Il mite Barney Thompson, un barbiere vecchio stampo, sta lentamente scendendo verso il basso nella gerarchia del negozio di Glasgow in cui lavora. Dopo un omicidio accidentale, si rivolge alla sua feroce madre in cerca di aiuto.
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Da estimatore di commedie nere o "gialli da ridere" non posso che dirmi deluso da questa commedietta troppo british in quanto si ride pochissimo e anulla vale la discreta prova di Robert Carlyle quando in bocca gli mettono battute scontate. Inoltre non mi sono piaciuti nemmeno lo stile registico e la fotografia.
Godibile commedietta nera, assolutamente niente di particolare da ricordare se non che scorre senza difficoltà grazie allo squallido vuoto proiettato nel contesto, ed alle prove del perdente Carlyle e di una Thompson invecchiata a dovere.
Dark comedy che segna l'esordio alla regia di Carlyle, bravo nel destreggiarsi tra thrilling e humor inglese, colpendo quando c'è da colpire e amministrando in maniera calibrata uno script, tratto da un romanzo di Lindsay, capace di risultare graffiante e ironico al punto giusto. La parte finale colpisce proprio per questo giusto mix, garantendo un risultato positivo, pur apparendo un pochino esagerato. Bene il cast.
Carino, questo debutto alla regia per Robert Carlyle. Al di da del fatto che approcciare un Carlyle attuale, anno 2015, per me, oggi è più o meno una sfida titanica visto l'ultima "cosa" in cui l'ho visto "recitare", "The Legend of Barney Thompson" è stata una piacevole visione utile non tanto a farmi scoprire un regista quanto a farmi riscoprire un, bravo, attore finalmente ritrovato. Come si dice Robert, se vuoi che le cose siano fatte bene, devi fartele da solo; anche tornare al cinema anglosassone e nella madre patria Scozia evidentemente gli ha fatto bene.
"The Legend of Barney Thompson" è una black comedy che a conti fatti non esalta e non lascia granché dopo la visione però intrattiene con piacere ed è scritta con qualche idea buona e con dialoghi abbastanza fuori di testa da essere divertenti. Se lo scopo di questa commedia nera era quello di divertire ed intrattenere il giusto con me ci è riuscita bene.
Poi vabè bravo Carlyle che si è girato da solo il film ed è riuscito ad avere al suo fianco nientemeno che Emma Thompson (la miglior attrice, inglese e non, della sua generazione, quella anni '90 diciamo, un monumento del cinema britannico) nella parte di sua madre. Emma Thompson! Non so se a Carlyle gli sia preso un colpo a recitare di nuovo con un'attrice di tale calibro, a me di sicuro, abituato come sono a vederlo circondato dai sagomati di cartone tipo la De Ravin o la Morrison che passano di questi tempi in tv. E che bello, Carlyle si è rimesso a fare l'attore e recita insieme alla Emma Thompson. Lusso, botti di capodanno, esultanze, scivolata brutta da dietro tipo "Trainspotting" dai Begbie, olè! Goditela Carlyle, tanto non dura.
Dicevo, Carlyle è un bravo attore e qui torna a dimostrarcelo, prendendosi la parte del protagonista con una buona interpretazione di questo sommesso, impacciato barbiere pacifico e in balia degli eventi. La scena è tutta sua, o lo sarebbe se non gliela rubasse la presenza scenica strabordante di una Emma Thompson irresistibilmente sopra le righe, invecchiatissima per l'occasione e ovviamente bravissima. Prevedibile, comunque.
La sceneggiatura sarebbe quella di un thriller ma non da mai importanza a rendere credibili o sorprendenti i colpi di scena (l'identità del vero killer è chiara 20 minuti prima della rivelazione) concentrandosi più sul divertimento provocato da equivoci e situazioni assurde e grottesche/macabre che coinvolgono il protagonista, contando molto anche sulle sue comiche reazioni (e qui bravo Carlyle) e su quelle sboccatissime e folli di sua madre.
Barney uccide sempre accidentalmente anche il secondo barbiere, scena azzeccata.
Anche gli ultimi dialoghi tra Barney e la madre alla discarica o la scena con lui in casa del secondo barbiere mi hanno divertito molto.
Mi è piaciuto come il Carlyle regista abbia deciso di gestire l'ultima parte e la soluzione finale, si un poco forzata direi ma risolta gettando il tutto nel puro territorio dell'assurdo e del grottescamente comico; si perché io francamente quel finale nel bosco con i quattro poliziotti (ben anticipato dalla caratterizzazione di quei personaggi nel corso del film va detto) e lui che se la cava in "quel modo" non me lo aspettavo, è ho riso di gusto. Chi ha scritto questa scena è scemo e Carlyle l'ha resa molto bene.
E insomma, un esordio riuscito e simpatico quello di Carlyle alla regia, Emma Thompson è sempre una grande e lui per fortuna sa ancora recitare come si deve, sospirone di sollievo.
Una discreta commedia nera per l'esordio di Robert Carlyle alla cabina di regia, qui anche protagonista principale. Un barbiere dalla vita mediocre che si trova invischiato in una storia di serial killer, fra "incidenti" grotteschi e massimo sospettato dalla polizia. La cosa migliore sono le intepretazioni: un Carlyle misurato e dimesso, perfettamente aderente al ruolo contrapposto ad una madre sboccatissima e sempre fuori le righe, intepretata da una Emma Thompson da applausi. Da non sottovalutare nemmeno la prova Ray Winston, paranoico ed ossessionato dal suo superiore donna. Tonalità grottesche ed umorismo tipicamente british che non credo deluderà i fan del genere.