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Guido e Antonia: due ragazzi di oggi che vivono insieme alla periferia di Roma.
Diversi come il giorno e la notte: Guido è un toscano colto e pacato mentre Antonia è una siciliana passionale e un po' ignorante. Eppure nonostante tutto si amano e vorrebbero un figlio - o meglio lo vorrebbe Antonia - e quindi si avventurano nel territorio sconosciuto e tutto in salita della fecondazione assistita dando la stura a delle situazioni impreviste.
Paolo Virzì torna alla regia con una commedia romantica senza nomi di rilievo, ma perfettamente interpretata dai giovani attori protagonisti: Luca Marinelli, già visto in "La solitudine dei numeri primi" e la cantautrice Thony, al suo esordio cinematografico ma già consumata e abile nella recitazione.
Virzì vince la scommessa di trattare un argomento tabù quale quello del "figlio a ogni costo" con disinvolta ironia; oltre a questa tematica centrale colpisce soprattutto la lotta che i due giovani innamorati si trovano ad affrontare, spesso inconsapevolmente, contro il mondo esterno che appare cattivo e volgare. I vicini di casa sono litigiosi, pittoreschi e distanti mille miglia dalla sensibilità che condivide la giovane coppia Guido e Antonia, molte figure incrociate dai due protagonisti sono poco solidali, instabili, eccessive.
La commedia sentimentale tracciata dal regista descrive il quotidiano dei due giovani mostrandoli nel loro tran tran affannato e niente affatto normale: Guido, che ha rifiutato una cattedra a Princeton per restare con la sua compagna, è portiere notturno in un grande albergo, mentre Antonia lavora in un autonoleggio. I due riescono ad incontrarsi solo al mattino, quando Guido sveglia la compagna con la colazione e notizie sul santo del giorno (di qui il titolo).
Come ogni storia d'amore che si rispetti, Guido e Antonia avranno il loro periodo di crisi dal quale sapranno risollevarsi, a simbolo di quel precariato in lotta a sua maniera contro il mondo e protagonista ormai in diverse pellicole del regista toscano.
Altra protagonista della storia la periferia della città capitolina: Roma appare soltanto all'inizio nel suo skyline, all'alba di un nuovo giorno, ma ad animarsi sono essenzialmente i "non luoghi" come la hall dell'albergo, la stazione ferroviaria, gli atri asettici degli ospedali e quelle case tutte uguali del raccordo anulare perché, intento del regista, è inquadrare gli interpreti intorno a tutto il resto più che renderli parte di un tutto.
A completamento della love story precaria, una colonna sonora degna di essere ascoltata da Beethoven che apre il film e fa continue incursioni, alle canzoni delicate e suadenti eseguite e scritte dalla bravissima Thony.
Un film un po' atipico che potrebbe richiamare per molti aspetti il primo grande successo di Virzì, "La bella vita", (1994) e sicuramente destinato a bissare i positivi risultati finora conseguiti dall'artista livornese.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 15/10/2012 13.30.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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