Recensione non lasciarmi regia di Mark Romanek USA, Gran Bretagna 2010
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Recensione non lasciarmi (2010)

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locandina del film NON LASCIARMI

Immagine tratta dal film NON LASCIARMI

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Tratto dall'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, "Non Lasciarmi" ("Never Let Me Go") narra la storia di Katie (Carey Mulligan), Tommy (Andrew Garfield) e Ruth (Keira Knightley), attraverso i ricordi di Katie.
Nel 1952 una scoperta medica cambiò per sempre la storia dell'umanità. Nel 1978 Katie, Tommy e Ruth sono alunni dell'esclusivo istituto inglese di Hailsham: il loro destino, lo scopo della loro esistenza, è quello di diventare donatori di organi. La loro vita si completerà in giovane età attraverso un ciclo di donazioni alle quali non sopravviveranno. Dopo Hailsham, Katie, Ruth e Tommy vengono trasferiti in una struttura diversa, in attesa che i loro cicli comincino. La storia tra Ruth e Tommy spinge Katie, da sempre innamorata di Tommy, ad intraprendere il percorso per diventare assistente dei donatori in fin di vita e ad allontanarsi dai due amici di infanzia. Anni dopo, Katie ritroverà Ruth in attesa della terza e ultima donazione...

"Non Lasciarmi" è un film più complesso di quel che sembra. A prima vista, potrebbe apparire come un melodramma su di un triangolo sentimentale. Senza dubbio è un film incentrato sui personaggi: per quasi tutto il film in scena ci sono i tre protagonisti, il mondo esterno è assente, almeno fisicamente. Le dinamiche tra i personaggi principali però contengono tutte le drammatiche domande che il film non pone, ma sussurra all'orecchio dello spettatore. Si può sentire più forte il dilemma etico di quello esistenziale, a seconda della propria sensibilità; questo è senza dubbio il punto forte del film, che appartiene al genere della fantascienza e che può essere paragonato - per toni e temi trattati - a "Moon" di Duncan Jones. Un approccio cinematografico minimalista oggi è la chiave per tornare ai temi veri della fantascienza: l'uomo e i suoi limiti, il senso della vita umana.

Il film comincia nel 1978 e termina a metà degli anni Novanta. Colpisce il fatto che un mondo benedetto (?) dalla fine delle malattie più gravi sia rimasto per tutto il resto così uguale a se stesso. Non sembra infatti casuale che i progressi tecnologici occorsi tra l'epoca iniziale e quella finale non siano assolutamente percepibili ed il film sembri essere sempre ambientato in un'epoca senza tempo. E' come se l'allungamento della vita avesse frenato la spinta creativa umana. Purtroppo, di questo mondo viene mostrato ben poco, per accentuare la condizione drammatica della vita dei donatori. E' un compromesso che il film impone e che è difficile da accettare, ma è utile per non perdere di vista i motivi principali dell'opera.

La passività con la quale i donatori accettano il proprio fato è sconcertante, al punto da non farci mai immedesimare completamente. Eppure, basta pensarci: chi di noi si ribella alla morte?

Il tempo che scorre ineluttabile verso una fine certa accomuna tanto i donatori quanto noi stessi: la differenza è quanto, oppure se, si scelga di vivere più pienamente possibile la propria vita, per non arrivare in fondo supplicando di avere più tempo. Un'umanità consapevole di avere molto più tempo a disposizione e priva della paura della morte sarebbe altrettanto umana? La risposta del film è pessimista e perentoria: il prezzo da pagare per l'allungamento della vita è la perdita della dignità, ma la cosa importa a pochi.

Una paletta di colori tenui e spenti accentua la sensazione di ineluttabilità che pervade il film. La prima scena, inoltre, mette subito in chiaro le cose, per impedire che lo spettatore scambi il film per un thriller e speri in una rocambolesca fuga verso un lieto finale. "Non Lasciarmi" non è "The Island", nonostante la tematica sia praticamente la stessa.
Mark Romanek torna al cinema dopo "One Hour Photo" e confeziona un diamante grezzo impreziosito da tre ottime interpretazioni. Una citazione a parte la meritano anche i tre piccoli attori della prima parte del film, che funziona perfettamente nel creare lo scenario distopico dell'ambientazione e a inquadrare il triangolo di personaggi attraverso il quale questa storia è narrata.

La rivelazione sul destino dei protagonisti forse avviene troppo presto nel film per suscitare una vera emozione e poteva essere gestita meglio dal punto di vista narrativo (anche in maniera diversa dal romanzo originale, se necessario: è pur sempre un adattamento); nella seconda parte risulta un po' affrettato lo sviluppo del rapporto tra Katie e Tommy, che inizia quasi per caso e di cui si vede troppo poco per emozionarsi.
Cinematograficamente è meglio la prima parte, a meno di essere particolarmente colpiti dalle performance dei tre attori principali. E' più immaginifica, più inquietante, più triste. I personaggi bambini ancora non hanno capito la portata del proprio dramma e sono più simili a persone vere, più istintive e vitali delle loro composte e rassegnate controparti adulte.
La seconda parte del film scaturisce dalla prima in modo abbastanza naturale (forse troppo), portando maggiormente in primo piano alcune delle riflessioni che nella prima mezz'ora di film rimanevano volutamente in sottotesto.
Non Lasciarmi sconta dunque una freddezza generale che limita l'empatia dello spettatore, il cui giudizio sull'opera varierà probabilmente in base a quanto sentirà sue le tematiche evidenziate mentre la vicenda di Katie e Tommy si avvia verso il finale annunciato.

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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 28/03/2011 15.19.00

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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