Voto Visitatori: | 7,23 / 10 (35 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 7,50 / 10 | ||
"Noi siamo The East, non ci importa quanto siate ricchi, vogliamo che tutti i colpevoli provino sù loro stessi l'orrore dei propri crimini... Mentiteci... Vi mentiremo... Spiateci... Vi spieremo... Avvelenateci, vi avveleneremo. Cominceremo la nostra opera di terrorismo globale attaccando nei prossimi sei mesi tre note multinazionali... E questo è solo l'inizio".
"The East" è il secondo lungometraggio del regista Zal Batmanglij, pellicola che narra le gesta di un pericolosissimo gruppo di eco-terroristi il cui unico scopo è quello di colpire le corporazioni più potenti che stanno distruggendo il pianeta.
Sarah (Brit Marling) è un'agente che lavora per un'agenzia investigativa, la Hiller-Brood. La ragazza si ritrova a lavorare sottocopertura per raccogliere informazione su un gruppo di terroristi chiamati The East, ma dopo un buco nell'acqua iniziale, Sarah riesce a trovare l'aggancio giusto per infiltrarsi nel gruppo e per raccogliere i dati circa le operazioni e i personaggi coinvolti. Ben presto però le situazioni cominceranno a far crollare quelle che erano le certezze di Sarah: chi sono i criminali? Un gruppo di giovani che vuole ripagare con la stessa moneta le multinazionali, o queste grosse società che con i loro prodotti uccidono un intero ecosistema?
Zal Batmanglij decide di dirigere un film crudo e diretto a coinvolgere lo spettatore grazie al carisma dei personaggi contrapposti all'ipocrisia del mondo esterno alla loro sfera relazionale. "The East" è quasi un film corale, in quanto il regista franco-americano decide di unire tutti gli elementi per creare una certa armonia. I luoghi, le personalità, i momenti action, il tutto ben diretto con una certa sicurezza dal regista che riesce, nonostante la poca esperienza, a dimostrare un certo talento per film dal contenuto fondamentalmente drammatico.
"The East" non parla solo di eco-terroristi, soprattutto mette in luce un intero sistema fatto di soprusi da parte di società a servizio del denaro. L'opera di Batmanglij tutto vuole essere tranne che bacchettona, il compito di tale pellicola non è quella di puntare il dito, ma bensì di sensibilizzare. Ciò che la protagonista prova alla fine del suo lungo percorso con gli East, è ciò che molti di noi si ritrovano a pensare quando sentono notizie riguardanti gli incredibili dati sulla mortalità in alcune città dove le fabbriche hanno fatto danni al sistema e all'ambiente.
Come già scritto precedentemente, "The East" non vuole rimproverare lo spettatore medio ed esortarlo ad agire, ma in un certo senso getta le basi su quelle domande che puntualmente ci attanagliano quando sappiamo che la nostra atmosfera ha un tasso di inquinamento al di sopra del consentito, e che molte morti son dovute proprio a queste catastrofi ambientali.
Tecnicamente "The East" è un film abbastanza riuscito, la regia si mantiene su livelli non eccessivamente bassi, ciò che invece potrebbe essere preso per difetto, è un ritmo che a tratti zoppica e che potrebbe far perdere allo spettatore l'attenzione necessaria per recepire il messaggio. La sceneggiatura, scritta a 4 mani proprio da Zal Batmanglij e Brit Marling, appare a tratti pretenziosa. Anche se poi, il risultato finale è abbastanza discreto, ma è proprio questa sceneggiatura a non rendere bene l'idea dei personaggi, che sanno un po' troppo di arrangiato. Soprattutto il personaggio di Benji (interpretato da Alexander Skarsgård), sembra un Charles Manson un po' annacquato e troppo contorto per poter dare l'idea del leader assoluto all'interno di un'organizzazione terroristica di larga scala.
Infine, una menzione speciale va alla bellissima fotografia di Roman Vasyanov che, nonostante il budget non proprio delle grandi occasioni, riesce a dare quel tocco hollywoodiano ad una pellicola che accarezza in maniera fin troppo veemente l'indipendente.
Ultima nota, a tratti positiva ed a tratti negativa è da riservare al cast e, a parte due nomi noti, non presenta nessuna personalità di richiamo. Alexander Skarsgård ("True Blood"), come già detto precedentemente, non riesce a rendere bene l'idea del leader solitario, forse messo lì più per accalappiare le sue fan (e fan della fiction di cui è protagonista) che non per bravura. Ellen Page ("Juno") invece riesce ad intendersi alla perfezione con il ruolo di Izzy. Un po' borderline nel suo abbigliamento ed un po' ribelle nella sua personalità, la giovane canadese si trova a meraviglia in questo contesto, anche perché abituata con i suoi precedenti lavori, tra tutti "Mouth to mouth". Brit Marling ("Another Earth"), ironia della sorte, è proprio la nota dolente del cast, troppo eccessiva e con l'espressività di un iceberg la bella attrice americana pur sforzandosi di darci anche solo un piccolo indizio del cambiamento personale di Sarah Moss, finisce per gettare nel panico anche lo spettatore più interessato. A salvare l'operato degli attori ci pensano un bravissimo Shiloh Fernandez ("La Casa" remake del 2013) ed un ottimo Toby Kebbell ("Dead Man's Shoes - 5 giorni di vendetta") che riesce a farci apparire chiari e limpide le motivazioni terroristiche che spingono i The East a commettere quegli atti criminosi.
Ultima lamentela la si potrebbe rivolgere ai distributori italiani che hanno fatto di tutto per rendere invisibile questo film, proiettandolo solamente in 5 sale in tutta la nazione. Un trattamento che "The East" proprio non si meritava e che ad esser maliziosi si potrebbe pensare anche ad un atto voluto di sabotaggio.
In conclusione, "The East" è un buon film che ha qualche pecca nel ritmo e in qualche interpretazione troppo sottotono, ma nel contesto è una pellicola che lancia un grande messaggio di responsabilità ed è decisamente inusuale per i giorni nostri, anche solo per questo merita non solo la visione, ma anche un rispetto che purtroppo qualcuno non ha avuto.
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Recensione a cura di HollywoodUndead - aggiornata al 23/09/2013 17.17.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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