jimmy dean, jimmy dean regia di Robert Altman USA 1982
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jimmy dean, jimmy dean (1982)

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locandina del film JIMMY DEAN, JIMMY DEAN

Titolo Originale: COME BACK TO THE FIVE & DIME, JIMMY DEAN, JIMMY DEAN

RegiaRobert Altman

InterpretiSandy Dennis, Cher, Karen Black, Sudie Bond, Kathy Bates

Durata: h 1.50
NazionalitàUSA 1982
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1982

•  Altri film di Robert Altman

Trama del film Jimmy dean, jimmy dean

1975: in un negozio della cittadina texana di McCarthy, si tiene la riunione di un fan club devoto alla memoria di James Dean. Fra le componenti dell'eterogeneo gruppo c'è Mona, mentalmente disturbata, che dopo una comparsata sul set de _Il gigante_ ebbe (a suo dire) un figlio dal divo; c'è la sardonica cameriera Sissy e c'è Joanne, che rivelerà un lacerante segreto tenuto nascosto per anni...

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Voto Visitatori:   7,40 / 10 (5 voti)7,40Grafico
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Voti e commenti su Jimmy dean, jimmy dean, 5 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  08/03/2025 12:30:21
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Bel film di Altman, in un decennio tutt'altro che memorabile per lui, soprattutto se confrontato al precedente e al successivo, in ogni caso quest'opera si colloca tra quelli meglio riusciti per l'autore negli anni ottanta e non sfigura minimamente nella sua filmografia, anzi, è un buon film che approfondisce la caduta del mito, già trattata dall'autore e riprende sotto la lente d'ingrandimento il microcosmo femminile, ambientato per l'intera durante all'interno di questo negozio, il "5 and dime", luogo in cui stanno festeggiando il ventesimo anniversario della fondazione di questo fan club di James Dean, tra l'altro vicino un luogo di culto in cui furono girate diverse scene di "Giant", uno dei film più famosi dell'attore.

Altman mostra la progressiva caduta del mito e col passare del minutaggio pure una solenne distruzione di quella nostalgia che pervade l'ambiente che vede costantemente il passato come un rifugio paradisiaco, in contrapposizione a quello ormai è un grigio presente, in realtà, l'arrivo di questa enigmatica donna, che presto si rivelerà essere il garzone di bottega che lavorava nel posto durante quegli anni considerati d'oro, che ora ha cambiato sesso, smonterà il bel ricordo dei tempi passati, portando le protagoniste superstiti sulla strada di un'amara verità, ma anche verso l'accettazione di essa, è allo stesso tempo uno scontro tra la pragmaticità e l'illusione, lo stesso mito tramandato per via orale e senza un reale riscontro viene abbattuto dai fatti riportati da Joanne, andando a scalfire anche il ricordo di chi è venuto a mancare di cui si parla inevitabilmente bene, come il marito della proprietaria, ricordato come un grande uomo, ma sul quale verranno svelate scomode verità come la sua estrema dedizione all'alcool e la tendenza ad essere omofobo e violento, o ancora l'altra amara verità riguardante Jimmy Dean, quello che fino a quel momento è stato considerato il figlio di James Dean, che ha avuto una delle donne appartenenti al fan club, in un presunto rapporto di una notte mentre vi erano le riprese di "Giant" che in realtà si rivelerà essere una bufala, e a proposito di questi episodi, la narrazione mostra quanta leva fanno i personaggi su questi elementi, dei veri e propri capisaldi della loro vita, fermi in un passato ingombrante, che sembrano l'unico elemento di soddisfazione, la distruzione di essi sembra lasciarle in un nulla desolante, come toglierle totalmente l'identità.

Il film alterna continuamente passato e presente, facendo avanti e indietro di vent'anni, con transizioni lievemente percepibili e la camera di Altman che si muove leggiadra con movimenti stabilizzati all'interno di questo negozio da cui non si esce mai per tutta la durata del film, un'ambientazione un po' vetusta, che diventa specchio della condizione delle protagoniste, del loro essere ancorate al passato, al mito di un attore morto da vent'anni, in un luogo ormai abbandonato che non può che ricordare i fasti che furono, è un film pregno di desolazione, emotivamente molto invadente, che crea la nostalgia e allo stesso tempo se ne fa amaramente beffa, con grandi interpretazioni di un cast tutto al femminile, tra Cher, Sandy Denny, Karen Black, Kathy Bates.

Niente male.

Filman  @  08/06/2015 21:33:11
   5 / 10
E' con COME BACK TO THE FIVE & DIME, JIMMY DEAN, JIMMY DEAN che Robert Altman sviluppa un riadattamento stilistico personale dagli ingredienti inusuali e dai modi contenuti, che vedono scenografie ristrette a modici spazi, cast ridotti nel numero e trame che non si articolano ma che si inspessiscono più con i dialoghi che con le figure, segno di un'impronta professionale di esperienza diretta col mondo del teatro, e di una successiva volontà, quasi post-moderna, di riversarla nello schermo di un cinema.
Da questo esperimento, che propone qualcosa di amorfo narrativamente, nascono ben pochi frutti, a causa di un soggetto poco entusiasmante e di effettiva scarsezza che vede una situazione di esclusiva ma poco interessante tragicità al femminile mal sceneggiata e con ben poco da raccontare, entrando in contrapposizione con la metodologia comunicativa teatrale adoperata dal regista al fine di far fuoco su un qualcosa che però nel film manca.

2 risposte al commento
Ultima risposta 27/06/2015 18.10.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  05/07/2011 14:02:37
   8 / 10
Una stanza arredata a mo' d'emporio è l'unico palcoscenico di un dramma tutto al femminile, in cui s'intrecciano malinconia, dolore, sogni infranti, illusioni ed isteria. Altman gira come fosse un testimone invisibile ma coinvolto. La storia ci viene raccontata attraverso un sapiente gioco di flashback e flashforward fra il 1955 e il 1975. Le sei donne protagoniste, tranne una (il perché è bene non svelarlo), indossano gli stessi abiti, così da sembrare figure statiche, immutate dagli anni trascorsi. Un inganno allo spettatore, che scoprirà segreti scomodi e inconfessati, fuochi nascosti sotto la cenere. Film ironico ma duro, sottile riflessione sul Tempo, questo cinico artista che ci sfascia e ricostruisce come fossimo statuine d'argilla.

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/03/2015 19.27.55
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/06/2011 23:10:57
   7½ / 10
1955-1975, vent'anni dalla morte di James Dean e il tempo sembra essersi congelato nell'emporio in cui viene rievocato il Mito del giovane attore americano. Un tuffo nel ricordo decisamente morboso per allontanare il presente amaro di soddisfazioni.
L'impostazione di fondo è teatrale e tutte le attrici sono magnifiche, ma è proprio l'atmosfera che si crea in questa sorta di limbo in cui passato e presente si incontrano e scontrano è il punto di forza del film, per non parlare della sequenza dei titoli di coda, magnifica quanto spietata.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  16/12/2006 14:35:22
   9 / 10
"Temevo che l'estate finisse, invece durerà per sempre"


Puo' darsi che sia un po' stucchevole questo Altman dei ricordi, puo' essere che sia elegiaco nella sua rappresentazione (quasi un musical senza musica) ma è un film di sconfinata bellezza: questo è il piu' bel ritratto dell'incombente
declino dei Miti, della fine dei loro feticci e della crisi perdurante delle leggen-de che li riguardano.
La storia tradisce fin troppo una dichiarata vena teatrale? Ebbene sì, si svolge interamente in un emporio, ed è un mare di chiacchere, ricordi, rivelazioni (anche sorprendenti, come l'operazione di Sissy, la fragilità mentale di Mona, la "sorprendente" identità di Joe/Joanna), una galleria di volti e personaggi memorabili che si ritrovano nello stesso luogo, vent'anni dopo, dove erano stati girati gli esterni dell'ultimo film di James Dean, "il gigante".
Il film che segno' il suo Mito definitivo, e la data della sua morte (Settembre 1955 incidente stradale con una porsche bianca).
Figli legittimi della memoria o dell'immaginazione, restano i ricordi che non possono ritornare piu': partono come dolce nostalgia e si fondono in un'amarezza a cui non resta altro che l'accettazione passiva e consapevole di tante vite segnate dal brusco cammino della vita verso la maturità
Come quella di Edna, vedova di un marito ubriaco, rissoso e violento.
O di Joanna, ex-Joe (straordinaria come sempre Karen Black nel ruolo di una/o transessuale) , ex gay umiliato e violentato da un gruppo di omofobi (tra cui il marito di Edna) e costretto a fuggire dal luogo per rifiugiarsi nella trasformazione sessuale della sicurezza (?) femminile, alla disperata ricerca di una sua identità.
Un tipico film à la Altman, con gli echi agrodolci ma in fondo molto amari del tempo che scorre, impetuosamente, e mostra le sue brutali verità.
Ottima la Mona nevrotica di Sandy Dennis, attrice particolarmente a suo agio nei panni di donna fragile e poco appariscente.
Un film che si congeda nell'arco di due ore, come un'incantesimo onirico, nel segno di un'idealizzazione utopistica della memoria: strepitosamente bello

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