Voto Visitatori: | 6,16 / 10 (195 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,50 / 10 | ||
Aurelio De Laurentis ha il merito (o il demerito secondo i punti di vista) di aver importato, da ormai diversi anni, i metodi di fare cinema all'americana. La sua Filmauro sforna due massimo tre film all'anno e ogni volta va sul sicuro, incassi milionari, utili alle stelle.
Utilizza un modo di fare cinema che si fonda su delle formule di successo, quelle che oramai, nel linguaggio televisivo, abbiamo imparato a conoscere con il termine anglosassone di format. La Filmauro può vantare due grandi Format ," Natale a..." e "Manuale d'amore", ovvero film preconfezionati, che nascono per un determinato tipo di pubblico.
Questa premessa è indispensabile quando si va a fare una recensione su un film simile, è un po' come scegliere fra un prodotto industriale perfetto e freddo e uno artigianale, magari con qualche difetto imprevedibile, ma pieno di creatività.
Anche in questo caso siamo in presenza di un film ad episodi: Eros, Maternità, Matrimonio e Amore Estremo.
Il primo vede come protagonista, Riccardo Scamarcio, un ragazzo, in cura riabilitativa, sessualmente rapito dalla procace fisioterapista interpretata da una invecchiata ma, sempre attraente, Monica Bellucci. Eros è sicuramente la parte meno convincente del film, con interpretazioni approssimative, sia della Bellucci che dello stesso Scamarcio, troppo impegnato a recitare la parte del bello e tenebroso per rendersi conto di essere fuori luogo. Lo sviluppo della trama è inverosimile e troppo ambiziosa la tematica della la sessualità nei disabili. Veronesi affronta il tutto in modo poco convincente, descrivendo il personaggio di Nicola come un adolescente troppo preso dalle tette della Bellucci per rendersi conto di stare vivendo un dramma personale.
Il secondo episodio, "Maternità", parla delle difficoltà di una coppia per avere un figlio, costretti ad emigrare in Spagna per effettuare le procreazione assistita, affronteranno le difficoltà del caso, con prevedibile lieto fine.
Anche se la seconda parte è decisamente più riuscita del prima, non riesce a superare la mediocrità. In questo caso il demerito è degli attori, Bobulova e Volo, troppo stereotipati e sempre sopra le righe.
"Il Matrimonio" è l'episodio più riuscito del film, storia di una coppia gay che cerca la sua "normalità". Qui Veronesi riesce, finalmente, a rendere la tematica dell'omosessualità in modo lucido e ben fatto anche grazie a una convinvente interpretazione di Antonio Albanese che sa calarsi nei panni di un omosessuale, senza essere eccessivo e cadere nella macchietta.
"Amore Estremo" ultimo episodio è affidato a un Verdone in crisi di mezza età, che perde la testa per una ragazzina (guarda un po'... che novità!) fino quasi a rimetterci la pelle.
Qui c'è poco da dire, Verdone è una garanzia, che si fa perdonare anche la banalità della storia, lui solo su schermo nero vale il prezzo del biglietto.
"Manuale d'amore 2" vuole essere un film impegnato e questo è forse il suo maggiore difetto, mentre il primo era una commedia leggera qui Veronesi vuole strafare affrontando tematiche delicate in modo superficiale. La descrizione della problematica omosessuale, pur descritta in modo efficace, si perde in una quantità di banali battute gratuite con l'unico scopo di fare ridere anche quando fuori luogo.
Inoltre manca una coerenza narrativa, gli episodi sono collocati fra loro in modo ambiguo, mentre nel primo, la narrazione procedeva parlandoci delle fasi dell'amore, qui le storie sono dislocate senza nessun punto d'incontro, facendo del film un mero contenitore che si può riempire ogni volta con una storiella leggera.
Così facendo la serie può andare avanti fino all'infinito, non a caso, la "volpe" di Aurelio De Laurentis, non solo già parla di un terzo episodio ma, addirittura, di un quarto e un quinto, e non si capisce se lo dice per allietarci o minacciarci.
Anche le trovate di marketing pur se innegabilmente efficaci, sono state quantomeno irritanti, a cominciare dalla tanto blasonata scena di sesso iniziale, divenuto un caso per il settimanale Ciak!
Qualsiasi persona che abbia un minimo di dimestichezza con il mondo del cinema sa che una pellicola simile non può contenere scene particolarmente hard (termine usato impropriamente da molti giornalisti) per il semplice fatto che si rivolge a un pubblico di famiglie. Non ci si meraviglia tanto che la scena fra la Bellucci e Scamarcio abbia il tasso di eroticità di una puntata di "A sua immagine...", quanto che qualcuno abbia potuto credere il contrario!
Non solo, Veronesi ha affermato, di aver dovuto tagliare alcune scene, che addirittura la troupe si è imbarazzata (bravi figliuoli) che sicuramente verranno incluse nella versione Dvd... magari a prezzo doppio (come ce la mostreranno la Bellucci? in versione sadomaso?).
La mano del produttore è invadente dalla prima all'ultima scena, troppo attento ad assecondare i gusti del pubblico, ad intrigarlo e a divertirlo, una complicità che fa di "Manuale d'amore 2" un film che in America chiamano Blockbuster che lascia il tempo che trova, che diverte e si vende per quello che è.
La prima settimana di apertura batte tutti i record di incassi, più di 6 milioni di euro.
Con questi numeri "Manuale d'amore 2" potrebbe fare come il "Pinocchio" di Benigni, ovvero superare la stratosferica cifra di 25 milioni di euro, se il passaparola sarà buono, e vista la partecipazione con cui il pubblico in sala seguiva l'evolversi della vicenda, le probabilità sono alte.
Insomma Aurelio De Laurentis colpisce ancora, sa cosa il pubblico vuole vedere, e lo asseconda in ogni suo desiderio, peccato che questo negli ultimi anni sia diventando una vera e propria ossessione per il produttore romano e che ogni tanto potrebbe anche rischiare proponendo, qualcosa di diverso.
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Recensione a cura di Paolo Ferretti De Luca aka ferro84 - aggiornata al 23/01/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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