Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.
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Tre storie sulla sudditanza, sulla possessione dell'essere umano come fosse un oggetto e su uomini e donne disposti a tutto, anche alle peggiori umiliazioni, pur di compiacere la parte amata e/o idolatrata. A fare da filo conduttore, oltre alla tematica principale, un gruppetto di attori che interpreta ruoli differenti in ogni segmento e su cui svetta l'interpretazione di un Jesse Plemons che si dimostra una volta di più un attore straordinario. Delle tre storie quella che più mi è piaciuta è la seconda, piena di ambiguità e paranoia oltre che a tinte quasi da film thriller, anche se il finale della terza è un gioiellino di nichilismo.
"Kinds of Kindness" è un ritorno al passato per Lanthimos che si distacca dalle opere più recenti e più accessibili come "Povere Creature!" per riappropriarsi di quell'anarchia, quell'assurdità e quella cifra autoriale che caratterizzavano i suoi lavori precedenti. Per cui chi ha conosciuto (e apprezzato) Lanthimos con film come "The Lobster" probabilmente non rimarrà deluso.