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Preso alla mia bella Mondadori di Milano, vicino al Duomo. Allora...mutuare l' opera di burroughs e ginsberg in cinema non è facile. Per me ci sono maggiormente riusciti altri cineasti come Cronenberg (videodrome specialmente, più del suo atto d' amore verso i beat de "il pasto nudo"). Questo film non è magistrale ma mantiene comunque lo spirito acido della nuova rinascita letteraria americana. E' un piacere vedere anche un importantissimo alfiere della musica afro-americana come Ornette Coleman. Si tentava infatti un ibrido tra poesia beat e jazz (specialmente il be-bop) un esempio le liriche di Ferlinghetti musicate. Il jazz, il ritmo sincopato, l' ideale del varcare il confine fisico e morale sono le coordinate di una pellicola che ha più valore filologico che artistico. Piacevole.