Un giurato in un processo per omicidio si rende conto che potrebbe aver causato la morte della vittima e deve lottare con il dilemma se manipolare la giuria per salvare se stesso o rivelare la verità e consegnarsi.
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Clint #2: lo smargiasso depistante La filmografia registica d'Eastwood tende a ricadere in due macrocategorie: l'eroe con o senza macchia. Nel primo caso la vulnerabilità dei protagonisti, il loro tallone d'Achille, li rende tanto umani quanto figure da tragedia greca; il secondo caso è riconducibile a un'apologia di sé come WASP anarcoindividualista la cui saggezza acquisita con gl'anni lo renderebbe un essere superiore. Purtroppo "in arti**** mortis" sceglie l'opzione presuntuosa: la gerontocrazia di Collette, Simmons e Messina sa come, dove, quando e quanto infrangere le regole pur di giungere alla soluzione, hanno ancora fede ("Faith") nei princìpi etici e nei valori morali, non si lasciano fregare dalle semplificazioni altrui, dai bias di conferma o dalle argomentazioni manipolatorie dei pischelli. Quanto disprezzo per quei neosposini. Fosse concesso loro il diritto di replica, liquiderebbero Clint in due parole: "Ok boomer". Ma cosa dire a un 94enne, "Ok matusa"?