Una casalinga americana negli anni '50 vive con il marito in una comunità ispirata da ideali utopistici, ma finisce con lo scoprire segreti disturbanti sui suoi compagni di avventura.
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L'ennesima distopia sulla scelta che diventa prigione dorata. Senza voler rivelare troppo, mi chiedo con quale coraggio si possa proporre al pubblico un simile reimpasto di cose già viste mille volte, e la risposta è che questo tipo di cinema preconfezionato e già ampiamente digerito è indirizzato a un pubblico che in realtà non ha mai visto niente, tutto concentrato a riunire una brava attrice del momento e una pop star da sbavo per le ragazzine. Il moderatissimo riscontro economico testimonia solamente l'assoluta mancanza di centralità del cinema per le moderne platee. Pistolotto a parte, la Wilde sembra essere regista dalle notevolissime capacità e tutte le digressioni oniriche costruite come inquietanti coreografie alla Busby Berkeley sono veramente ben fatte, così come confezione e cura del dettaglio sono di alto livello. Purtroppo il contenuto è a dir poco derivativo, posticcio e francamente di nessun ulteriore interesse, dopo veri capolavori su temi affini che gli interessati farebbero bene a vedere e rivedere.