il disprezzo regia di Jean-Luc Godard Francia, Italia 1963
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il disprezzo (1963)

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locandina del film IL DISPREZZO

Titolo Originale: LE MÉPRIS

RegiaJean-Luc Godard

InterpretiJean-Luc Godard, Fritz Lang, Giorgia Moll, Jack Palance, Michel Piccoli, Brigitte Bardot

Durata: h 1.43
NazionalitàFrancia, Italia 1963
Generedrammatico
Tratto dal libro "Il disprezzo" di Alberto Moravia
Al cinema nel Settembre 1963

•  Altri film di Jean-Luc Godard

Trama del film Il disprezzo

L'attraente moglie francese di uno sceneggiatore italiano disprezza il marito, troppo arrendevole ai compromessi con il produttore americano che l'ha scritturato per salvare un film diretto da un regista tedesco, Fritz Lang.

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Voto Visitatori:   6,96 / 10 (23 voti)6,96Grafico
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Voti e commenti su Il disprezzo, 23 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  09/04/2010 17:40:55
   7 / 10
Guardate, lo visto per pura fatalità su sky classic in prima serata, ne ero abbastanza interessato a questo film, anche perchè a novembre ho fatto un corso di cinema sulla Nouvelle Vague e ne avevano parlato molto bene di questo film, quasi come un trainatore del genere vague insieme ad altre pellicole del cinema francese di quella corrente cinematografica.
Insomma, so che ci sono due versioni di questo film, quella francese dicono che sia fatta molto meglio confronto a quella italiana, e lo stesso Godard dopo aver visto la versione italiana ha praticamente rinnegato la paternità del film.
Le mie impressioni sul film sono state certamente positive, guardabile, di buon impatto scenografico, con delle inquadrature realizzate alla grande.
Insomma, questo è ufficilamente il primo film che vedo sulla nouvelle vague, risultato positivo, anche se mi piacerebbe visionare la versione francese.

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Ultima risposta 09/04/2010 21.12.54
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Mr.619  @  07/07/2009 16:27:39
   10 / 10
L'arco psico-gnoseologico di un'intera transpersonalizazzione dell'Io soggettivo ed assimilatore, come in uno script cinematografico, delle scene, parole, dialoghi e percezioni visive concernenti le sottili e possibili sfumature e sbavature dello stato di mesta tristezza e depressiva solitudine che avvolge e dis-totalizza la coscienza in anti minuti frammenti da riassemblare, è per l'appunto "soggetto" ( tanto in senso relativo, quanto nella sua semantizzazione dalle inquadrature meramente esistenziali) e soggiogato ad un contrastante bipolarismo fra la dimensione rarefatta, anelata, incontaminata ed onirica ( quindi, come giustamente dice Louis Lumiere, "senza avvenire") e l'approdo (in)desiderato alla realtà, dove tale "Eris", contesa mutevole la "stasis" in "kalos" e "kakos", si accentua ancor di più perchè vero e proprio sconvolgimento del quadro ideologico e pittorico disegnato nella propria mente, filmato sulla pellicola e proiettato ( lo schermo diviene specchio del "nous"), e, cosa altrettanto rilevante da sottolineare ed analizzare con cura, in quanto così eterno, eppure così finito ed (im)perfetto "locus absens", luogo vuoto, assente, in contumacia, che, però ( come dice un brioso Fritz Lang in vena citazionistica e poetica), è (il)logicamente nello stesso tempo occupato dalla "erotikn sphaira", mai ultimizzante ( e pertanto in questo risiede il suo ciclo finito) la sua riproduzione generatrice e corrutiva.L'"Ulisse", splendido e squisito ricollegamento al mondo reale-immaginario omerico, è metonimia dell'imponente ed a tratti interminabile viaggio da compiere per l'uomo nella sua vita, durante il quale potrebbe imbattersi in mille creature e forme d'esistenza autoctone al loro "modus operandi et cogitandi" ( la varietà dei punti di vista e d'espressività sul "Vero") e, fatalmente, soccombere.La lontananza, o per meglio dire la distanza, intertestuale e posta, su un piano intelletivo ed affettivo, al di sotto della proporzionalità silenziosa ed apparentemente recatrice di requie cinematografica, secondo la mia interpretazione vuole dire Godard, porterà non solamente alla distruzione sentimentale, artistica e pseudo-morale di se stessi, ma anche, e qui si può tranquillamente disquisire di auto-critica poetica universale, ad una separazione, scissione componenziale di immagini ed appercezioni, che, giacchè psicofisicamente effluviante con l'Altro nel proprio "dia-logos" umanisticamente divino, causa il disprezzo, lo "phtonos" in ultima sintesi.Il voto è 10, ma avrebbe dovuto essere 10- per la sua assenza di vigorizia ( neanche nichilista).

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Ultima risposta 18/11/2011 22.53.49
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Doinel  @  03/05/2008 20:22:51
   10 / 10
Premettendo che ho visto la versione originale sottotitolata, è il film di Godard che mi ha emozionato di più. Bellissima la rappresentazione dell'incomunicabilità del rapporto tra Paul e Camille, amplificato dalle straordinarie musiche di George Delerue che ne esaltano l'aspetto più profondo e triste. Li avrei dato nove, ma per salvare la media, li metto dieci pieno.

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Ultima risposta 03/05/2008 21.16.58
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/12/2007 17:41:43
   5 / 10
Una crisi coniugale irreversibile tra i due protagonisti di un film ingannevole all'inizio. Sembra la storia di un film in empasse sull'Odissea di Omero diretto da Fritz Lang, per poi rimanere solo da sfondo ai malesseri della coppia Bardot-Piccoli. Non ho trovato nulla di speciale in questo film, ma devo ammettere che innanzitutto non amo particolarmente Godard e la Nouvelle Vague in genere, ma bisogna dare atto che questa pellicola è stata letteralmente massacrata e manipolata dai produttori. Ho visto la versione italiana, quindi immagino che quella originale, con gli interpreti che parlano la propria lingua e la segretaria che traduce (non ripetendo a pappagallo i dialoghi nella versione doppiata), i 20 minuti tagliati e la diversa colonna sonora, sia migliore.

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Ultima risposta 21/08/2008 11.40.56
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addicted  @  14/09/2007 16:51:24
   9 / 10
Secondo me il capolavoro di Godard non è "Fino all'autimo respiro", che credo sia un pò sopravvalutato, ma è questo bellissimo "Il disprezzo".
La storia amara di un rapporto che si disgrega sotto il sole del Mediterraneo è raccontata con stile impeccabile e con alcune sequenze memorabili.
Cosa dire di Brigitte Bardot??? Normalmente non giudico un film per la bellezza dei protagonisti. Ma in questo caso la bellezza della Bardot è tale da diventare quasi il tema principale del film. Godard ce la presenta in tutto il suo splendore con ammirevole maestria. In questo film è sicuramente la donna più bella del mondo!!!

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Ultima risposta 06/05/2008 14.36.30
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Vegetable man  @  11/06/2007 11:11:56
   6½ / 10
Lo stile di Moravia c'è e si sente. Così come la regia di Godard. Ma con questi interpreti, credo, si poteva fare di meglio. Ne esce solo un film discreto, che manca di acuti e con una colonna sonora a dir poco irritante.

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Ultima risposta 02/09/2007 11.45.29
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ds1hm  @  25/09/2006 12:41:35
   6 / 10
non mi è piaciuto. non mi è rimasto assolutamente nulla di questo film tanto da scoraggiarmi nel rintracciare altro materiale di Godard (un errore, lo so).
asettico, informe, senza anima e privo della capacità di coinvolgere lo spettatore. distante.

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Ultima risposta 07/02/2007 13.24.41
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/04/2005 19:47:38
   7 / 10
Non voglio fare il saputello ma qui c'è un clamoroso errore Cosa c'entra il film SOLO DI GODARD (che è un'interessante meditazione sul cinema e non solo) con quei tre registi italiani? Una SVISTA CLAMOROSA
quei tre registi italiani hanno lavorato insieme solo con ROGOPAG LAVIAMOCI IL CERVELLO film a episodi dove c'erano Il pollo ruspante di Gregoretti e La ricotta di Pasolini E' la prima volta sul sito che mi capita qualcosa del genere Comunque il 7 va al film di Godard

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Ultima risposta 05/08/2006 00.16.18
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