Voto Visitatori: | 7,32 / 10 (46 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,50 / 10 | ||
Ruby Sparks. Ruby Scintille.
A intermittenza.
Calvin, un giovane romanziere di successo, vive un black out artistico, una vera e propria blank page syndrome, ma viene salvato da una creatura femminile che gli compare durante il sonno. La ragazza diventa la sua fonte di ispirazione e Calvin inizia a scrivere d'impulso il suo nuovo romanzo fino a quando improvvisamente e senza spiegazioni la creazione della sua mente gli si materializza in casa.
Ruby Sparks è naif, sembra essere uscita dal mondo dei cartoons, ha i capelli rossi e indossa calze improbabili, una perfetta Pippi Calzelunghe dei giorni nostri che diventa il "gioco" preferito di Calvin.
Calvin ha un'influenza totale su Ruby: Ruby è una sua creazione, basta pensare ad un'azione, comporre un'altra frase sulla macchina da scrivere e lei eseguirà. Semplice. Pare.
Ma il gioco è divertente quando dura poco. Quanto può durare un amore unilaterale impostato sulla mera illusione di creare un rapporto, una relazione? In realtà Calvin è solo e continuerà ad esserlo: non ha amici se non il fratello e i suoi incontri personali sono circoscritti a quelli con il suo psicoterapeuta, è pervaso da un egoismo celato che lo porta a non riuscire nemmeno a rendere felice la persona che ha accanto pur essendo opera della sua immaginazione e dei suoi desideri più reconditi.
Probabilmente un'ispirazione deve rimanere un'ispirazione e non può svilupparsi perché perde il suo fascino se diventa reale. Probabilmente non ci si può creare la propria marionetta.
Ci troviamo di fronte ai desideri di Calvin travestiti da Ruby.
Quando Ruby inizia anche solo a sviluppare una minima forma di personalità, questa viene immediatamente repressa, Calvin non le lascia indipendenza, non le regala un suo modo di essere, la ridicolizza, la fa impazzire, la uccide.
Ed è in questo atteggiamento che "Ruby Sparks" non si presenta come commediola sentimentale convenzionale, è un film sul potere, sul controllo nei rapporti umani, sulla scelta.
Una tragicommedia brillante, dove di tragica troviamo, anche se poco insistente e appena percettibile la condizione di solitudine di Calvin che come un fil rouge attraversa la vicenda dall'inizio alla fine, della commedia i procedimenti e le strutture che creano numerosi imprevisti e generano divertenti giochi di parole e scenette cabarettistiche.
Una novella finto-romantica che di amore con la A maiuscola ha ben poco, se non quello per sè stessi: il traguardo non è trovare l'amore, è finire il secondo romanzo.
Scintille. Emozionante climax finale che sfocia nel confronto (non-confronto!) dei due protagonisti (Paul Dano e Zoe Kazan ci regalano un'ottima prova interpretativa): Calvin scopre le carte e lo fa con tranquillità, l'incantatore di serpenti davanti al serpente inerme, il marionettista con i fili in mano...
Scintille affievolite. Finale classico, "sentimentally correct", un po' troppo buonista e scontato, il film che per antonomasia deve avere il lieto fine. Peccato per un film così fiabesco, dove i personaggi sono godibili e le location (poche) ben scelte e utilizzate, ci sarebbe voluta un più fantasia o in alternativa... una macchina da scrivere.
Una creazione è tua per sempre, una persona si volta e se ne va. (E non sempre la ritrovi al parco).
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Recensione a cura di Aenima - aggiornata al 19/11/2012 15.51.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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