Voto Visitatori: | 6,14 / 10 (11 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 6,50 / 10 | ||
"Scary or die" è un film horror diretto da Michael Emanuel (stesso regista di "Maneater"), diviso in 5 episodi, con ognuno una trama e una tematica differente. Pur molto simile a "Racconti della cripta", mantiene comunque elementi innovativi che lo distinguono dal panorama attuale.
Nel primo episodio, "The crossing", due xenofobi depravati sequestrano alcuni stranieri del posto (precisamente messicani), li radunano in una zona di confine e infine li uccidono senza pietà. Il tutto sotto gli occhi di una ragazza ingenua che, pensando di fare una vacanza insieme ai suoi "2 amici", si ritrova coinvolta in un spettacolo orribile e sanguinolento, dove non c'è scampo per nessuno. All' improvviso emergono dalle terre degli zombi (dall'aspetto romeriano) per vendicarsi con i loro aguzzini.
Scene gore e qualche litro di sangue non bastano a vivacizzare un episodio, "The crossing", che di per sé appare lento e poco spaventoso.Qualche elemento stilistico, come la location oppure il make up degli zombie, riesce a dare un effetto migliore, ma non sufficiente.
Il secondo episodio ("Taejung's lament") affronta invece un altro topic horror classicheggiante: il vampirismo. Un uomo, che ha appena perso la moglie, vagando per la strada assiste ad una scena orribile: un pazzo sta portando via con la forza una ragazza, (probabilmente) per molestarla o farle del male. Decide di accorrere in aiuto e la salva in corner dalla furia omicida, riportandola a casa. Presto la ragazza, riconoscente, lo invita ad uno "small party", che si dimostrerà, poi, una bloody reunion con tanto di donne-vampiro assetate di sangue.
Poco comprensibile questo lamento di taejung. Non si capisce più che altro dove voglia andare a parare, se verso una "ghost story" oppure verso qualcos'altro. Ci sono fotogrammi carini, locations giapponesi assai gradevoli, ma nel complesso non soddisfa. Il finale poi è un tocco di genialità che, però, paradossalmente, aumenta i dubbi sulla sceneggiatura e sul plot.
Il film si riprende un pochino con "Re-membered", terzo episodio, che aggiunge un po' di suspense pur avendo una trama molto esile e poco curata (un uomo che uccide le persone e poi le "smembra", sente dei rumori strani provenire dalla macchina e inizia a temere che qualcuno trami contro di lui, forse un fantasma pronto a vendicarsi per la fine che ha fatto).
Molte scene sono disturbanti e la colonna sonora è carina. Il protagonista inoltre se la cava bene con la recitazione ed esprime perfettamente l'animo depravato e incattivito di un uomo che è stato (metaforicamente) smembrato dei suoi valori, che vive ai confini della legge e svolge un'attività molto simile a quella di Leatherface, macellatore da strapazzo, che vive in un ambiente squallido.
Ci si chiede, in molti frangenti, perché il regista abbia sviluppato poco questa sua idea e abbia realizzato un corto davvero troppo "corto", al punto da risultare incompleto, per non dire altro.
Il quarto episodio "Clowned" (in italiano "Clownizzato") è quello che occupa sì e no la metà del film. Da notare che fra un racconto e l'altro notiamo la mano mostruosa e squamosa di una ragazza (o una donna), che si appresta a scegliere sul pc quale video vedere. E poi pfff... "Clowned", bella scelta, ottima.
Inizialmente vengono inquadrati due fratelli che giocano in spiaggia e la fidanzata di uno di questi, che sta prendendo il sole. Insomma il regista ci vuole dire che questi due fratelli sono molto legati fra loro e quello maggiore farebbe di tutto per proteggere quello minore. Durante una festa però un clown malefico e sadico morde il fratello maggiore e piano piano avverrà la metamorfosi... lui stesso si trasformerà in un clown, assetato di carne umana. Che fare? Soddisfare il proprio piacere e mangiare il fratello piccino oppure mantenere il patto di fedeltà con lui e proteggerlo sempre?
Una storia, insomma, molto drammatica (forse troppo?), ma ad ogni modo bella, con qualche picco di tensione non trascurabile. E poi questo clown è quasi più spaventoso di quello kinghiano nel romanzo (e nel riadattamento cinematografico) chiamato "IT".
Il quinto ed ultimo episodio narra di una storia di vendetta, effettuata da una donna, che fa uso di "riti vodoo" o stregonerie. Ruolo importante perché conclude il ciclo, che ciclo (come abbiamo detto) non è. Gli episodi sono scollegati fra loro ed anche questo "Love come back" non c'entra una mazza con gli altri quattro. E' un corto, però, davvero apprezzabile, il più riuscito insieme a "Clowned".
In tutti i cinque episodi è evidente quanto sia stato curato il lato tecnico e quanta fantasia avesse chi ha ideato gli script, uno più creativo dell'altro. Il film in generale vuole proporre una denuncia (sottile) al genere horror che, nel barcamenarsi fra varie tematiche (vampirismo, zombie etc), non sa rinnovarsi e spesso stagna nella più dilagante monotonia. Ecco che "Scary or die" sveglia dal profondo sonno lo spettatore deluso dal genere horror, dimostrandosi gradevole nonostante alcuni intoppi di sceneggiatura. Good Job, Michael Emanuel.
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Recensione a cura di dubitas - aggiornata al 14/10/2013 16.49.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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