Sfuggita all'inseguimento di due killer, la bella Grace arriva nella sperduta cittadina di Dogville. Grazie all'aiuto di Tom, portavoce della comunità, Grace riesce ad ottenere protezione a patto che sia disposta a lavorare per la comunità. Ma quando si viene a sapere che la donna è una grossa ricercata, gli abitanti di Dogville avanzano nei confronti di Grace sempre maggiori pretese. Ma Grace nasconde un segreto che farà pentire tutta Dogville di aver mostrato i denti contro di lei...
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Pieno zeppo di idee geniali. E questa è solo una prima impressione. Perché il valore di questo film non risiede solo in una formula inedita e irripetibile, che contamina il cinema con il teatro. L'anima più profonda del film non è la sperimentazione linguistica, ma un radicale e sconvolgente disincanto nei confronti dei più elementari valori umani. L'orrore finale sconvolge perché è liberatorio ed efferato. I confini e gli schermi sono annullati, possiamo vedere tutto e sapere tutto, come degli dei. E in quanto spettatori-divinità, talvolta perdoniamo, altre volte condanniamo. Von Trier ci prende per mano e ci costringe a percorrere un sentiero pericoloso, in cui finiamo per perdere la bussola. Al termine si ha la sensazione di aver compiuto un'esperienza più che una semplice visione. Ci provoca perfidamente, costringendoci a misurare la nostra personale divina presunzione. Grandissimo cinema per palati fini con il pelo sullo stomaco e le spalle larghe.