Un'odissea attraverso il tempo e la memoria, incentrata su un luogo ben preciso del New England; da quando era solo natura selvaggia fino al momento in cui ha ospitato la sua prima casa, testimoniando l'amore, la perdita, la lotta, la speranza e gli insegnamenti che si sono tramandati di famiglia in famiglia, di generazione in generazione.
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In effetti questo è un film non tanto divisivo, anche se può esserlo, quanto nell'offrire dei momenti molto interessanti alternati a scelte incompiute. Indubbiamente il concept di base è valido: lo spazio viene cristallizzato ed il tempo che varia moltiplicando le finestre che si aprono e chiudono, scegliendo la famiglia Young come perno centrale fino a passare dalla preistoria al futuro. Situazioni che diventano ripetitive come nelle stagioni delle sit com di una volta con un unico ambiente ed i personaggi che entrano ed escono, celebrando natali e giorni del ringraziamento. Zemickis è sempre stato attratto dalle possibilità tecnologiche e la sua filmografia sta lì a testimoniarlo, solo che a volte il concept visivo, notevolissimo a livello qualitativo, imprigioni il meccanismo delle storie con segmenti incompiuti. Tuttavia è uno di quei film che potrei rivedere, perché sono convinto e forse non ho colto che qualcosa in più mi sia sfuggito.