decalogo 2 regia di Krzysztof Kieslowski Polonia, Germania 1989
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decalogo 2 (1989)

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locandina del film DECALOGO 2

Titolo Originale: DEKALOG, DWA

RegiaKrzysztof Kieslowski

InterpretiKrystyna Janda, Aleksander Bardini, Olgierd Lukasiewicz

Durata: h 0.57
NazionalitàPolonia, Germania 1989
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 1989

•  Altri film di Krzysztof Kieslowski

Trama del film Decalogo 2

Dorota, incinta dell'amante, intende tenere il bambino solo se il medico le confermerà una prognosi funesta per il marito gravemente ammalato. Ma proprio quando la sorte dell'uomo sembra segnata, il destino interviene nel modo più imprevedibile...

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Voto Visitatori:   7,74 / 10 (23 voti)7,74Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
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Voti e commenti su Decalogo 2, 23 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

alex94  @  23/07/2024 12:48:23
   8 / 10
Il rapporto con il comandamento (non nominare il nome di Dio invano) è meno evidente rispetto al precedente episodio,quello che però resta invariata è la forza del dramma che i protagonisti si ritrovano ad affrontare.
Inizio calmo a causa della scarsa empatia che suscita la donna diviene mano a mano sempre maggiormente coinvolgente fino ad un epilogo con un colpo di coda beffardo che getta nuova luce sulla vicenda e che fa comprendere il legame con il secondo Comandamento.
Un altra splendida opera sul destino,lenta,inesorabile e claustrofobica ma anche ricolma di umanità e spiritualità.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  15/04/2021 14:48:34
   8½ / 10
Meno marcato in questo caso il nesso con il comandamento di appartenenza, ma anche in questo caso Kieslowski mette in scena una perfetta tragedia di stampo classico, pretesto per scandagliare l'animo umano e le relazioni di coppia.

VincVega  @  16/11/2020 21:15:36
   8 / 10
Grande film ad episodi della televisione polacca, che mostra la visione pessimistica e drammatica di Kieślowski nelle dinamiche quotidiane dell'essere umano, la cui condizione viene rappresentata in varie tematiche. Emozionante, struggente, complesso, ambizioso. In quasi tutti gli episodi c'è una prima parte di costruzione e una seconda di esplosione degli eventi, talvolta intollerabile per i personaggi, talvolta duro anche per lo spettatore. Kieslowski ha il merito di far riflettere, ma senza la classica retorica. Alcuni episodi sono veramente belli e di grande impatto, altri leggermente meno, ma sempre su ottimi livelli (personalmente l'unico episodio al di sotto degli altri è l'ottavo, un po' noioso).

Il commento vale per l'opera complessiva, in quanto l'ho vista tutta di seguito in pochi giorni, invece i voti vanno per ogni singolo episodio.

impanicato  @  04/11/2014 00:32:40
   7 / 10
Dorota é una donna divisa. Deve far nascere l'unico suo possibile figlio, ma avuto dal suo amante, o no? Per decidere, chiede aiuto al primario dell'ospedale in cui é ricoverato suo marito per sapere se vi siano possibilitá di guarigione. Ma il medico ha un passato triste a cui si appiglia...
Sinceramente, non si collega molto al comandamento richiamato, cioé "Non nominare il nome di Dio invano", o perlomeno non riesco a trovare delle connessioni.
Il ritmo é lento, sincopato, ansioso. I vecchi palazzi, le strade innevate, l'ospedale imprimono nello spettatore una cupezza molto pesante, quasi aggressiva.
Peccato che la narrazione vera e propria inizi nella seconda metá del film, la prima viene quasi "sprecata".
Bellissima la metafora dell'uomo guarito paragonato alla vespa che riesce ad uscire dal bicchiere. Poesia per gli occhi.
Forse il meno riuscito del decalogo, non il peggiore.

gemellino86  @  26/03/2012 10:15:50
   8½ / 10
Un insieme di tematiche interessanti fanno di questo episodio del Decalogo un film riuscito su diversi aspetti. Era molto difficile eguagliare il primo ma si mantiene su un ottimo livello. Momenti di riflessione alternati con quelli drammatici.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  16/02/2012 18:53:22
   8 / 10
Una donna deve scegliere (auto imposizione morale) tra la vita e la morte del futuro figlio. Tra essere e non essere madre. Il tutto condizionato dalla sopravvivenza o meno del marito moribondo.
Un lavoro complesso su una tematica estremamente complessa. Bravissimo Kieslowski.

Oskarsson88  @  08/10/2011 15:55:24
   7½ / 10
Kieslowski va molto sul pesante in questo secondo episodio, dal messaggio abbastanza poco chiaro ed offuscato. Le scelte nella vita non sono mai facili, penso che il dottore, un apparentemente cinico e disincatato solitario, abbia fatto la giusta scelta mentendo alla povera Dorota. Comunque si respira davvero un'atmosfera di agonia e angoscia, a cui concorrono pressochè tutti i personaggi... buon lavoro, seppur un passo indietro rispetto al primo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  31/08/2011 15:44:58
   7 / 10
Un passo indietro rispetto al primo episodio del "Decalogo" di Kieslowski. Comunque un film validissimo, interessante la trama e buona l'allusione al secondo Comandamento. Ritmi più lenti rispetto al "Decalogo 1". Insomma, il voto parla da solo...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  27/07/2011 14:58:11
   7 / 10
"Non nominare il nome di Dio invano".
Secondo capitolo del "Decalogo" di Kieslowski questa volta genericamente collegato al comandamento cui si ispira.O meglio,i riferimenti religiosi pur essendoci risultano piuttosto vaghi quindi non facilmente individuabili e ricollegabili al precetto cristiano.
Atmosfere intorpidenti e dialoghi saltuari ci mettono a conoscenza del conflitto interiore di una donna divisa tra due uomini,il marito ricoverato in ospedale e un amante dal quale attende un figlio.L'impellente esigenza è quella di far luce sul suo futuro,capire come comportarsi considerato che la morte del marito equivarrebbe a cambiare vita,in caso contrario l'aborto sembrerebbe l'unica via percorribile.
Il medico che ha in cura lo sfortunato consorte diventa punto di riferimento della donna, la quale nel disperato tentativo di acquisire una conoscenza che ovviamente nessuno le può garantire comincia ad assillarlo.L'uomo ha perduto in maniera tragica i suoi cari e sembra farsi carico con sempre maggior trasporto di un altro nucleo famigliare, forse per questo motivo accetta di buon grado pedinamenti e continue richieste di aiuto.
Un segmento non proprio interessantissimo per quanto l'uso di alcuni splendidi simbolismi ne accresca il pregio ,mentre le interpretabili affermazioni del medico che fanno da premessa all'epilogo lasciano spazio alla possibilità di un destino manovrato nel rispetto della vita.

7219415  @  22/04/2011 14:54:25
   7½ / 10
Non tra i migliori...

dave89  @  27/02/2011 15:58:46
   8½ / 10
l'ho trovato molto coinvolgente questo episodio e fa riflettere.ottimi gli attori.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  14/09/2009 23:08:16
   8 / 10
Inferiore al primo episodio del Decalogo ma Kieslowski continua a giocare con il fato e le immagini. Lento come sempre,doloroso come non mai a tratti,nell'opera è difficile trovare il riferimento al comandamento, particolare che dovrebbe essere colto nel dialogo tra la moglie del malato e il dottore in cui lui le assicura che non vivrà. Comunque inferiore al primo.

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Invia una mail all'autore del commento wega  @  01/07/2009 20:58:55
   8 / 10
"Non nominare il nome di Dio invano"
Grande il Cinema di questo autore, soprattutto perché - con il Decalogo - lo rappresenta in una delle sue forme più nobili, e cioè dire qualcosa intendendone un' altra. La lenta progressione di una sigaretta accesa e lasciata lì, scandisce il tempo dell' attesa, un po' kafkiana per la protagonista, della progressione metastica del marito. Uno degli episodi più dolorosi, e sinceramente più drammatici che trova anzi la tragedia in qualunque dei suoi due epiloghi possibili. Il riferimento al secondo comandamento non è per niente ovvio, forse perché il blasfemo, in un' opera che non ha niente a che fare con la religione, è abbastanza rilegato al pensiero soggettivo; in questo capitolo si potrebbe pensare a più cose, forse, a parer mio, è la scelta della donna di non dire al marito la verità su una nuova Vita.

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Ultima risposta 01/07/2009 21.35.22
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  05/02/2008 20:41:23
   7½ / 10
Non nominare il nome di Dio invano.

Anche nel decalogo 2 troviamo una situazione familiare disastrosa, o meglio una famiglia distrutta ancora prima di nascere.
Dorota, il viso profondamente solcato dalla lama del dolore (come del resto quasi tutti i personaggi del Decalogo), è la moglie di un malato terminale di cancro, apparentemente spacciato.
Ella però porta in grembo un bambino concepito con l'amante.
Il dilemma è atroce: abortire confidando nella guarigione del marito oppure tenere il bambino rassegnandosi alla morte certa dell'uomo ?
Kieslowski pone di nuovo gli uomini di fronte a problemi insormontabili, in un mondo in cui sono quasi delle marionette al servizio della volontà divina e dove l'unica soluzione è piegarsi ad essa.
Troviamo ancora ambienti malsani come teatro dell'azione, ancora quel palazzo fatiscente del primo decalogo.
E il regista si avvale di toccanti metafore per anticipare lo svolgersi degli avvenimenti (in questo film la vespa che riesce a uscire dal bicchiere è un chiaro segno che il marito di Dorota si ristabilirà).
Per quanto riguarda la scelta del peccato, che di solito associamo alle bestemmie, in questo film dove dovremmo trovare la connessione logica ?
Probabilmente è il giuramento che il primario fa a Dorota per assicurarle che il marito morirà il filo di connessione, il medico chiama Dio come testimone di una cosa che poi non avverrà, perchè sopraggiunge un miracolo che trascende le capacità cognitive umane.
Un'altra prova di bravura di Kieslowski che va ad arricchire il valore artistico del Decalogo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  19/01/2008 18:22:41
   8½ / 10
mi aggrego a chi ha detto che è un episodio abbastanza alla "bergman"!
la figura centrale del film non è quella del dottore che seguiamo per i primi minuti,ma della donna combattuta da un dubbio che lega la vita alla morte...bellissima la parte del film dove ci sono queste frasi:
"deve vivere"
"perche?"
"perche muore!"



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Ultima risposta 11/09/2009 20.26.25
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento kubrickforever  @  18/12/2007 19:42:37
   8 / 10
Il secondo capitolo del decalogo è di più ardua comprensione rispetto al primo, forse perchè appare più difficile trovare una spiegazione o un riferimento al comandamento a cui si rifà.
Nonostante ciò il Kieslowski riesce a creare un'opera altrettanto drammatica ed emozionante.
Questo è un raro esempio di cinema alla Bergman o alla Bresson.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  10/09/2007 16:42:56
   9 / 10
Secondo episodio del Decalogo, questa volta incentrato sul dolore e che vede ancora protagonista la figura di Dio, esattamente come nel primo. Il collegamento con il comandamento non è di facile interpretazione, e può variare a seconda di chi lo guarda, ma il modo in cui K. tratta la vicenda è davvero sconvolgente e drammatico. A mio parere, piuttosto bergmaniano (mi ha ricordato "Sussurri e grida").

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/08/2007 19:21:11
   7½ / 10
Questo secondo episodio presenta una buona buona dialettica nei due personaggi principali (Dorotha ed il primario), dove il medico si troverà nella difficile situazione di decidere quale sarà il destino di un nascituro. Kieslowski continua con maestria a lanciare le sue provocazione di tipo etico e morale.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  13/08/2007 15:13:03
   8½ / 10
per capire il mio voto occorre leggere la mia recensione che uscirà prima o poi.

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Ultima risposta 13/08/2007 20.30.44
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Beefheart  @  18/06/2007 13:45:06
   6½ / 10
Secondo comandamento e secondo film del decalogo. Questa volta la linea guida dovrebbe essere "Non nominare il nome di Dio invano"; francamente, non vedo come il titolo possa centrare qualcosa con la storia, ma tant'è. Dorota, consumata dal dolore per il marito malato terminale, porta in grembo il figlio dell'amante e, con esso, la tentazione di inetrrompere la gravidanza. Giorno dopo giorno, ora dopo ora, Il travaglio emozionale che la pervade, la sconvolge e confonde. Il primario dell'ospedale si trova involontariamente partecipe della situazione e dei suoi sviluppi, stavolta meno amari rispetto al precedente capitolo. Meno intenso, riuscito ed efficace rispetto al "Decalogo 1" ne ripropone comunque le stesse ambientazioni, luci, colori (incolori). Molti primi piani. Stessa atmosfera plumbea. Stessi interrogativi religioso-esistenziali. Appare anche lo stesso individuo, defilato, anche qui muto osservatore (é lui Dio?), che nell'1 staziona sul bordo del lago ghiacciato, mentre qui, membro del personale medico, ascolta inosservato le parole del primario. Nel complesso non regge il confronto con il suo predecessore, nè giustifica, in alcun modo, il titolo; ciò nonostante non manca di carica emotiva, spessore concettuale e degna recitazione. Tranquillamente guardabile.

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Ultima risposta 18/06/2007 18.13.38
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ds1hm  @  13/09/2006 13:58:49
   7½ / 10
Al numero 2 tocca l’amaro compito del comandamento più difficile da trattare, forse perché più sostanzialmente vuoto nella sua semplice concretezza.
Non nominare il nome di dio invano corrisponde ad un giuramento che contempla la vita: quella di un uomo, un uomo destinato a morire, essere sostituito nella realtà, trapassato nei ricordi, umiliato; e quella di un bambino che una donna porta in grembo, figlio di una morte attesa, figlio di un giuramento falso, di una sconfitta sostanzialmente indefinibile da parte della donna, sconfitta del “suo” uomo che non lo si potrà mai certamente credere felice nella “sua nuova vita”.
E il medico si trova nel vuoto tra ragione e religione.
Tutto sospeso in quest’episodio, ancor più rispetto agli altri 9.
Difficile, complicato, all’apparenza irrisolto, o meglio irrisolvibile. Ma dopo tante volte che l’ho visto credo sia semplicemente impossibile fare un film del genere, rendere tangibile un tema, vivo un giudizio.
Forse è questo il risultato voluto, il desiderio del regista di non permettere a nessuno dei suoi personaggi di distinguersi rispetto ad un contesto sociale e morale sostanzialmente piatto attraverso l’impossibilità trasmessa allo spettatore di schierarsi con uno dei protagonisti, fino al limite della comprensione, della condivisione del tema o della sua precisa individuazione. Forse si vuole evitare che a dare un giudizio sia proprio chi guarda, forse proprio in questo si concretizzava il cinema di Kieslowski, c’è solo da osservare ed osservarsi, senza dare giudizi ipocriti che valgano solo per gli altri.

Crimson  @  15/05/2006 15:40:49
   6½ / 10
E' uno degli episodi del decalogo che mi sono piaciuti meno. E' ammirevole l'intento e interessantissime le premesse del regista, ma i risultati effettivi sono piuttosto insoddisfacenti, forse proprio per via della complessità del tema in relazione a un episodio di meno di un'ora di durata. Oltretutto i primi venti minuti sono dispersivi e piuttosto vuoti, cosicchè tutta l'ingarbugliatissima vicenda e i risvolti etici che ne conseguono sono concentrati 'soltanto' nei 30 minuti finali. Davvero poco per sviluppare il tema, che è comunque affascinante e che per fortuna ha un piccolo richiamo nel decalogo 8.
Bellissimo il simbolismo dell'insetto e del bicchiere.
E' un episodio comunque da vedere per la riflessione etica che lo anima.

viagem  @  25/04/2006 14:10:25
   7 / 10
Episodio del Decalogo un po' difficoltoso, quasi una sorta di ritmo sincopato: un film con la sensazione di non riuscire mai a partire o a crescere. Pure il legame col precetto religioso è alquanto oscuro. Ma potrebbe essere anche l'intenzione del regista, visto che viene rappresentata l'imperfezione umana: la scienza che non sa dare risposte certe, un primario che ha perso la famiglia in difficoltà nel consigliare una donna ad abortire, lo stesso destino tirato per la giacca un po' da tutti e che alla fine fa un po' quello che gli pare. Può essere preso ad esempio per tutto il Decalogo sull'impossibilità di discriminare tra il bene e il male, tra i buoni e i cattivi: le figure sono tutte sfumate, ingiudicabili. Il comandamento religioso potrà premiarne alcuni e condannarne altri, ma la realtà laica per Kieslowski è tutt'altro: esistenze di fronte a continue scelte etiche e in balia di un destino che, come mostra il finale, può giocare anche dei brutti scherzi!

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Ultima risposta 26/04/2006 14.52.12
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