el campo regia di Hernán Belón Italia, Argentina 2011
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el campo (2011)

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locandina del film EL CAMPO

Titolo Originale: EL CAMPO

RegiaHernán Belón

InterpretiLeonardo Sbaraglia, Dolores Fonzi, Juan Villegas, Pochi Ducasse

Durata: h 1.25
NazionalitàItalia, Argentina 2011
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2012

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Trama del film El campo

La trentottenne Elisa ha davanti a sé una bella carriera e un matrimonio felice con Santiago, da cui ha avuto da poco anche una figlia, che entrambi i genitori stanno imparando a conoscere. Per staccare un po' la spina dagli impegni quotidiani e dal caos della grande cittŕ, l'intera famiglia si trasferisce in una casa in campagna, immersa in mezzo alla natura. Ritrovatasi dopo tanto tempo sola con se stessa, Elisa comincia ad avvertire qualcosa di strano intorno a lei: una strana presenza che la porta a vedere il suo mondo perfetto con una prospettiva differente e ad aver paura di tutto ciň che la circonda, diventato improvvisamente minaccioso.

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Voto Visitatori:   5,88 / 10 (8 voti)5,88Grafico
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Voti e commenti su El campo, 8 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  13/05/2013 09:16:59
   5 / 10
A leggere la trama ci si aspetta l'ennesima ghost story ambientata nei boschi, in una casa vecchia e logora, che faccia sfoggio di location ed atmosfera ansiogena.
Invece man mano che la storia procede ci si trova a dover fare i conti con un dramma di coscienza famigliare, unita alla frustrazione e il lento logorio dei sentimenti di coppia, senza la minima carica emozionale di pathos e brividi.
Il film di Belon mi è sembrato poco fluido, a volte lacunoso nei momenti decisivi, carente oltre che dal punto di vista delle emozioni da regalare al pubblico anche dal punto di vista delle interpretazioni, piatte ed incolori.
Il ritmo non è dei migliori ma comunque in tema con l'andamento della storia fredda e poco propensa all'originalità, pur trattando tematiche attuali.
Non mi ha coinvolto abbastanza da assegnargli la sufficienza.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/01/2013 01:13:24
   6 / 10
Curioso ed interessante per come è stato strutturato. E' una pellicola che si affida molto alla sonorità e alla percezione individuale di una situazione completamente nuova, stimolante da una parte e opprimente dall'altra. Probabilmente, perchè in effetti il finale è volutamente aperto, è l'amara scoperta dei propri limiti e soprattutto della fragilità di un rapporto di coppia che inizialmente appariva coeso. Il difetto principale di questa pellicola, a mio parere, è nello sbilanciamento nei confronti del personaggio femminile. Certamente fa sentire nel profondo il disagio e l'insofferenza del nuovo contesto, ma il personaggio maschile rimane relegato a fare da sponda agli umori di quello femminile. Si evidenzia cioè il disagio di lei senza l'entusiasmo di lui. Come sentire una sola campana e molto poco l'altra.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  26/10/2012 21:27:03
   6½ / 10
"Io... ho paura. Vedo il tempo correre. Non so cosa fare".
"Bisogna semplicemente vivere".

Non sembra che il regista Belon voglia metterci speranza in questo film. Chiude i protagonisti nella loro inquietudine e incomunicabilità. Li fa vivere in una topaia fatiscente sperduta nella campagna. All'inizio sembra addirittura un film horror: la casa vecchia, buio e pioggia, rumori indefiniti, un'anziana che fa irruzione senza preavviso.
Solo dopo quello scambio di battute la protagonista cercherà di aprirsi un varco.
Forse ritroverà un po' di speranza, voglia di vivere.

Il film in realtà non ha approfondito bene queste tematiche, la struttura narrativa è un po' povera e non da tempo di contestualizzare bene.
Magari in futuro il regista migliorerà questo aspetto.

2 risposte al commento
Ultima risposta 26/10/2012 21.31.35
Visualizza / Rispondi al commento
gianni1969  @  01/10/2012 12:58:38
   8 / 10
daccordo con il commento che mi precede,l'ho trovato veramente molto bello,non merita un 1

deliver  @  16/09/2012 10:52:05
   7 / 10
Io credo che quando ci si accosti ad un film, bisogna essere onesti con se stessi, i propri gusti e le proprie aspettative - e questa è una raccomandazione che lascio anche all'utente che mi ha preceduto e che ha dato 1 a questa pellicola. Se amate l'azione, il divertimento e l'intrattenimento ludico, evitate El campo. Se invece credete che andare al cinema non significhi semplicemente mettere il cervello in stand by, allora guardatelo.

Giudizio: buon esordio per Belòn che attraverso un sapiente scambio di rapporti tra i generi, il thriller e il melodramma, ci consegna un referto sulla paura di vivere, sulle complicazioni dei rapporti umani, ma anche sulla cecità di fondo che non ci consente di essere persone migliori, più forti, più aperte alla vita e ai suoi significati.
El Campo da un certo punto di vista potrebbe riprendere lo schema dell'Antichrist di Von Trier: l'uomo che tenta di rinsaldare le parti, la donna invece come forza dirompente, caotica, inabile a rimettere ordine e ad affidarsi: dunque distruttiva.
Sicuramente un prodotto che fa riflettere e che certamente invita lo spettatore a pensare al mondo dei suoi rapporti e delle dinamiche che li regolano.
El Campo potrà essere visto e letto alla luce di significati molteplici.
Io c'ho visto l'egoismo dell'incomunicabilità, la condanna ferma verso quell'atteggiamento di voler sempre ipotecare fatti ed eventi dimenticandoci di quanto sia semplice e bello vivere.

menas  @  04/09/2012 13:59:18
   1 / 10
e'un bidone colossale!!!

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  02/09/2012 02:10:07
   6½ / 10
Elisa e Santiago sono una coppia, che assieme alla figlioletta decide di andare a vivere in una casa in campagna, nella periferia di Buenos Aires. L'arrivo alla villa è un arrivo emozionante , l'arrivo di una coppia innamorata ,giovane, in preda agli ardori e alla passione di chi si ama veramente. Ma è anche l'arrivo in una notte buia , minacciosa e forzatamente inospitale. Con il procedere della storia emergono però le tensioni tra i due dovute ad una diversa prospettiva nei confronti della nuova realtà. Per lui la nuova casa è l'inizio di un nuovo progetto di vita, di un trasferimento dalla città alla campagna, di una rottura con gli schemi del passato e quindi l'ottimismo motiva Santiago a vivere positivamente, a produrre, a lavorare sodo, a creare, alla passione fisica e a desiderare un altro figlio. Per lei invece la nuova realtà è tutt'altro che accogliente: Elisa fa fatica ad ambientarsi e non riesce a comunicare con nessuno e nemmeno con sè stessa, non è mai serena, e viene caratterizzata da un'ansia ossessiva nei confronti della salute della bambina, dei rumori notturni e di tutto ciò che la circonda. La divergenza tra i due diventa incomunicabilità finchè nel finale uno dei due deciderà di piegarsi a malincuore alle scelte dell'altro .
La solitudine dei due personaggi è resa ancor più drammatica da un'ambientazione fredda,scarna, piovosa , con poche occasioni per l'incontro umano. Unica eccezione sarà la figura di una donna anziana, la proprietaria, che cercherà di avvicinarsi ad Elisa.
Un filo di tensione lega tutto lo sviluppo del film ed è sufficiente a tenere vivo l'interesse per la storia. Non è a mio avviso un capolavoro, anche e soprattutto per il pessimo doppiaggio (soprattutto della protagonista), ma mi è piaciuto.
Ci auguriamo tutti noi però che la violenza esercitata ai danni della povera lepre,sia solamente un trucco cinematografico . Speranza e non certezza visto che non c'è alcuna indicazione rassicurante nei titoli di coda.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/09/2011 20:37:52
   7 / 10
Un notevole film di un giovane cineasta argentino, visto a Venezia 2011. Come già detto da esperti, il fascino di questo film sta tutto nel modo inconsueto con cui il regista gioca con le aspettative (tradìte) dello spettatore. Può essere istruttivo prepararsi sempre per un'epilogo (tragico o lieto che sia) che non avverrà. Notevole la prima parte, quasi un horror psicologico, dove la (bravissima) protagonista mostra le sue difficoltà ambientali ed affettive. Stranamente qualcuno ha suggerìto che la debolezza (l'impotenza semmai e non certo quella sessuale a quanto si vede...) sia in realtà del protagonista maschile, padre/marito un poco assente. Un film che consiglio caldamente, perchè nella sua povertà di mezzi trasmette più sensazioni di molte megaproduzioni mondiali

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