Un cavaliere torna dal campo di battaglia solo e trova ad attenderlo una terra devastata dalla peste, e la Morte che lo reclama. Riuscirà a prolungare la propria esistenza impegnando la Mietitrice in una lunga partita a scacchi che sa di non poter vincere.
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Tale film è sublime, nel senso letterale del termine, per molteplici aspetti: 1) le scenografie ambientate in una natura bella e terribile, direi romantica (da intendere tale aggettivo nel suo significato primitivo). 2)le tematiche trattate: sono assai rari i film che affrontino a viso aperto certi contenuti: il tema religioso-ontologico, la ricerca esistenzialistica, la disperazione e la fede, il Nulla, Dio e la Morte sfidata in una partita a scacchi. Nel vedere sviluppati tali soggetti, in modo egregio, si prova la sensazione di abbandonare per la durata del film un contesto dominato "dall'aria malsana", dovuta alla banalità, la stessa che ha vissuto Antonius Block, dei pensieri e degli atti che permeano la nostra quotidianità, e di raggiungere le somme vette del pensiero ove l'aria si fa più tagliente e pura. 3)i dialoghi di una profondità provocatoria ed inquietante. Tutto questo in un solo film!