la strada regia di Federico Fellini Italia 1954
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la strada (1954)

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locandina del film LA STRADA

Titolo Originale: LA STRADA

RegiaFederico Fellini

InterpretiAnthony Quinn, Giulietta Masina, Richard Basehart, Aldo Silvani, Marcella Rovere, Livia Venturini

Durata: h 1.44
NazionalitàItalia 1954
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 1954

•  Altri film di Federico Fellini

Trama del film La strada

Gelsomina viene affidata da sua madre al girovago Zampanò, perchè non ha le possibilità economiche per mantenerla. La ragazza e il suo nuovo "tutore" però sono incompatibili: lei cerca sempre di scoprire i segreti della natura e delle cose che la circondano, è una ragazza molto sensibile e l'eccessiva "concretezza" di Zampanò la fanno stare male. Un giorno però, un altro girovago detto "Il Matto" convince Gelsomina che per lei stare accanto a Zampanò è una missione: tutto serve e tutti gli uomini servono a qualcosa...

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Voto Visitatori:   8,61 / 10 (66 voti)8,61Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior film straniero
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Voti e commenti su La strada, 66 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Mietitore  @  29/11/2011 20:36:30
   10 / 10
Incriticabile.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/10/2013 10.40.54
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wallace'89  @  03/05/2010 02:08:29
   9 / 10
Un film bellissimo che ha fatto epoca. Trovo limitativo definirlo una favola solo perchè i personaggi incarnano degli archetipi facilmente riconoscibili e per la magica atmosfera che avvolge queste comunque tristi vicende(ancora molto influenzate dal neorealismo del cinema italiano del periodo). Non tanto perchè "Il reale" prevale sugli espedienti da favola ma perchè della "favola" non ha la direzionalità univoca, una finalità conclusiva svelata apertamente.
Ma mi sembra più vicino comunque ad essere definito come un opera aperta a più interpretazioni e che vive anche di contrasti. Un film di un autore che comunque ricolma ogni sua creazione piena di elementi autobiografici,cosa che essenzialmente una favola,forma di narrazione popolare in cui sempre l'autore scompare per farsi narratore, non è.
Ci sono evidenti echi cristiani, al divino resi con tocchi di sublime intensità e non faciloneria, ma anche qui non mi sembra si possa parlare solo di una forma di racconto didascalico e morale.
O meglio, alla fine può anche esserlo come può essere anche più semplicemente una fiaba( che comunque non sono "semplici" in senso denigratorio), ma alla fine mi sembra un film più sfuggente e vitale, dalle sfumature molteplici a seconda delle angolature, nulla di così facilmente definibile. E più una piccola grande sinfonia di sensazioni, immagini e emozioni filtrate attraverso il mezzo cinema, ed è grande Cinema, un pezzo di storia di quello italiano, un'opera matura di un maestro e un grande artista.
Memorabile la colonna sonora di Nino Rota. E Giulietta Masina è un capolavoro vivente.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/10/2013 10.42.44
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DarkRareMirko  @  01/11/2009 22:23:49
   10 / 10
Il Fellini più esemplare, il film che forse, più di altri, potrebbe esser usato come a dire "guardate, qui son presenti tutti i tratti caratteristici del gran modo di far cinema tipico di questo famoso regista".

Quindi memorabili, strambi e strani personaggi si sprecano (come "il matto"), certe strizzatine d'occhio al neorealismo son presenti, grandi attori ci deliziano (e questo, oltre a Il casanova di Federico Fellini, è un altro lungometraggio dove il regista ha chiamato a recitare un divo straniero, greco per la precisione, ossia il grande Anthony Quinn, con risultati celestiali) ed è presente, come ne La dolce vita, un ottimo finale ambientato in spiaggia, forse un pò più drammatico però rispetto al citato capolavoro.

E' anche il film più religioso di Fellini, più votato a chiamare e chiedere la presenza di Dio, del Divino.

Altra visione imprescindibile.

2 risposte al commento
Ultima risposta 05/10/2013 21.55.15
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Neu!  @  04/04/2009 12:44:12
   10 / 10
più vedo questo film e più capisco quanto non ci capisca niente chi parla di "primo peridodo neorealista" riferendosi al periodo di Fellini (quello antecendente a "La Dolce Vita"). sicuramente sono film più "normali" di quelli del periodo più onirico di Fellini; ma questi sono tutto tranne che film neorealisti. "La Strada" ne è l'esempio lampante: qui non ci sono personaggi, ci sono macchiette; non ci sono uomini che devono ritrovare la propia Bicicletta o vecchi che non riescono a vivere e tentano il suicidio; ci sono dei giocolieri, c'è un equilibrista. questo è un film anti-neorealista. ma dai... ce lo vedete un personaggio come "Il Matto" in un film di De Sica? e in un film di Rossellini? assolutamente no. "La Strada", prima del suo clamoroso successo, ebbe molti problemi ad essere prodotto; perchè in piena era neorealista sembrava insensato produrre un "favola". si, perchè "La Strada" non è altro che una favola. una favola bellissima, piena phatos e di personaggi riuscitissimi, e con un finale incredibile. il discorso tra Gelsomina e Il Matto è qualcosa di incredibile, e come se stessero parlando di filosofia senza rendersene conto, è un elogio alla semplicità; semplicità che nel finale riuscirà persino a redimere uno come Zampanò. il più bel film del primo Fellini.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/10/2013 10.49.52
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paride_86  @  29/09/2008 00:55:59
   8 / 10
Uno dei film più belli del primo periodo di Fellini. Il regista ci racconta l'ambiguo rapporto tra il lupo (Zampanò) e l'agnello (Gelsomina), ambientando la storia nel mondo degli artisti di strada. E' un film molto amaro e molto dolce allo stesso tempo.

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Ultima risposta 29/09/2008 00.58.03
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  03/03/2007 16:26:11
   9 / 10
Poetico. non c'è nessun altro aggettivo in più da accostare a questo capolavoro neorealista.
con il cinema di Federico Fellini si riprese la tradizione verghiana non più nella letteratura, bensì nel cinema, infatti laddove la genialità di Giovanni Verga era già morta e sepolta da un pezzo (e la letteratura non offre più niente di suo) è arrivato a colmare questo incredibile vuoto il regista romagnolo nel pieno della sua vitalità artistica, del suo amore verso le persone, il mondo e la moglie (strepitosa Giulietta Masina). ma, malgrado tutto ciò Fellini non dimentica il suo fortissimo realismo sia nel descrivere i rapporti, sia la situazione sociale italiana: egli ci fornisce un affresco spettacolare, ai livellissimi di Bergman, della società piagata dalla povertà che solo la presenza degli artisti (è impossibile non ricordare il Settimo Sigillo) e la devozione nella religione (anche se troviamo una Chiesa austera e non presa dal messaggio di Cristo nella solita sottile critica di Federico) riescono ad alleviare. Fellini è geniale poichè dipinge questo quadro con la sola forza espressiva delle immagini: è indimenticabile la scena del banchetto dei ricchi che si lanciano i pezzi di pane e i mendicanti si affannano a raccogliere le briciole come i cani, struggente, terribile...qui c'è Verga, tutto. poi inserisce con delicatezza la figura arzigogolata di Gelsomina e quella spartana di Zampanò, legati da un amore impossibile per caratteri diametralmente opposti, ma s'inserisce una figura strana, il Matto che incarna un'ottica felliniana molto bella e gioiosa, ovvero la nostra posizione nella ruota del mondo: qual'è la funzione che abbiamo nella vita? perchè siamo al mondo? e arriva una sicura, serena risposta da parte del regista, malinconico, realista, ma felice, ossia che tutto è utile, tutto ha un posto. sembrano difficili come contenuti, ma con la superba genialità che lo caratterizza egli pone tutto sotto l'aspetto favolistico accompagnato da una fantastica colonna sonora di Rota, co-protagonista del film. un film meraviglioso

3 risposte al commento
Ultima risposta 30/01/2009 14.13.28
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento thohà  @  11/12/2006 13:28:16
   6½ / 10
Non c'è niente da fare: a me Fellini non è mai piaciuto.
Non si può negare che Giulietta Masina colpisca, con quel faccino stralunato, gli occhioni, la maglietta a righe, la mantella e quelle smorfie - a mio avviso - esagerate.
Anthony Quinn, qui animalesco, rude, grezzo e violento, non mi ha ma detto molto.
Tutto ilfilm è pervaso da un latente senso di tristezza che ti lascia intuire come andrà a finire.
Alla fine ti viene da dire: Eh... Zampanò, ci voleva tutto ciò perché tu capissi?
Sopravvalutato.

6 risposte al commento
Ultima risposta 25/03/2015 16.32.22
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alesfaer  @  18/07/2005 23:33:19
   2 / 10
io nn c'ho trovato proprio nulla di poetico. il film è attempato, ma anke se fosse stato rifatto da george lucas o ki volete, sarebbe rimasto sempre 1 film mediocre.

4 risposte al commento
Ultima risposta 24/05/2008 20.43.58
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