddezza disarmante dei cunicoli sotterranei. Serietà e professionalità, dunque, non saranno le uniche caratteristiche di cui dovranno avvalersi i protagonisti, dato che dopo un'iniziale cinismo nel credere alla natura soprannaturale degli eventi che si susseguono all'interno del laboratorio allestito appositamente per le ricerche, si renderanno ben conto di doversi avvalere di un coraggio inusitato per poter affrontare l'incredibile realtà dei fatti.
Il liquido verde, che altri non è se non Satana "in persona" che tenta in tutti i modi di fuoriuscire dalla sua gabbia e di impossessarsi di un corpo adeguato per poter svolgere i propri "compiti", straborderà dall'alto del cilindro, fino a quando non provocherà delle stranissime visioni premonotive in chiunque cominci ad addormentarsi. All'ingresso della chiesa, un'ombra non ben identificata comunicherà con l'addormentato di turno, rendendo noti alcuni particolari di terrificante portata.
Questo il contenuto delle visioni che si "impossesseranno" dei protagonisti, alcuni dei quali andranno incontro ad una terribile morte per mano del liquido stesso o dei suoi "seguaci".
Tra zombi che assalgono nel buio della notte, vermi che albergano all'interno di corpi ormai morti e posseduti che si muovono paurosamente all'interno dei corridoi dell'edificio portando lo sconcerto tra gli altri sopravvissuti, la millenaria "lotta" tra scienza e fede, trova qui un altro capitolo che si aggiunge a questa storia infinita che non ha mai visto, e forse non vedrà mai, nessun vinto e nessun vincitore. Qui le due entità si fondono inizialmente con scopi diversi, ma col succedersi dei sinistri e incredibili avvenimenti, per tentare di combattere un nemico comune. Il finale, che sembra portarci verso una, seppur complicata, risoluzione del "caso", ci rilancia nel dubbio e nell'incertezza più totale, con un semplice espediente (come può essere una mano che non tocca uno specchio) che inscrive tutto in un alone mistificatorio e ingannevole.
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Recensione a cura di A. Cavisi - aggiornata al 26/02/2009
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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