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Film praticamente insopportabile, sia per la "musica" (meglio dire, i lamenti della Yoko che pare una scimmia venuta fuori da esperimenti chimici, fosse portata per il canto, perlomeno) che per il soggetto, interminabili minuti su quella dannata mosca su un corpo femminile. Chi arriva fino in fondo dovrebbe vincere un premio nobel. Pretenzioso.
Boh, magari prima di scrivere il commento mi sono fatto una birra di troppo, però il corto mi è piaciuto; in aura da schockumentary, la Ono riesce a comunicare qualcosa oltre al morboso, non annoiando e facendo riflettere.
Sonoro curato, immagini ed inqudrature studiate.
Scabroso (nudi, morbosità, ecc.), spiacevole, è a mio avviso tra i lavori più riusciti dell'eccentrica artista.
Un lavoro approssimativo e tremendamente patetico. Un corto che non esprime praticamente nulla, non emoziona non esiste nulla che possa interessare, per non parlare delle musiche di Yoko Ono, assolutamente inascoltabili.
gioca molto sull'ambivalenza del titolo Fly (mosca oppure volare) in cui la Ono non nasconde certo la sua anima femminista. La ragazza è completamente inerte e passiva, ruolo determinato dalla società maschilista che soffoca le sua ambizioni che la costringono a questo ruolo e quindi il desiderio di volare. Come in Rape lo spunto buono viene penalizzato da scelte stilistiche che non favoriscono la sua fruibilità.
Una donna narcotizzata, a letto con mosche che prendono parte sul suo corpo rendendola un ammasso di carne.
La poetica di Yoko Ono. Film breve che a suo tempo fece parecchio scandalo (le mosche si infilano nei posti più arditi della povera malcapitata, perla della passione compresa), ma in realtà questo disturbante e necrofilo appoggiarsi ad un corpo senza vita nasconde una delle più feroci esaltazione del femminismo degli anni '70. -La donna per l'uomo maschilista è carne putrida-
Sconsiglio la visione ai puristi e ai facilmente impressionabili. Sullo sfondo il canto straziante di Yoko Ono (il brano è "Fly", tratto dal suo ominimo doppio disco)