la terza parte della notte (1972)

Opera prima di Zulawski di grande impatto emotivo e visivo. Atmosfere cupe, di morte, tensione evidente, posti spettrali. Talvolta pesante, talvolta incomprensibile, ma il senso generale è tangibile. Pellicola da vedere assolutamente.

L'Apocalisse è un circolo vizioso senza speranza, di storie ripetute e di vite vissute. Michal è un angelo sterminatore che nutre la piaga mortale e vittima al contempo di un supplizio che gli fa rivivere la speranza illusoria di correggere errori. Ma nell'universo di Zulawski c'è un senso di condanna a cui non si può sfuggire e pochi registi al mondo riescono ad avere la capacità di farti sentire tangibilmente quel senso di morte strisciante e di catastrofe nel suo pieno svolgimento. L'inizio di un percorso coerente che sarà portato avanti con Diabel e Possession.

Il trionfo del Caos prima dell'Apocalisse.
Nutrire pidocchi, cercando di dare un senso al (soprav)vivere e di procrastinare la fine imminente.
Profondo, disturbante; Zulawski ai massimi livelli.

L'abisso che è l'uomo, che quindi ritorna e si sdoppia. Il male come specchio, che riflette la catastrofe, la Fine. Fine che è infinita, proprio perché è ripetizione dell'apocalisse, o per lo meno sdoppiamento di un senso apocalittico. Un perpetuo rivivere l'inferno, un rincontrare i propri demoni, che non sono altro che la propria immagine riflessa. L'Identico che torna, e quindi la vita è destinata a ripetersi, diventando una non-vita. Un inferno, appunto. Esordio devastante e devastato; la radice di quel Caos replicato, aspetto spasmodico e fondamentale della poetica del filmmaker polacco. Cinema nervoso, isterico ed ingestibile. "La Terza Parte della Notte" è la porta d'ingresso per "Sul Globo d'Argento"; sì, per entrarci e non poter più uscirne fuori, annichilendo in maniera definitiva lo spettatore.
Andrzej Zulawski viene definito "il tumore della cinematografia mondiale".

Buona la prima di Zulawski, che con le sue solite atmosfere cupe riesce a trasmettere un senso di desolazione agli spettatori. Peccato non vi sia traduzione italiana, perchè vedere un film così profondo, psicologico e denso di significati in lingua polacca e annessi sottotitoli inglesi la fa sudare abbastanza... nonostante questo ostacolo e un film che mi sento ampiamente di consigliare!

Incredibile esordio di Zulawski che regala una pellicola colma di significati. Atmosfere cupe e inquietanti. Ottima regia e ottime anche sceneggiatura e recitazioni. Da vedere