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Tolta la scena dell'omicidio agli Scopeti, l'incontro con la madre di una vittima la visione del mostro con la madre vicino la piazzola e il finale poche sono le atmosfere che si salvano. Film irrisolto che giustifica le gesta del mostro con un movente ridicolo e secondo me travisa l'intera vicenda. Dimenticabile.
film particolare, sfrutta la paranoia del mostro in un momento in cui ancora tutta la vicenda era avvolta nel mistero più assoluto. il film parte mostrando uno degli ultimi omicidi per poi prendere una strada tutta sua, mostrando come l'ossessiona morbosa per i delitti incida sulla vita dei protagonisti. purtroppo il film non lascia molto, tutto è dimenticabile la regia e la recitazione è abbastanza scolare e la fantasia degli sceneggiatori verrà superata poi dalla realtà con le accusa a Pacciani ed agli amici di merende. in sostanza nulla di che, dimenticabile ed anonimo, col titolo unico elemento di appeal.
Uno strano ibrido,poco attinente ai fatti reali e tratto (molto liberamente) dal libro del giornalista Mario Spezi uscito nel 1986. Come dicevo è un film che non prende una direzione precisa,un vero e proprio ibrido,che si mantiene per gran parte della sua durata in bilico tra il documentario ed il giallo argentiano,non riuscendo purtroppo però a coinvolgere minimamente ma anzi rivelandosi anche parecchio noioso e difficile da seguire. Non aiuta a rendere più gradevole la pellicola la recitazione,assolutamente scadente. Le cose vanno un pochino meglio per quanto riguarda l'aspetto tecnico,la regia e la fotografia infatti riescono quanto meno ad essere decenti,evitando così di rendere la pellicola assolutamente inguardabile. Altra nota positiva riguarda fortunatamente la mancanza di sensazionalismo negli eventi che vengono narrati,cosa non da poco se consideriamo l'anno d'uscita del film. Nonostante non sia proprio pessimo pessimo,l'ho trovato assai superato (cosa che però accade a tutti gli istant movie) ed inutile...
Istant movie sui duplici delitti del mostro di Firenze, a poca distanza temporale dall'ultimo di questi, agli Scopeti, nel settembre del 1985. Non c'era ancora Pacciani ed i compagni di merende e tutte le bislacche teorie che ne sono venute fuori. Il film all'inizio sembra seguire le indagini, poi si distacca gradualmente per confezionare una sorta di identikit dell'assassino. Il tono della pellicola non cerca sensazionalismi e il gore è praticamente assente, cerca solo entrare nell'ipotetica mente di un assassino che ha terrorizzato un'intera città per molti anni. Non è certo Lizzani, a volte la recitazione lascia un po' a desiderare e il risultato non è sufficiente. Sicuramente molto meglio di quella ciofeca dell'Assassino è ancora fra di noi.
Probabilmente questo insolito film era destinato alla proiezione nei circuiti televisivi, ma ,dato il livello di efferatezza di alcune sequenze, è stato quam celerrime relegato nel più buio dimenticatoio. IL MOSTRO DI FIRENZE non è , come ci si dovrebbe attendere, un documentario-inchiesta sul modello di SALVATORE GIULIANO(paragone improponibile!!!), bensì tende ad essere uno strano ibrido tra mockumentary e giallo argentiano. Tende si è detto, perchè l'opera di Ferrario nel suo insieme resta un oggetto di ardua classificazione. La trama difatti prende spunto ,soltanto inizialmente, dai noti tragici fatti di cronaca italiana (che tra il 1968 e il 1986 videro al centro ben 8 duplici omicidi compiuti da mani ignote), per poi proseguire digradando verso ipotesi romanzate e fantasiose ricostruzioni. Cesare Ferrario dirige con molta cura , utilizzando calibratissime carrellate, creando riprese notturne efficacemente al cardiopalma e coadiuvato per l'occasione dalle infallibili musiche ansiogene del maestro Carlo Rustichelli. Leonard Mann , già "disprezzato" in NAPOLI SPARA! e INDAGINE SU UN DELITTO PERFETTO, fornisce finalmente un'interpretazione accettabile, impersonando uno scrittore totalmente immerso nel suo lavoro e intenzionato oltremodo a risalire alle cause scatenanti della lunga serie di delitti. Intensa e convincente risulta la co-protagonista Bettina Giovannini mentre il resto del cast, Tinti compreso, fornisce,sinceramente, prove tra il mediocre ed il risibile. A mettere una pezza su alcune interpretazioni provvede fortunatamente il validissimo doppiaggio, una volta tanto all'altezza delle produzioni più blasonate. Nonostante la sfacciata ridicolaggine di alcuni passaggi (vedi la suggerita incestuosità tra il maniaco e la madre...), IL MOSTRO DI FIRENZE si attesta alla fin fine come un qualcosa di enigmatico e sfuggente, affogato in un magma ribollente di realtà,immaginazione,premonizioni, inattesi voli pindarici e lascia dentro nient'altro che uno sconfortante senso di instabilità....P.S. L'unica versione in circolazione del film ha purtroppo una qualità video infima ed un audio alquanto disturbato, ma si sa : chi si accontenta gode!
Buon film di Cesare Ferrario, in bilico tra inchiesta, film impegnato, thriller, documentario.
Inquietante, freddo, distaccato, non compiaciuto, non morboso, è un film coraggioso e riuscito, anche se praticamente non chiarisce nulla sui vari accaduti che fan da base alla storia, ancora oggi irrisolta mi pare.
Seppur la confezione sia semitelevisiva, una forte mano di sapiente mestiere registico la si avverte.
Ingiustamente sottovalutato ed ignorato da critica, pubblico, tv.