Matilde, Cencio, Fulvio e Mario sono come fratelli quando il dramma della seconda guerra mondiale travolge Roma. L'anno è il 1943 e, nel pieno del conflitto, la città eterna ospita il circo in cui lavorano. Israel, il proprietario e loro padre putativo, scompare nel tentativo di aprire una via di fuga per tutti loro oltre oceano. I quattro giovani sono allo sbando. Senza qualcuno che li assista ma, soprattutto, senza il circo, hanno smarrito la loro collocazione sociale e si sentono solo dei fenomeni da baraccone, "a piede libero" in una città in guerra.
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Nonostante i giudizi non proprio entusiasmanti della stampa internazionale, trovo che "Freaks Out" sia davvero un bel film. Soprattutto perché, ancora grazie a Mainetti, il cinema italiano prova finalmente a spingersi fuori dal contesto "provinciale" e a fare qualcosa in grande stile. Molto validi soprattutto la regia e la cura dei "variegati" personaggi tutti (ho trovato particolarmente adorabili la Matilde di Aurora Giovinazzo e il Fulvio di Claudio Santamaria), così come il coinvolgimento generale che ha un piccolo calo solamente nella parte finale.
Bravo Mainetti che dopo l'ottimo "Lo Chiamavano Jeeg Robot" firma, con tanto coraggio, un altro film bellissimo e innovativo nel panorama del nostro cinema.