cold fish regia di Sion Sono Giappone 2010
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cold fish (2010)

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locandina del film COLD FISH

Titolo Originale: TSUMETAI NETTAIGYO

RegiaSion Sono

InterpretiMitsuru Fukikoshi, Denden, Asuka Kurosawa

Durata: h 2.17
NazionalitàGiappone 2010
Generegrottesco
Al cinema nel Luglio 2010

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Trama del film Cold fish

Cold fish racconta di un nucleo familiare composto da un uomo, una donna più giovane sposata dopo la morte della precedente compagna e una figlia di primo letto che mal tollera la nuova presenza. I tre, cominciano a frequentare il tenutario di un grande negozio di pesci amazzonici, poichè egli non ha denunciato la figlia, presa a rubare in un supermercato. Con il procedere dell'invadenza dell'uomo sempre di più emerge uno scenario paradossale: morti, cadaveri fatti a pezzi e ascesa sociale folle diventano la regola della loro vita volenti o nolenti, fino ad un finale impensabile anche date le premesse.

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Voto Visitatori:   7,79 / 10 (24 voti)7,79Grafico
Voto Recensore:   7,00 / 10  7,00
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Voti e commenti su Cold fish, 24 opinioni inserite

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Signor Wolf  @  20/03/2022 15:00:05
   6 / 10
un'ora e mezza di thriller fantastico da rendere gelosi i fratelli Cohen, per poi buttarla in vacca in quel modo, il film più deludente di Shion Sono.

Ah, ed i personaggi femmilii sono tutti mal scritti e poco credibili, praticamente dei soprammobili.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

VincVega  @  10/10/2021 14:11:52
   7 / 10
L'odissea di un uomo medio dopo l'incontro con un personaggio totalmente folle. "Cold Fish" è un mix di commedia nera e thriller, forse un po' lungo e con momenti non sempre riusciti, ma la prima parte è preparatoria al delirio finale. Forse è troppo repentina

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER, ma "Cold Fish" non è un film che si dimentica facilmente. Il ritratto che Siono fa dei giapponesi è piuttosto impietoso.

alex94  @  05/05/2021 16:13:17
   7½ / 10
Un bel thriller di Sion Sono,diretto con maestria,ben interpretato e con una storia che per quanto improbabile risulta comunque possibile e credibile.
Bene le caratterizzazioni dei personaggi,forse un po' troppo prolissa la prima parte della pellicola di preparazione ai sanguinosi eventi che accadranno dopo.
Da vedere.

Invia una mail all'autore del commento bleck  @  04/10/2017 10:37:31
   8 / 10
E' uno di quei film che ti prende la malinconia...(direbbe Ornella Vanoni...) ma no...scherzi a parte è uno di quei film che ti prende e non ti lascia più...
Pazzo visionario (ma non troppo) Sion Sono proietta in questo film i suoi incubi, una percezione malata dei squilibri che popolano la sua mente e si riflettono poi però sulla sua creatività.
Da vedere...absolutely...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  20/03/2015 20:54:37
   7 / 10
A mio avviso Sono ha il difetto di essere spesso prolisso e ripetitivo, però gli va dato atto di saper affondare il proprio coltello nel ventre dello spettatore che, nel bene o nel male, non rimane mai indifferente.
"Cold Fish" non fa eccezione: ripetitivo fino alla nausea ma assolutamente lucido nel percorrere la strada che porterà il protagonista alla follia, anche con momenti che senza dubbio si possono definire di grande cinema (per lo più concentrati nella parte finale).

Sion Sono è sicuramente un regista interessantissimo, che però devo ammettere di non aver ancora metabolizzato del tutto. Se anche voi avete intenzione di guardare "Cold Fish" armatevi di nervi saldi e fegato d'acciaio.

Badu D. Lynch  @  03/06/2013 00:40:21
   9½ / 10
Cold Fish è un ritratto estremo raffigurante l'uomo medio, stritolato dalla società e succube della famiglia, nel quale la rabbia repressa e la malvigità umana non tarderanno ad esplodere. Shamoto è un perdente, uno che si è arreso alla vita, il quale non riesce ad imporsi con la moglie e la figlia, castrato dalla continua indifferenza che le due "donne di casa" nutrono nei suoi confronti. Il protagonista viene fagocitato dentro un vortice di delitti, misfatti e corruzione, senza la possibiltà di trovare una via d'uscita. Colui che implicitamente spinge Shamoto all'interno di questo tornado mefistofelico è Murata ; costui è come se fosse "semplicemente" la miccia che accende il male che sta dentro il protagonista : sprona la sua psicosi, stimola la sua vena omicida, tira fuori la rabbia e l'aspetto nichilista di Shamoto ; ora la malignità si scontra con la bontà - non c'è spazio per entrambe, non c'è più coesione esistenziale, ma solo una rabbiosa esplosione coscienziale che sfocerà in una caotica reazione a catena. Due personalità differenti - debole/razionale e forte/istintiva - in unico ammasso di carne che cammina : un Fight Club più oscuro, più viscerale, più nichilista, predisposto al massacro totale. Sion Sono, attraverso una straordinaria e sublime anarchia cinematografica, confeziona un film estremo e spietato, che inquadra ed esalta il pessimismo che avvolge il mondo, un pianeta paradossalmente "momentaneo", inutile, votato all'autodistruzione. Cold Fish è un'eterna eclissi esistenziale : un viaggio solo andata verso l'oscurità che si nasconde dietro il sole/calore - quello che furbescamente ci rassicura e ci tranquillizza giorno dopo giorno - un tuffo nell'abisso giornaliero, travestito da imperturbabile routine quotidiana, senza riemergere : è appunto l'orrore reale quello che spaventa maggiormente. La pellicola è praticamente perfetta ; il regista riprende la poetica tipica dei suoi precedenti lavori e la smussa, anzi, la "compatta", rendendo il film apparentemente più elegante, ordinato e sobrio ; ma dietro questa straordinaria raffinatezza registica, si nasconde un'esasperazione tematica stupefacente : lo spettatore, lasciandosi ingannare da questa sorta di placidità narrativa, è inizialmente sicuro di se - si fida del film e della bontà del protagonista - e, quando meno se lo aspetta, verrà definitivamente divorato senza nemmeno rendersi conto di ciò che sta accadendo attorno e dentro di lui ; una sorta di buco nero filmico. Sion Sono realizza un'opera che è un susseguirsi di implosioni ed esplosioni ; un alternarsi di malesseri interiori ed esteriori. Un visionario e de­leterio annientamento esistenziale, ricco di crudeltà, vendetta e perversione. Inquietanti, nonché meravigliose, sono le varie sequenze in cui Murata e sua moglie, all'interno di una casa/santuario nel bosco, si sbarazzano dei cadaveri di alcune persone : agghiacciante soprattutto per la quasi insopportabile contrapposizione che si crea tra i vari simboli religiosi presenti nella scena, e i molteplici ed interminabili smembramenti di questi corpi. La bestialità dell'essere umano è rappresentata anche attraverso un erotismo estremizzato : quello che palesa il regista è un modo trasversale di concepire la sessualità ; una visione respingente, fastidiosa e paradossalmente anti-erotica, così da evidenziare maggiormente la brutalità dell'uomo. Sono tanti, tantissimi i momenti e le sequenze indimenticabili, a partire anche dai più impliciti : la telecamera che indugia sui personaggi, presentandoci i loro vuoti incolmabili e le loro anime distrutte, i loro spiriti corrotti e insaziabili. Cold Fish è un film scioccante, raccapricciante e doloroso, nel quale viene messo in primo piano l'annichilimento della morale borghese, il fallimento della vita, l'impossibilità di un'esistenza serena e l'incomunicabilità di una società morta e sporca dentro.
Sion Sono firma un'opera straordinariamente degradante ; un capolavoro indigesto e imprescindibile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  16/05/2013 11:48:16
   7 / 10
Sono ha le sue ossessioni che puntualmente ritornano: religione (cattolica) come valvola dello sfogo di vari fanatismi; famiglie sfasciate con echi (se non veri e propri atti espliciti) incestuosi; violenza eccessiva; critica feroce della società giapponese.
Cold Fish è ridondante e nel finale abbastanza patetico. Si ha la sensazione che Sono si ripeta fin troppo, ciononostante non mancano scene cult (la lotta nel sangue è grandiosa) e una trama priva delle prolissità tipiche del regista. Sembrerà un paradossi visto che la durata è di due ore e mezza ma questa mancanza vale quanto un difetto: alcuni personaggi come la moglie del protagonista o la figlia sono abbozzati e a parte nelle fasi iniziali successivamente gli viene dato poco spazio mentre fin troppo sembra il tempo dato a quei momenti successivi agli omicidi, ridondanti.
Ma Cold Fish è viscerale, potente e funziona al di là dei difetti. Non il miglior Sono ma una buona prova, un esercizio svolto bene da parte di uno dei registi asiatici più interessanti.

TheLegend  @  11/04/2013 05:07:25
   6 / 10
La storia sarà anche vera ma il modo in cui è stata raccontata non mi ha convinto.
Non basta un pò di sangue e un pò di delirio a fare un film.
Altri registi asiatici hanno saputo fare di meglio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  29/03/2013 16:31:51
   8 / 10
Per la seconda volta in 3 puntate della rubrica mi trovo a commentare un film di quel grande regista che è Sion Sono. Peccato che scrivi di Cold Fish a 2 mesi dalla visione, il film meritava senz'altro una rece migliore.
Il bello di Sono è che anche se questo per me è soltanto il suo secondo film mi è risultato già facilissimo individuarne lo stile, il marchio, le tematiche. Vi giuro che anche se non l'avessi saputo, dopo Strange Circus avrei giurato che questo Cold Fish fosse opera dello stesso regista. Impressionante come ritornino certe tematiche.
Il proprietario di un grandissimo negozio di pesci aiuta una giovane ragazza a non essere denunciata per aver rubato in un supermercato. In cambio la vuole assumere nel suo negozio. La famiglia- composta dal padre e dalla seconda moglie odiata dalla ragazza- accetta per gratitudine. Pure il padre poi, proprietario anch'esso di un piccolo negozio di pesci, è costretto a entrare in affari con questo strano individuo. Scoprirà che il successo di questo negoziante nasconde un orrore che si fa fatica soltanto a pensare.
Sion Sono ancora una volta realizza un film talmente malato da rasentare il grottesco. Ritornano tutte le tematiche già viste in Strange Circus, la depravazione sessuale, il cinismo, il successo sociale (qui il negozio, in Circus il libro), la violenza nuda e cruda, i ricordi e gli abusi nel passato che creano mostri nel presente, le mutilazioni, la pazzia, l'assenza totale di speranza e di sentimenti positivi, l'eccesso che sfiora il cattivo gusto per il gore (e forse, pur essendo una manna per gli appassionati questo suo eccesso potrebbe essere un limite, facile colpire con il mostrare, più difficile con il nascondere).
Questo è un cinema estremo e pericoloso perchè pur presentando una violenza quasi irreale riesce comunque a non varcare mai i confini del verosimile, del possibile. Non è un caso che il film, si dice, sia ispirato a un fatto vero.
Il personaggio del negoziante è uno dei più disgustosi della storia recente del cinema, una cosa poche volte vista prima. Inizialmente colpisce la teatralità dei suoi gesti e delle sue parole, il modo in cui senza possibilità nemmeno di controbattere riesce a portare nelle sue spire chiunque voglia.Fa paura il suo eccesso in ogni cosa,e se all'inizio l'effetto può anche apparire comico più si va avanti più diventa inquietante, fastidioso. Finchè, quando scopriamo l'orrore che nasconde, quasi non riusciamo più nemmeno a considerarlo un uomo, la sua totale assenza di sentimenti, di remore, di qualsivoglia sanità mentale spaventa, ve lo giuro.
E straordinario è anche il personaggio del padre, una persona mite e buona che in pochi giorni (ottimo l'uso del tempo del film, in pochissimi giorni ogni vita sarà letteralmente sconvolta) diventa un uomo che, dopo quel che ha visto, non ha più niente che lo possa ancorare alla vita o alla realtà, una specie di Cane di Paglia, un uomo che ha la morte dentro. Sempre torbidi, come in Circus, i rapporti tra uomo e donna (a proposito, le due protagoniste sono di una bellezza unica), Sono racconta sempre psicologie malate, vite sconvolte da chissà quali traumi, sia tra i buoni che tra i cattivi. Il film ad un certo punto diventa un pò ripetitivo, la durata è eccessiva, ma l'orrore è così intenso che la voglia di arrivare alla fine per capire, per vedere che può succedere non è mai sopita. E il finale è ancora una volta cattivo come pochi, perchè cattivo è sto regista o cattiva la realtà che racconta.
Alla fine tutti soccombono, gli uomini che a costo di avere il potere sono pronti a tutti e quelli che miti e pavidi non riescono ad affrontare la vita.
Terrificante.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  19/03/2013 18:18:33
   6 / 10
Thriller giapponese di media fattura con una buona dose di violenza e uccisioni. Sufficiente!

_Hollow_  @  15/03/2013 16:57:32
   7 / 10
Lento e discretamente noioso, ma figo nel tracciare la perdita della sanità mentale fino alla deriva nella follia più pura. Famiglia, soldi, sesso, sangue, realismo duro che uccide l'ultimo barlume di romanticismo.
Non male alla fine ...

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  07/01/2013 00:45:00
   7½ / 10
Il male è giustificato perché la vita è effimera. Esiste la bontà o è solo sinonimo di vittimismo e codardia. Il ricambio generazionale cambia il modo di gestire e interpretare la violenza. Un po' macabro, un po' perverso, Sion Sono dirige un ottimo e avvincente film.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  10/12/2012 00:52:15
   7½ / 10
Un ottimo film questo Cold Fish. 2:17 che non annoiano mai. Ottima regia, anche se a livello di regia ho trovato superiore Strange Circus. Lo consiglierò.

deadkennedys  @  04/10/2012 19:56:57
   8½ / 10
Un vero e proprio pugno in faccia. Un cinismo doloroso spadroneggia dall'inizio alla fine.
Il protagonista, un uomo educato, riservato, perbene incontra, con la sua famiglia, uno strano personaggio, il signor Murata, personaggio in apparenza allegro, spaccone ed invadente, leggermente sgradevole dopo 5 minuti, nella sostanza decisamente ripugnante.
Per motivi di riconoscenza il protagonista decide di frequentarlo, non palesando esplicitamente il suo fastidio, si lascia dunque trascinare dagli eventi che, in maniera totalmente inaspettata, degenereranno nell'orrore più bieco.
La natura tendenzialmente sognatrice e romantica del protagonista, la consapevolezza di non essere quello che gli altri vorrebbero (un marito amato, un padre rispettato, un uomo ricco e spietato) rendono tutto ancora , se possibile, più stridente. Forse un altro al suo posto avrebbe agito diversamente? Forse ne avrebbe sopportato meglio il peso. Non possiamo dirlo.
In verità andare al planetario e fissare la volta celeste è la sua unica, innocua, valvola di sfogo : "Il nostro pianeta blu, la Terra è nato 4,6 miliardi di anni fa e fra 4,6 miliardi di anni cesserà di esistere".
Se non avete uno stomaco di ferro, una forza interiore ed una famiglia felice, al pensiero della quale poter fare appello in certe sequenze, si rischia di sentirsi male, di trovare punti di contatto con la trama e chiedersi come ci si sarebbe comportati al suo posto.
Finale duro e probabilmente realistico, sinonimo della più totale solitudine e disgregazione della società occidentale, nonchè dell'atomizzazione più cruda dell'idea di famiglia.
"Tratto da una storia vera" appare nei titoli di testa : spero davvero di no.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  04/09/2012 16:07:54
   8½ / 10
Un film in bilico tra terra e cielo: il nostro pianeta è una crudele roccia sulla quale bisogna lottare con le unghie per restarvi il più comodi possibili o è un tenero e indifferente astro che fluttua gentile?
Un film sulla sopravvivenza e sulla futilità, COLD FISH, una spietata lotta darwiniana in cui chi è più adatto ha la possibilità - forse - di continuare il gioco.
Un film sulle trasformazioni, sul disagio sociale e familiari, un film in cui non basta essere romantici, non basta essere scaltri, non ci si può tirare indietro e tutto ruota secondo una sconcertante casualità.
Un film sull'amore dei genitori, a suo modo, l'educazione sentimentale dei mostri che ci portiamo dentro.
Un crescendo di bile e una giostra di empatie: simpatizziamo un po' per tutti e in fondo per nessuno, mille specchi delle nostre paure e delle nostre obiezioni e dei nostri impulsi.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/06/2012 22:06:23
   7½ / 10
Cold Fish è la fine del sogno di una famiglia perfetta da parte del protagonista. Pur nelle sua differenze di stile, il film di Sono ha in comune tematiche molto simili al Cape fear di Martin Scorsese, cioè la perdita del proprio ruolo di marito e padre. Una famiglia già ampiamente disgregata che l'incontro con l'antagonista Murata amplierà a dismisura le crepe già evidenti all'interno dei rapporti familiari. Il film di Sono è un'apocalisse che non lascia speranza e che non permette di ritornare indietro. Un percorso lineare nella sua ineluttabilità, una presa di coscienza che significa dolore.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/04/2012 18:32:50
   7½ / 10
Film parecchio forte e quindi di grande impatto. Sconsolata visione della società. Bravissimo Sion Sono.

baskettaro00  @  07/04/2012 23:05:54
   7 / 10
media esagerata,come il film,che parte piano piano evolvendo poi in un tripudio di omicidi e sfuriate,se li può permettere 40 minuti abbondanti di nulla,avendone poi altri 100(abbondanti)nei quali racchiuder l'azione ;)

James_Ford89  @  03/04/2012 04:29:52
   8½ / 10
Terrificante metafora della vita.
E' follia pura, un amore così assurdo da concedere sè stesso in maniera cruenta e orribile. Un amore, una tragedia.
Questa pellicola distrugge interamente il finto moralismo della società e ne trae un grandissimo vantaggio lo spettatore ignaro del finale che lo aspetta.
Gli uomini, messi a nudo, sono bestie ripugnanti e malate.
Fin dove può arrivare la mente umana?

Piccolo gioiellino.

lupin 3  @  15/01/2012 15:42:31
   7½ / 10
Veramente bello, l'ultima mezz'ora è delirio puro!

sweetyy  @  15/01/2012 12:32:01
   8½ / 10
Da tempo non vedevo un film così interessante. Inizia in maniera lenta ma a mano a mano la follia prende il sopravvento. Lungo ma intenso.

Gabo Viola  @  10/10/2011 20:48:44
   10 / 10
Meraviglioso film di Ishi, specifico che il 10 è giustificato dai minuti finali che eccedono il cinema stesso. Una spirale talmente libera da rappresentare proprio quello che manca nel cinema odierno, ovvero: abbandono. Il resto è un blablabla.

2 risposte al commento
Ultima risposta 24/10/2011 20.53.03
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Ciaby  @  14/09/2011 14:48:52
   9½ / 10
"La vita è dolore".

Cold fish. Ovvero: nichilismo puro.

Solo in Giappone, ormai, è possibile certo cinema, e solo in una ristretta cerchia di autori, tra cui non sembra più farne parte nemmeno il mostro sacro Takashi Miike, troppo normalizzatosi nel corso degli anni. Ma Sion Sono, vivo e vegeto, non ha più paura di osare e di spingere a fondo. Perchè "Cold Fish" è cinema libero, liberatorio, fottut.amente esente da ogni vincolo e ostacolo. Cinema vivo, perchè in grado di potersi esprimere come meglio crede, capace di gridare e distruggere/distruggersi.

Dopo il divertentissimo "Love Exposure", eccone la potenziale e infernale parodia, un "Hate Exposure" di annegamenti nella follia, di crollo degli ideali e della morale e di riscoperta filosofica di sé stessi. Tutto l'odio che ne nasce è solo autoesorcismo, dove la morte diventa improvvisamente un assurdo atto d'amore, una libido spassionata per ricongiungersi nel trovare la vita (emblematico il disperato, lunghissimo, amplesso nel sangue), per sapere di esistere. L'unico modo per sapere di esistere è l'eterno connubio di eros e thanathos, il piacere legato al dolore di vivere (ed è la chiave la meravigliosa quanto disturbante scena di sesso violento sulla macchina, dove improvvisamente emerge il lato omicida del timido protagonista).

Messo a nudo il disperato cerchio infernale dietro gli allegri volti finto-broghesi, il film impenna e diventa maligno. Nulla a che vedere con la parte iniziale, dove sembra di stare di fronte ad un dramma familiare: "Cold Fish" diventa uno strabiliante horror dell'anima.

Cade la famiglia, cade la società, cade l'individuo umano. Nulla ha più senso nel cinema di Sion Sono. Guardando "Cold Fish" si muore dentro lentamente, si scopre gli angoli più bui e sporchi della propria anima. Non c'è redenzione in questo film, che soffoca gli spiragli di luce del precedente "Love Exposure" per sputare su tutto e tutti.

Nonostante l'imperfezione di un film che non raggiunge i punti più alti del maestro, resta impresso, e Asuka Kurosawa, l'ex sensuale protagonista di "Snake Of June", bastar.dissima, ricoperta di sangue e isterica nelle sue risate, diventa indimenticabile come panico inconscio. Inquietantemente tratto da una storia vera.

benzo24  @  12/09/2011 17:11:08
   10 / 10
straordinario capolavoro di sono. regista veramente geniale che non manca mai di stupire e meravigliare con la sua arte.

3 risposte al commento
Ultima risposta 13/09/2011 23.14.30
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