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Uno dei film meno noti di Von Sternberg, probabilmente per la presenza di volti orientali e poco noti al grande pubblico dell'epoca. In un'isola quasi deserta popolata da un uomo ed una donna, sbarcano un gruppo di soldati giapponesi. La donna ovviamente diventa ben presto oggetto del contendere, idealizzata e di conseguenza le gerarchie e la disciplina vengono gradualmente erose. Budget abbastanza ridotto, ma ampia libertà del regista per mettere al centro una figura, intorno alla quale, ruota la vicenda solo con la sua presenza. Un film affascinante e riuscito.
"L'isola della donna contesa" secondo me è il più bel film di Joseph Von Sternberg. Certamente è una mia personalissima opinione, se consideriamo che il regista divenne famoso per il suo sodalizio con Marlene Dietrich e che più di 20 anni prima fece film come "L'angelo azzurro" , "Disonorata" o "Shangai Express" (e molti altri). Ma francamente "L'isola della donna contesa", ovvero, il suo ultimo film, è quello che ho apprezzato di più di tutti. Von Sternberg era un regista tedesco trasferitosi a Hollywood, che però dopo la rottura con la Dietrich, non riusciva più a trovare spazio nell'olimpo Hollywoodiano, per via di grossi contrasti con le produzioni, che , per via dei temi forti del suo cinema, lo misero a margine. Questa magnifica opera, firmata dal regista nel 1953, è infatti una produzione interamente giapponese, a bassissimo costo, e girata completamente in studio. Si tratta di un opera pressochè perfetta, nella quale il regista mette in scena una specie di gioco erotico di vendette e violenze, veramente molto amaro. Von Sternberg insomma fece il film che voleva fare, in assoluta libertà e lontanissimo dalle produzioni hollywoodiane. Venne accolto male dalla critica quando uscì, ma vedendolo oggi, è facilissimo riconoscere a mio avviso, un capolavoro, e come gran parte delle opere del regista tedesco (si paragoni ad esempio "I misteri di Shangai" con "Casablanca", uscito l'anno seguente) , un'opera molto insolita per l'epoca.