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Emilio e Miguel sono compagni di stanza in una casa di riposo per anziani. Emilio, ex direttore di banca, è appena arrivato, portato dal figlio che non vuole più occuparsene, e Miguel, che invece non ha nessuno, si offre di fargli da cicerone, introducendolo alle varie attività dell'istituto e presentandogli gli altri ospiti. Miguel, pur avendo l'antipatica tendenza a sfruttare gli ospiti meno lucidi per sottrar loro del denaro, si rivela prezioso per Emilio quando i sintomi dell'Alzheimer iniziano a manifestarsi ed Emilio corre seriamente il rischio di finire al piano di sopra, dove ci sono gli ospiti che hanno bisogno di assistenza continua...
Film come "Rughe" ("Arrugas") dimostrano le potenzialità dell'animazione, sottolineando che gli unici limiti sono quelli imposti dalla fantasia degli autori, sempre più impigriti dalle meraviglie tecniche dell'era digitale. Paradossalmente, il genere che per eccellenza è associato ad un pubblico infantile si dimostra il più adatto a raccontare la storia di un anziano che scivola lentamente nell'incubo dell'Alzheimer. Il film di Ignacio Ferreras, che riprende lo stile ed il character design dell'omonima opera a fumetti di Paco Roca da cui è tratto, è costato due milioni di euro e non ha goduto di una distribuzione internazionale adeguata, confinato principalmente al circuito dei festival. Non deve aver aiutato lo stile essenziale, una veste estetica lontanissima dai canoni contemporanei della computer grafica, scarna e bidimensionale, probabilmente limitata anche dal budget. Tali limiti sono però immediatamente superati: è sufficiente la prima scena a rivelare che Ignacio Ferreras è in grado di usare tutti i vantaggi dell'animazione per raccontare la storia di Emilio. La transizione dall'ufficio della banca nella testa di Emilio alla realtà è sufficiente a catturare l'attenzione dello spettatore per non lasciarla più.
La delicatezza con cui Ferreras narra la storia di Emilio e Miguel è l'effetto speciale di "Rughe". Tutto il film è pervaso da un senso di autentico affetto nei confronti degli anziani; "Rughe" è quasi una lettera di scuse per tutte le volte che abbiamo scelto, volenti o nolenti, di ignorarli, pur sapendo che tutto ciò che resta loro è l'affetto delle persone care. Non c'è mai una manifesta accusa del sistema delle case di riposo o della negligenza di quanti vi "parcheggiano" i genitori, perché il centro della storia è il modo in cui Emilio, costretto a ridefinire la propria vita a causa del trasferimento coatto nell'ospizio, percepisce la sua mente arrendersi alla malattia.
E' ovvio, sin dalla prima scena, cosa succederà a Emilio: la malinconia che pervade il film è data proprio dalla consapevolezza che per lui non c'è via di scampo. "Rughe" racconta però anche la vicenda di Miguel, compagno di stanza di Emilio, che trascorre le giornate inventando stratagemmi per sfilare qualche banconota agli anziani meno lucidi. Miguel è convinto che la sua vita solitaria ed egoista sia stata - in fin dei conti - la scelta più giusta; mentre gli altri soffrono per il disinteresse di figli e nipoti, Miguel non aspetta nessuno e non ha nessuno che possa deluderlo. "Rughe", senza alcun sentimentalismo forzato, riesce con una grazia innaturale anche nel compito di far sembrare autentico l'arco narrativo di Miguel, a cui la vita concede un'ultima occasione di redenzione, necessario perché il film sia un manifesto di speranza e di gratitudine per le persone che la vita ci mette accanto, anche quando sembra essere crudele e ingiusta.
"Rughe" è un gioiello, imperdibile per gli appassionati di animazione e per quanti cercano nel cinema l'arte di rappresentare autenticamente la realtà e gli strumenti per darle quel senso che spesso sembra sfuggire.
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 24/07/2013 11.02.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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