Due galeotti, un nero e un bianco, evadono insieme, legati ai polsi da una catena d'acciaio. Braccati dai poliziotti che li inseguono guidati da feroci segugi, i due fuggono attraverso campi, colline, paludi.
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Più forte dell'odio razziale è quella catena che unisce controvoglia due individui, bianco e nero, alla ricerca della libertà. Proprio quella catena è proabilmente il simbolo di emancipazione da un'America razzista e gretta, dove due uomini così diversi trovano unità di intenti ed un legame profondo di amicizia che matura durante la loro fuga. Una sceneggiatura solidissima per raccontare una vecchia America ma dalle tematiche ancora, purtroppo, attuali. Un bellissimo film dove oltre ai due protagonisti vanta una schiera di comprimari che laciano il segno ad ogni tappa del cammino dei fuggitivi.
Buona la performance degli attori e storia densa di propositi positivi che trattano argomenti sempre scottanti come l'intolleranza razziale e il disagio sociale. Nonostante questo, e i due oscar portati a casa, LA PARETE DI FANGO, a mio modesto avviso, è ben lontano dall'essere un capolavoro del cinema, a fronte di un ritmo altalenante, dialoghi poco incisivi e scene che a volte sembrano poco curate nei dettagli, dove si palesa una certa ingenuità nel raccontare gli eventi e dove la retorica si manifesta in maniera evidente, specialmente nella parte conclusiva. Il film di Kramer, però, rimane comunque una visione godibile che non annoia e che riesce a trasmettere una serie di sensazioni che non possono lasciare indifferente chi guarda.
Altro bel lavoro di Kramer con tematiche razziali in sottofondo e con la rappresentazione di personaggi di varia umanità. Visto oggi parrebbe sorpassato, eppure ha ancora un suo fascino. Il regista, al suo terzo film, si muove nelle pieghe della storia con la sicurezza di un veterano ed alcune inquadrature ad effetto restano impresse nella memoria
il primo piano della mano di John che accarezza la nuca della padrona di casa; Noah che si palesa ( attraverso un riflesso nello specchio ) nella rimessa mentre John e la donnasono intenti ad organizzare la propria fuga
almeno quanto un finale disperatamente a caccia della libertà. Solida prova del duo Curtis / Poitier, con quest'ultimo che seppur di un'incollatura si lascia preferire.
Escape adventure di tutto rispetto; non punta il dito contro i pregiudizi razziali, ma li usa come spinta per meglio muovere la storia e le azioni dei personaggi, che malgrado il colore della pelle e le catene ai polsi diventano solidali e complementari quando si tratta di far fronte comune per raggiungere lo stesso obbiettivo, soprattutto sapendo di dover comunque affrontare le stesse vicissitudini sia prima da civili sia ora da carcerati.
Ottimi Curtis e Poitier, reietti perfetti.
Non è denuncia ma intrattenimento; invecchiato molto bene direi.
Molto bello questo film di Kramer su uno dei temi più caldi dell'epoca. Il conflitto bianchi/neri si riconduce al conflitto tra due galeotti in fuga, i quali sono costretti ad andare contro la propria indole e a doversi sopportare per non condannare se stessi alla cattura.
L'incipit è davvero interessante, e anche lo svolgimento è parecchio coinvolgente senza cadere per forza in modelli troppo stereotipati o scontati. L'unico difetto secondo me è l'incontro con la donna e i conseguenti risvolti, che ho trovato abbastanza fuori luogo.
Un film che non risente minimamente dei suoi anni, davvero una gradita sorpresa. Assolutamente da riscoprire.
Quoto tutto quanto scritto da MidnightMikko. Uno dei primissimi film con la coppia bianco e nero mi sembra che avrebbe trovato la sua strada sopratutto nei thriller e polizieschi!
Un gran bel film, che gode principalmente della regia sicura di Kramer e di una fotografia a dir poco spettacolare, un bianco e nero vivido e sporco. Ottima prova dei bravissimi Curtis e Poitier, buon soggetto e sceneggiatura che personalmente non ho trovato mai scontata banale e tantomeno retorica. Consigliato
Era il '58 e Kramer iniziò a parlare direttamente di razzismo, pregiudizi, uguaglianza e umanità ... tutte in primo piano. L'argomento sarà approfondito ancor di più nello splendido e lucido Indovina Chi Viene a Cena ?. Il duo di attori protagonisti Poitier-Curtis tengono testa all'intero film che per poca professionalità del regista (che sicuramente migliorerà dopo), svolgimento della trama grezza e poco lineare, il messaggio di fondo riesce a portarlo.
Direi obsoleto, ma una pellicola di gran coraggio per l'epoca.
Gran bel film. Bravissimo Curtis e bravo anche Poitier. Uno dei primi film sul razzismo, ricco di metafore(come il fatto che i due evasi siano incatenati e accomunati nel destino); è una storia virile d'amicizia tra due persone differenti solo nel colore della pelle, è una storia di tolleranza e di comprensione che rinuncia anche alla passione amorosa pur di mantenere saldo il legame che unisce i due uomini. Da vedere; non è un capolavoro, ma è un bel film, sicuramente.
"Non voglio recitare con un negro" (cfr. Robert Mitchum) oppure "Sì ma voglio essere io il negro" (Marlon Brando) tra i nomi che avrebbero dovuto recitare nel film al posto di Tony Curtis. Un robusto melodramma sociale di Kramer, con un finale forse retorico ma davvero emozionante. I temi dell'intolleranza razziale sono forse sfruttati, ma Kramer era il regista giusto a dominare questo tipo di film e riesce a ottenere un'ottima prova da entrambi gli attori