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Ottimo documentario della HBO su Warren Buffet, intelligentissimo, geniale, con un innato istinto per gli affari, che nella vita privata ha difficoltà a distinguere uno scolapasta da una pentola: questo perchè la cosa semplicemente non gli interessa, la sua mente è stata sempre e totalmente dedicata al business ed a ciò che gli interessa. Documentario sobrio che con eleganza riesce a descrivere sia il Buffet implacabile uomo d'affari, sia il Buffet impacciato, assente, distratto in versione familiare/affettiva, raccontata con delicatezza ma anche chiarezza in particolare dai suoi tre figli. Una inadeguatezza in ambito familiare culminata con la moglie Susie che lo lascia negli anni 70, pur chiedendo ad una amica comune, Astrid Menks, di occuparsi di Warren, perchè da solo non avrebbe potuto farcela. E poi la morte di Susie, dolorosa, nel 2004, il matrimonio con Astrid, e il cambiamento di Buffet, che diviene filantropo, onorando nel migliori dei modi Susie. Il leggero tocco di autoironia che permea tutto il documentario l'ho apprezzato molto.
Il documentario della HBO su Warren Buffett, uno degli uomini più ricchi del mondo e considerato il grande investitore della storia, lavora su due fronti che si intrecciano con frequenza. Il primo è l'ambito lavorativo in cui Buffett mostra fin da giovanissimo delle capacità innate nel "fiutare" i buoni affari, investire con metodo e raziocinio e fare montagne di soldi con apparente facilità. Parallelamente a questo è presente l'evoluzione dell'uomo come persona, ed in questo la famiglia ed il suo essere sempre radicato nel luogo di origine, Omaha nel Nebraska, ha contribuito in maniera fondamentale. Uno stile di vita abbastanza spartano e mai appariscente, la volontà di creare un legame stretto con gli investitori e la decisione di donare gran parte del suo patrimonio ad attività filantropiche. Documentario interessante che non eccede nel celebrativo, ma anzi rimarca alcuni difetti caratteriali evidenziati anche in maniera divertente.