tutti i santi giorni (2012)

Commedia simpatica e leggera sul tentativo di coppia di avere un figlio ad ogni costo. Senza grandi pretese, ma risulta godibile come intrattenimento soft.

Sufficiente senza dubbio, gli interpreti sono bravi e il tema principale trattato è molto importante e delicato. Ma trama e sceneggiatura potevano esser fatte meglio.

Visto ieri sera. Classico filmetto senza infamia e senza lode di Virzì. C'è sempre l'intento di fare il capolavoro stile commedia all'italiana da parte di questo regista ma purtroppo lui non è Monicelli, Marinelli non è Sordi e sta Thony (che fino a ieri non sapevo chi fosse) non è la Mangano. Comunque, come dicevo prima, non è nemmeno un film da buttare via. Alla fine è carino e si lascia guardare.

si dai alla fine è un bel film...forse si perde un po' lungo la strada...però è carino si lascia guardare....chiaramente bella la colonna sonora

Nonostante le buone interpretazioni il film risulta piatto e banale, colpa di una sceneggiatura che non dice niente di nuovo. Dimenticabile

Non il miglior Virzì di sicuro, ma visivamente il film è riuscitissimo (da non perdere il blu ray) e i due interpreti molto indicati.

Qualche banalità ma il tutto risulta abbastanza verosimile; la mano di Virzì si sente solo a volte, e ci si trova di fronte all'ennesimo film di realtà filmata e regia invisibile.

Ci si ama, ci si odia, ma si sta sempre assieme; fanno capolino i soliti temi (divario nord-sud, fedeltà-infedeltà ecc.), c'è dolcezza e tatto e tutto si vede senza problemi.

Non innova per niente (soprattutto a confronto con altri film del regista, che invece presentavan tutta uan serie di novità), ma è un discreto film romantico che ha "il fascino del cinema indipendente" [mia cit.].

Non il migliore di Virzì (che negli ultimi anni si sta avviando lentamente alla consacrazione definitiva e maturità artistica).
Ma in questo film c'è una scena particolarmente intensa che, secondo me, riassume tutta la poetica dolce-amara del regista livornese.

Guido e Antonia si siedono sulla panchina di un parco giochi, impazienti di leggere i risultati dell'ennesimo tentativo di gravidanza. Guido apre la busta e sbircia i risultati ma la richiude subito. Dopo qualche attimo di silenzio, si rivolge ad Antonia cambiando argomento e parlando delle piante in giardino. Antonia lo guarda intensamente, consapevole delle intenzioni del marito, e ne diventa complice, parlando a sua volta di altro, di viaggi, di una vacanza, di quella Sicilia che ama più di quanto lasci credere. Morale della storia: i due ancora una volta non avranno figli, in compenso hanno quello che manca alla maggior parte delle altre coppie: la complicità l'una dell'altro.

Una scena dolce e tragica allo stesso tempo, che trasuda sensibilità da tutti i pori. Come tutto il film, del resto. Come tutta (o quasi tutta) la filmografia del buon Virzì.

Carino....inteso...da guardare!

Filmetto abbastanza piacevole ma mi aspettavo qualcosa di più. Discrete le vicende dei personaggi come discreto è anche il film. Dialoghi non sempre facili.

Film bruttino con un personaggi improbabili e una trama un po' scontata e abbastanza banale. Avrebbe potuto essere una discreta raffigurazione della contemporaneità, ma disegna personaggi al limite del macchiettistico. Trascurabile.

Anche se Virzì ci ha abituato a ben altro e fin troppo bene questo film in tono "minore" non delude assolutamente. Due personaggi agli antipodi in tutto ma che trasudano amore ad ogni scena e il loro desiderio-ossesione di maternità è tangibile e quasi si tocca per tutta la durata della pellicola. Ne esce una storia dai contorni difficili ma gradevole da seguire con i protagonisti principali davvero superlativi.

Per ora Virzì non mi ha mai deluso, nemmeno con quello che credevo essere un suo "minore". Forse lo è, ma non esageratamente, una pellicola viva, schietta, che tratta un argomento molto delicato, come il desiderio di un figlio ( e le sua conseguenze) avvicinando empaticamente lo spettatore, in una storia che poteva essere banale come tante altre. Invece la storia appassiona, peccato però per un finale che ripensandoci poteva essere migliore.

morbido,piacevole al tatto,con due personaggi complementari e surreali

Marinelli esplosivo

resta una dolcissima sensazione di vero nel palato

Un Virzì anonimo che realizza una commedia che manca di brillantezza. Peccato vista la tematica trattata!

Bello...garbato...con un piacevole miscuglio di ironia e una velata tristezza...piacevoli i due personaggi...lui quasi surreale..una colonna sonora azzeccata..e anche i comprimari molto simpatici!

Sempre stimato Virzì, ma questo credo sia il suo film peggiore. 100 minuti di banalità no-stop caratterizzati da personaggi e macchiette di contorno poco funzionali o addirittura irritanti.

Ennesima buona prova di Paolo Virzì, che riesce ancora una volta ad affrontare tematiche delicate, strappando diversi sorrisi, in particolare grazie alla prova del protagonista maschile, Guido, ben caratterizzato ed originale. Il lieto finale appare un pò forzato e banale, ma ben si concilia con l'atmosfera complessiva della pellicola.

Una coppia che vive serenamente la propria storia d'amore, entrambi hanno un lavoro sicuro e sembrano felici quando decidono di avere un figlio.
Quando tutte le loro speranze si affidano a qualcosa di concreto che non arriva o che viene a mancare ecco che gli crolla il Mondo addosso e quella vita non trova piu' senso in loro.
E' quello che succede alla protagonista del film che riuscira' a distruggere tutto quello che aveva costruito a causa della sua impossibilita' ad avere un figlio.
In questi toni drammatici la sceneggiatura riesce comunque a regalare dialoghi brillanti e spesso divertenti.
La coppia semi-sconosciuta di protagonisti fa ottimamente il suo lavoro, cosi come risulta indovinata la scelta delle musiche.
Ma è un Virzi che considero "minore" anche rispetto agli ultimi lavori. Anche la regia fa qualche passo indietro.

bello

Bel film italiano che racconta le vicissitudini di una coppia in cui lui, tranquillo ragazzo, inizia una relazione con una donna esuberante che aveva molti sogni rimasti però ormai delusi...

Ennesimo film convincente di Paolo Virzì, bravo nel raccontare storie normali che nascondono diverse sfaccettature sulla vita di coppia e l'evoluzione che ne consegue se messa a dura prova.
Una storia liberamente tratta da un romanzo, ben diretta, ritmata ed emozionante, interpretata magnificamente dal duo di protagonisti che sembrano molto affiatati e ben calati nella parte.
Una pellicola certamente poco propensa all'originalità ma sicuramente apprezzabile e capace di intrattenere ben lo spettatore.

film carino ma non entusiasmante...i protagonisti sono bravi e la storia è toccante e per molti versi un pò triste...insomto ma lui è davvero tenero ma ho finito un pò per odiare lei...
Carino.

ritengo virzi' il miglior regista italiano, un tantino sopra garrone e sorrentino, pur non partorendo la sua opera migliore riesce a fare film gradevoli,originali e mai patetici

Cavolo quanto m'è garbato sto film!!
E che piacevole sorpresa Thony...

Un buon film italiano come se ne vedono pochi.
Peccato che non mi abbia convinto tanto la sceneggiatura nel finale,che ho trovato un pò forzata.

Guido e Antonia sono due personaggi surreali nella nostra immaginazione e soprattutto fuori contesto rispetto la borgata di Acilia, dove vengono incastonati come un diamante su un anello di alluminio. Il verismo di Virzì è fiabesco e maledettamente concreto allo stesso momento. Situazioni ai limiti della realtà quotidiana si intrecciano con il vissuto di ognuno di noi. Una commedia ago-dolce stile Ovosodo, dove la partecipazione emotiva con i protagonisti è sempre presente.

Come sempre Virzì affronta temi forti e di largo consumo; una prima parte pirandelliana, tutta la comicità nella drammaticità di certe situazioni ed una seconda parte di drammaticità pura. Bravo Marinelli, belle le musiche, meritevole il film, anche se Virzì ha fatto di meglio.

Questo film riesce a compiere un piccolo "miracolo": quello di risultare leggero e divertente ma al tempo stesso profondamente serio e drammatico.
Credo ci sia stata, in questo caso, grande intelligenza nel trattare una tematica tanto attuale e tanto delicata quale la difficoltà, per alcune coppie, di concepire, nonostante il forte desiderio di avere un figlio. La vicenda narrata risulta essere una vera e propria lente di ingrandimento delle dinamiche di una coppia salda e autentica che vede sfaldarsi le certezze e i progetti di una vita difronte ad una grandissima difficoltà fisica ed umana. L' "inferno" e la pura disperazione che vivono interiormente i due protagonisti, ciascuno a modo suo, risultano metterli a dura prova in quanto "coppia". Con tanta ironia, forza, maturità e amore, i due si riscoprono ancora più uniti e con la voglia di stare insieme, giorno dopo giorno, con il sorriso, prendendo la vita così come viene.
Storia molto toccante, emoziona tirando fuori sorrisi e lacrime, facendo riflettere.
Bravissimi i due protagonisti, bellissima e originale la caratterizzazione dei personaggi che, pur diametralmente opposti, si compensano alla perfezione rappresentando un mix davvero perfetto.

la musica ti entra sotto la pelle, la trama è ben fatta, nell'ultimo periodo tra i migliori film che ho visto e poi fiducia cieca in Visitilli

ottimo come sempre virzi,bella la storia,a tratti diveretnte. consigliato

A mio parere incantevole, uno dei più bei film di questo genere usciti negli ultimi anni. Profondamente romantico, ma allo stesso tempo ricco di momenti che fanno sorridere, se non proprio ridere. Lui adorabile, lei brava e molto simpatica. Ti lascia sicuramente qualcosa

Film che segue il filone "all'italiana" di questo periodo. Non in senso negativo ovviamente. Virzì si conferma un regista di grande fattura, malgrado come notava qualcuno, nessuna grande trovata "tecnica". Coraggiosa e vincente la scelta di puntare su una protagonista femminile sconosciuta. Si sorride e si riflette con questo film estremamente gradevole. 7 pieno.

Non male, attori sconosciuti ma molto bravi, una commedia che si lascia guardare!!!

senza infamia e senza lode

Virzì filma la precarietà dei nostri giorni attraverso la vita della coppia Guido e Antonia, quest'ultima abilmente recitata rispetto al primo. Sono diversi, nello stile, nel lavoro, nella vita. Caratteri contrastanti che però si sposano alla perfezione; Guido è il classico intellettuale, affascinante e al contempo buffo, Antonia è una ragazza piena di vita, fresca di novità ed energica. La vita della coppia subisce un punto di rottura laddove emerge il sogno di avere un figlio, quasi una necessità che spinge gli innamorati nel loro tentativo di riscatto dalla monotonia, dalla famiglia e soprattutto dal mondo. Emergeranno incomprensioni, sentimenti e soprattutto i ruoli dei personaggi all'interno del film.

La pellicola funziona abbastanza bene, dopo un inizio certamente incerto, lento e confuso che però lascia intravedere qualche barlume di speranza, soprattutto rappresentato dal personaggio femminile ed energico di Antonia. E' però il contorno che non regge fino in fondo: gli attori, ad esclusione di Antonia, sono fin troppo caricati, mentre le situazioni sanno di già visto. E' soltanto il personaggio di Antonia l'unica novità in questa commedia a carattere drmmatico, mentre tutto il resto sposa una visione opaca e distinguibile della società nei nostri giorni.

Purtroppo Virzì questa volta non stupisce fino in fondo, anche se la commedia è ugualmente distinguibile e garantisce una piacevole (e incerta) visione.

E' una storia d'amore in fondo nata per caso, quasi una botta e via ma che, mattone dopo mattone, è diventato un bel rapporto fra i due protagonisti in cui la profonda diversità di carattere dei due protagonisti diventa complementare come i loro due lavori, di giorno lei di notte lui. Un rapporto che nessuno dei due vuole perdere perchè nel mare di precarietà economica e di valori che è diventato il nostro paese, è lo scudo protettivo per andare avanti reciprocamente, eppure....C'è sempre quel tassello che manca, la tappa finale di quel figlio tanto sognato che diventa un'ossessione che incrina il tutto e che simbolicamente è la mancanza di quel futuro per una generazione già massacrata in abbondanza.
E' un Virzì diveerso dal solito, meno graffiante rispetto a Tutta la vita davanti ma molto più amaro e malinconico. come diverso mi è sembrato il suo modo di approcciarsi al suo stesso cinema che vira sempre sul racconto corale, ma in questo caso rimane più minimalista ed ancorato ai suoi protagonisti (bravissimi entrambi gli attori) quasi a proteggere questi due personaggi dal marasma di figure tipizzate e caricaturali che in una certa maniera vogliono scardinare la loro relazione. Ancora una volta un bravo al regista toscano.

Un altro racconto di Virzì sulla precarietà dei nostri giorni. Non solo precarietà professionale, ma precarietà che da lavorativa si fa esistenziale, perché contagia prima la fiducia in se stessi, e quindi quella nella propria vita sentimentale. Arrivando a minacciare di inibire il futuro, a ricacciare in gola un desiderio, un progetto anche tanto voluto. Molto bello e reale, in questo senso, il personaggio di Antonia (molto ben interpretato pure).
Virzì affida il suo messaggio di speranza a un personaggio - quello di Guido - che a tratti appare eccessivamente indolente. Il limite dei personaggi di questo film (fatta eccezione per Antonia, ma compresi tutti quelli di contorno, che vorrebbero essere rappresentativi di tipi umani della società italiana contemporanea) sta nel loro essere macchiettistici, caricaturali, estremizzati: Virzì è sincero ma non è un autore dalle profonde sfumature, e il suo cinema fatica a tenersi distante dalla fiction televisiva.

Non ricordo lo stile degli altri film di Virzì visti in passato: ma di questo mi ha dato parecchio fastidio lo stile sciatto, quasi naif o forse gentilmente punk. Mdp mossa senza stile, con tagli delle inquadrature sbagliati e primi piani ingombranti.

Virzì è sempre Virzì, pur essendo questo film diverso in un certo senso dai suoi precedenti... qualche passaggio che non mi ha convinto, però è un film che ti fa sorridere e a volte ti emoziona anche. Un bel sette e mezzo ci sta tutto

Virzì stavolta non mi ha convinto del tutto. Questo lavoro ha dalla sua il fatto che tratta in modo piuttosto diretto ma con eleganza una tematica molto attuale e difficile.
Il peggio mi son sembrati i personaggi: banali, prevedibili (anche nella loro imprevedibilità), stereotipati e privi di spessore.
Il film scorre bene per tutta la prima parte, ma, personalmente, alcuni passaggi mi son sembrati piuttosto forzati...

SPOILER

Non male, ma la sensazione è quella di un film incompiuto e irrisolto, stavolta Virzì non "graffia" su certi temi sociali come nei precendenti film ("Tutta la vita davanti"), confeziona una bella storia sentimentale che però scorre lieve e senza grossi sbalzi emotivi, un film del tutto privo di quella grazia e poesia del precedente "La prima cosa bella". Una romantica storia d'amore dei tempi moderni che non è riuscita a coinvolgermi pienamente. Attori (esordienti, credo) bravi e convincenti nella loro parte.

Un Virzì finalmente (quasi) libero dagli stilemi della commedia all'italiana confeziona un film divertente e molto commovente, semplice ed elegante, una commedia da esportazione che non sfigurerebbe accanto al meglio della produzione indie americana di questi ultimi anni. Meravigliosi gli interpreti, di cui ci si innamora dopo mezzo minuto. Incantevoli le canzoni di Thony e il brano finale di Simone Lenzi dei Virginiana Miller (anche autore del romanzo da cui è tratto il film).

Film commovente, intimo, senza fronzoli, che commuove e fa ridere al contempo. Molto bella anche la colonna sonora.
A mio giudizio è il più bello di Virzì.

Esternazione di banale banalità. Tutto è largamente prevedibile, ma in genere si rinuncia volentieri al gusto dell'inatteso se la storia è rinforzata da una dimensione credibile. Guido e Antonia purtroppo mi sono stati totalmente alieni, credo perché rientrano negli stereotipi alla perfezione, sia presi singolarmente sia in quanto coppia. Virzì in passato ha saputo cucire addosso ai suoi personaggi i più inveterati luoghi comuni. Nel farlo si è dimostrato un sarto puntualmente incauto, così da plasmare figure ondeggianti e non incasellabili. "Tutti i santi giorni" invece sta comodo comodo nella rete dei cliché, raggiunge apici di clamorosa ingenuità. Il cane Rivolta, nominato supplente di un desiderio ben più complesso, è una trovata di bestiale patetismo. Nonostante ciò è meglio lasciarsi deludere che astenersi. Questa caduta ha un che di notevole, forse una certa lealtà. Più che ambiziose pretese ho visto crollare alte intenzioni.