l'orgoglio degli amberson regia di Orson Welles USA 1942
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l'orgoglio degli amberson (1942)

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locandina del film L'ORGOGLIO DEGLI AMBERSON

Titolo Originale: THE MAGNIFICENT AMBERSON

RegiaOrson Welles

InterpretiAnne Baxter, Dolores Costello, Joseph Cotten, Tim Holt, Agnes Moorehead

Durata: h 1.28
NazionalitàUSA 1942
Generedrammatico
Tratto dal libro "L'orgoglio degli amberson" di Booth Tarkington
Al cinema nell'Aprile 1942

•  Altri film di Orson Welles

Trama del film L'orgoglio degli amberson

La vedova Amberson vorrebbe risposarsi con un antico innamorato. Il figlio orgoglioso ed egoista glielo impedisce, facendola morire di dolore. Solo allora il giovane comprende il proprio errore. Una saga familiare di grandi ambizioni, da un romanzone di Booth Tarkington.

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Voto Visitatori:   8,51 / 10 (35 voti)8,51Grafico
Voto Recensore:   8,50 / 10  8,50
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Voti e commenti su L'orgoglio degli amberson, 35 opinioni inserite

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topsecret  @  08/12/2024 14:14:06
   6½ / 10
Oggi sarebbe una storia biasimevole, da spernacchiare senza pietà, vista l'antipatia di certi personaggi e l'ottuso, oltre che verboso, stillicidio di patetiche emozioni che portano a tragiche dinamiche.
Fortuna che la regia di Welles è di buona fattura, il cast offre una buona prova e l'ambientazione appare ben realizzata, così da poter offrire una visione discretamente tratteggiata e di una certa presa emotiva e visiva.
Non un capolavoro di sceneggiatura, per quanto mi riguarda, ma visione abbastanza interessante, non senza patemi, che riesce a intrattenere degnamente.

Thorondir  @  10/05/2024 14:15:47
   9 / 10
Dopo aver innovato il linguaggio cinematografico con "Citizen Kane" ed essere entrato fin da subito nella storia del cinema, Welles gira un film che racconta l'ascesa (e il declino) degli Amberson, famiglia altolocata del Midwest alla fine dell'Ottocento. Siamo nell'ambito di un tipo di racconto che sarà poi ripreso e istituzionalizzato da un gran numero di film sul tema, quello dell'affresco famigliare storico-politico. È un quadro di microcosmo autocentrato su se stesso, che gli abitanti del luogo percepiscono come "altro", diverso. Non a caso l'elemento che scardina l'apparente tranquillità degli Amberson è l'entrata di un personaggio fuori dalla famiglia ma legato alla figura femminile di Isabella Amberson: un amore che la realtà sociale ha impedito ma che è rimasto a covare le proprie passioni sotto la cenere. Questo quadro di "sovversione" è combattuto dal giovane George, che contrariamente a quanto lascerebbe intendere la sua giovane età - e cioè l'apertura mentale - è deciso ad impedire che sua madre possa rifarsi una vita, riflettendo quindi una mentalità conservatrice e tradizionalista pur nella sua apparente esuberanza. La nuova generazione che si oppone al mutamento, percependo come potenziale scivolamento di status un secondo matrimonio (anche perché George, che non ha nessuna intenzione di lavorare, sa che le proprie fortune sono legate a quelle della sua famiglia). Eppure accade il contrario e alla fine tutto sarà ribaltato e distrutto.

Grande affresco corale, spietato e cinico del mondo che cambia, della società statunitense che vede ridefinirsi i confini sociali e di status. Un'opera dalla grande eleganza, in cui Welles utilizza nuovamente i long take per rendere il tempo della realtà mentre intorno tutto sembra mutare alla velocità della luce. Alcune immagini di straordinaria potenza visiva, con una costruzione nuovamente strabiliante delle scene e dell'utilizzo della profondità di campo (di cui Welles fu pioniere e costante innovatore).

76mm  @  09/10/2020 10:57:08
   7 / 10
Come sarebbe stato senza i 40 minuti di tagli e lo stridentissimo lieto fine imposti dai boss RKO dopo le disastrose anteprime non lo sapremo (purtroppo) mai.
Quello che si è salvato è un melò di buona fattura, molto ben girato ed interpretato, ma piuttosto risaputo nella trama e con personaggi abbastanza stereotipati.
Tecnicamente ineccepibile (stupefacente, per l'epoca, l'uso del piano sequenza e della profondità di campo) ma poco coinvolgente dal punto di vista emotivo e non particolarmente innovativo se si pensa all'illustre predecessore e ad altre opere coeve.
Welles lo disconobbe e raccontò successivamente, con dovizia di particolari, di come i produttori gliel'avessero messo in quel posto senza preavviso e senza vaselina.
Una delle tante opere per le quali rimpiangeremo per sempre che non sia finita in mano a personaggi meno ottusi.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  22/07/2020 13:14:35
   8 / 10
Splendido secondo film di Welles, che descrive magistralmente il passaggio da un'epoca reazionaria a quella moderna, atraverso lo sguardo dell'arrogante ed orgoglioso George. SI notano purtroppo le tribolazioni della lavorazione e del montaggio del film, un po' frettoloso sul finale ed in alcuni passaggi, ma la tecnica e la narrazione (soprattutto nella dichiarazione di intenti iniziale) restano all'altezza del genio immortale di Welles.

DarkRareMirko  @  09/10/2018 22:14:11
   9 / 10
In effetti rimane la rabbia/fastidio per i tagli censori e per i 43 minuti persi...

Anche così l'opera è splendida; la regia e la personalità di Welles, aiutati dal montaggio di Robert Wise (proprio come avvenne per Citizen Kane), si respiran eccome...

Spaccato spietato su dinamiche sociali e familiari e, oggi come allora, non credo sia cambiato molto, sia per i nobili, sia per i non nobili.

Un'altra opera notevole da Welles.

dagon  @  06/08/2015 22:15:10
   8 / 10
Film di importanza storica riconosciuta, ma che, però, non mi ha mai fatto impazzire, ad onor del vero. Ammetto di non averne mai visto una edizione di livello tale da apprezzarne alcuni elementi (vedi la fotografia) in modo ottimale. Voto tra la testa (9) e la pancia (7).

steven23  @  12/05/2015 14:59:39
   8½ / 10
Uno solo poteva essere il rischio a cui andava incontro questo secondo film diretto da Welles, ed era l'anno di distanza che lo separava dal primo, "Citizen Kane". Dopo aver esordito con una pellicola di tale livello viene logico pensare all'impossibilità di fare meglio o alla difficoltà di mantenersi su un simile livello.
E in effetti non avviene, ma la cosa ha poca importanza visto che stiamo parlando non solo di un altro, grandissimo, film, ma anche di una pellicola tagliata e raffazzonata dalla RKO senza nemmeno avvisare lo stesso Welles delle intenzioni. Non riesco a immaginare come sarebbe potuta essere con i cinquanta minuti eliminati.

Comunque, problemi e tagli a parte "L'orgoglio degli Amberson" conferma la straordinaria capacità di Welles dietro la macchina da presa. La breve durata non impedisce alla pellicola di mostrarci la sua eccezionale maestria, così come il budget limitato non preclude del tutto l'inserimento di alcune, notevoli innovazioni. La regia è così assolutamente impressionante, con piani sequenza favolosi, una capacità difficilmente eguagliabile di sfruttare i grandangoli e la profondità di campo e, soprattutto, una sperimentazione sostanzialmente nuova: la profondità di campo sonora, in cui, credo per la prima volta, i suoi e le numerosi voci degli attori si scindono donando alle scene in questione un effetto incredibilmente realistico.
Sì, insomma, rispetto a "Citizen Kane" lo stile di Welles appare quasi più sobrio, ma perfettamente abbinato al tipo di film di cui stiamo parlando... il risultato è così una breve saga familiare dura e realistica, oltre che tremendamente interessante. L'unica pecca sta forse nella seconda parte, senza dubbio meno convincente della prima... ma qui torniamo al problema dei tagli, quindi la colpa non è sua.
Inutile poi, soffermarsi sulla straordinaria fotografia di Cortez.

Il campo attori, infine, è impeccabile. L'eccellente lavoro di Welles alla regia e la bravura degli interpreti permettono il raggiungimento di un livello complessivo davvero alto: tutti bravissimi, da Cotten alla Costello, passando da una giovanissima Anne Baxter a un convincente Tim Holt. La ciliegina sulla torta, però, la regala la Moorehead che, a mio modo di vedere, risulta semplicemente fantastica: basterebbe solo la scena nella pensione in compagnia del nipote per farsi un'idea.

Il finale accomodante e quasi in contrasto con i toni austeri e duri della pellicola è un ulteriore zampino della produzione; non sfigura comunque, ma risulta un filo stridente.

8 risposte al commento
Ultima risposta 12/05/2015 18.15.20
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Dick  @  30/10/2014 21:21:35
   8½ / 10
Nonostante la riduzione e un finale raffazzonato, è un bel film che sa ben riflettere sull' animo umano, sul progresso e sui tempi che cambiano con dei personaggi proprio ben caratterizzati

ZanoDenis  @  05/02/2014 03:05:35
   9 / 10
Finalmente sono riuscito a reperirlo.
Che dire, Welles a mio parere a livello visivo è il miglior regista di sempre.
Pianosenquenza, inquadrature dal basso, profondità di campo, tutto perfetto.
Peccato per i tagli drastici della produzione, potrebbero veramente aver abortito un capolavoro, e se ne risente parecchio a livello narrativo, certe scene sembrano troppo affrettate, si sente durante il film che manca qualcosa, peccato, veramente un peccato.

Goldust  @  03/05/2013 16:21:32
   9 / 10
Secondo film di Welles e secondo capolavoro, purtroppo mutilato più che ridotto dall'insipienza dei capoccia Rko. Difficile pensare che il lavoro originale si sarebbe potuto appaiare a quell'incredibile gioello chiamato Citizen Kane, eppure anche così, nella sua stringata versione da 88 minuti, L'Orgoglio degli Amberson mantiene una potenza visiva e un'intelligenza scenica senza eguali.
Ovviamente la prima parte è molto più efficace, e man mano che ci si avvicina all'accomodante finale voluto dalla Direzione i riferimenti al tempo ed allo spazio, fin lì puntuali, si smarriscono un pò.
Celebri i titoli di coda, letti ( dallo stesso regista ) invece che scritti.

Lory_noir  @  04/11/2012 16:02:45
   5 / 10
Non mi ha colpito, bravura degli attori a parte.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  02/06/2011 16:40:35
   8 / 10
Un gran bel film, che con l'andare dei minuti peggiora sempre, fino ad un finale assolutamente indegno. Poi ho scoperto che la produzione l'aveva macellato! Tratto da un premiato romanzo che, probabilmente, doveva molto alla vita di Welles stesso, non avrebbe potuto avere un regista migliore di lui. Resta comunque un intensa pellicola sull'amarezza dell'orgoglio e del tempo che passa.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  26/03/2011 12:28:13
   8½ / 10
Ieri ho finalmente avuto modo di vedere quello che è uno dei film più famosi ed acclamati del regista: L'orgoglio degli Amberson.
In tutta sincerità la visione è stata un po' rovinata dal rammarico di aver visto una versione troppo modificata: l'ora e 28 della versione attuale(tra l'altro la mia versione era di ben 5 minuti in meno!) sarebbe infatti soltanto un pallido ricordo della versione pensata e realizzata da Welles, che dovrebbe durare 40 minuti in più.
Un'altra volta che ho visto un film nella versione non integrale - ma stavolta senza saperlo - è stato quando ho visto "Duello a Berlino" nell'ignominiosa versione italiana.
Detto in tutta sincerità il film, pur essendomi piaciuto abbastanza, risentiva molto dei tagli adoperati: sarà perché sono partito col preconcetto che stavo vedendo una versione "minor", ma a tratti ho avuto davvero l'impressione che mancasse la forza espressiva a determinate scene. E questa carenza l'ho interpretata come un chiaro risultato di questi tagli adoperati, che stemperano la potenza del racconto.
Ad ogni modo, giudicando la versione di 1 h e 23 che ho visto, devo dire che l'ho trovata sicuramente molto buona, però mi è difficile pensare ad un capolavoro. Il problema è che io di tecnica cinematografica non ne capisco moltissimo, quindi non posso che ribadire quel che tutti sanno circa l'uso innovativo del piano-sequenza(stratagemma visivo adoperato con esiti rivoluzionari anche in "Citizen Kane") e quindi il mio giudizio dell'opera è doppiamente incompleto.
Tuttavia, al di là del fatto che si tratta di un film molto bello, credo che - causa gli eccessivi tagli - alcune scene abbiano perso d'intensità(e anche i salti temporali alle volte mi sono sembrati troppo bruschi)e che questo film non sia certo ai livelli di altri dello stesso Welles, come "A touch of Evil" o "Citizen Kane".
Per quanto riguarda Joseph Cotten, devo dire che è un attore che mi ha sempre colpito moltissimo e il suo ruolo nel "Terzo Uomo" di Reed l'ha confermato come uno dei miei attori preferiti(forse anche per simpatia). In questo film se la cava benissimo, ovviamente.
La trama del film è essenzialmente quella di una saga familiare e vi si possono riscontrare, in maniera comunque molto meno "filosofica", alcune delle tematiche centrali del pensiero di Welles, come il potere negato, impersonato non più da un titanico Welles, ma da un orgoglioso giovanotto, capace di rinunciare alla propria felicità(e non solo)per il nome della sua famiglia, per il suo onore.
Chiaramente questo potere è negato, è spazzato via dalle sabbie dei tempi, dal sopravvento di mezzi di locomozione, il trionfo del progresso.
Lo splendore degli Amberson è dunque destinato alla corruzione del tempo, non regge ai colpi del progresso, è segnato dall'inizio(con la voce-commento di Welles)come un segno del passato. "L'orgoglio degli Amberson", attraverso la saga familiare, narra allora della fine di un'epoca cui soltanto al denaro e al progresso è data la possibilità di permanere.
Si tratta entro certi limiti di un film meno "nichilista" del precedente "Citizen Kane" e sicuramente molto meno incentrato sul titanismo: gli Amberson, in principio temuti e rispettati da tutti, indeboliranno progressivamente, fino a lasciare il solo giovane protagonista.
Se in "Citizen Kane" l'ossessione del magnate verso Rosebud era segnata dalla volontà di ritornare all'incorruzione dell'infanzia, al tempo dell'innocenza("sarei stato un grande uomo se non fossi stato così ricco") - inevitabilmente destinata allo scacco dalla morte stessa del protagonista -, negli Amberson Welles immerge totalmente lo spettatore in un'epoca di decadenza, che non è più quella semplicemente individuale, ma diviene segno di una generazione stessa con tutte le proprie illusioni, come dirà il giovane protagonista "di essere qualcuno". E infatti anche il destino dello stesso protagonista sarà tragico, nel senso che si vedrà costretto a piegarsi dinanzi al progresso: andate tutte le illusioni di cui era rimasto il solo portatore, non gli resta che cercare un lavoro, scendere cioè a compromessi con la società che aveva tanto disprezzato.
"Perché lavorare?" si chiede il protagonista. Questa sua domanda nasconde allora la sua volontà di emanciparsi dal sociale, da un ruolo che lo strumentalizzi. Ma questa sua illusione, come dicevo, è destinata a scontrarsi violentemente con la realtà dei fatti.
Sembra quasi un don Chisciotte costretto a combattere la propria guerra contro il tempo, impossibilitato a scendere a compromessi fino alla fine: tutti, compresi il personaggio interpretato da Cotten, con l'avanzare dell'età hanno infatti visto il fallimento delle proprie illusioni, dettate forse da un furore giovanile.
In un certo senso lui e la madre - anch'essa ultimo lascito dell'orgoglio della decadente casata degli Amberson - restano un po' gli unici residui di una civiltà morente. La stessa madre si è trovata a rinunciare al proprio amore per il personaggio di Cotten in due occasioni: quando, da giovane, facendole la corte da ubriaco, inciampò nello strumento che suonava; e - e questa è la decisione più importante - decidendo per orgoglio di non voler tornare fino alla fine per non mostrare al figlio la propria debolezza.
Credo che un po' queste siano le tematiche di questo bellissimo film che purtroppo è andato in buona parte perso. Il finale ho cercato di non spoilerarlo anche perché credo che la versione finale l'abbia inevitabilmente modificato per renderlo più "commerciale"(ecco che Welles non si sbagliava sull'economia ). Tuttavia credo che queste siano state grossomodo le intenzioni di Welles che purtroppo non è riuscito a creare un film "pienamente suo", senza tagli, né modifiche.
Ma resta indubbiamente un film che ogni appassionato del cinema dovrebbe vedere, se non altro per rendersi conto degli abomini compiuti in ogni epoca(Greed, anyone? )da produttori stupidi e incapaci di comprendere cosa realmente sia l'Arte.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/01/2011 22:46:47
   8 / 10
Capolavoro assoluto? C'é un'alta probabilità che lo fosse, nella sua versione completa almeno. Questo film è l'inizio delle disgrazie produttive di Welles: manipolato, deturpato di oltre 40 minuti irrimediabilmente perduti. Ciononostante la maestria di Welles si respira in ogni sequenza, in questo grande ritratto di una società che stava subendo profondi mutamenti e troppo veloci per la famiglia Amberson. Il tono è quello tipico della grande tragedia shakespiriana ed é un peccato per quel finale consolatorio, sicuramente non voluto dal regista, così posticcio. Il fascino della pellicola comunque rimane immutato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  28/05/2010 16:43:13
   7½ / 10
Il secondo film di Welles è da molti ritenuto un capolavoro ma forse per l'aspettativa che avevo dopo il meraviglioso Citizen Kane ero sicuro di vedere qualcosa di più entusiasmante.
Anche per questo sono rimasto un pò deluso.
C'è da dire subito che il film colpisce per le inquadrature e la maestria del regista ma anche che è impossibile pensare a L'orgoglio degli Amberson senza tenere conto dell'ennesimo stupro compiuto ai danni di un potenziale capolavoro assoluto: minuti e minuti di scene tagliate (43 minuti),finale stravolto e buonista che infatti stona con tutto il resto, sono cose che quasi rovinano le intenzioni di Welles che pure si vedono.
La sua è una storia sull'orgoglio di una classe sociale e sul loro non saper stare al passo con i tempi che cambiano (bellissima la scena iniziale che mostra l'evolversi del vestiario).
Le storie e gli errori sono destinati a ripetersi nel tempo a causa di un orgoglio assurdo e ottuso,ma purtroppo il finale vero non lo sapremmo mai. Con ogni probabilità sarebbe stato qualcosa di più tragico e consono ai toni di tutto il film,sta di fatto che come per altri capolavori mancati chi ha compiuto la "strage" su questo secondo lavoro di Welles meriterebbe la prigione.

pinhead88  @  09/05/2010 03:41:21
   5 / 10
Elegante nella parte tecnica,stile classico e stranamente raffinato e un'ottima fotografia.tuttavia non è tra i più "importanti" e memorabili di Welles,tenendo conto anche che è tratto da un romanzo.

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Ultima risposta 18/08/2010 04.39.43
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BlackNight90  @  08/05/2010 17:01:29
   8½ / 10
Viene da chiedersi se abbia senso valutare un film così amputato, più di una quarantina di minuti tagliati via come da una falciatrice dalla stupida casa di produzione (stessa cosa successa a Tod Browning, altro genio maledetto), e per di più rinnegato dallo stesso Welles.
Eppure per Quarto potere aveva avuto libertà assoluta: forse lo sgarro fatto a Hearst era troppo grande per essere tollerato.
Ma la regia di Welles si vede tutta, e forse questo è il suo film più 'bello' da vedere dal punto di vista estetico: una regia spettacolare e teatrale, piena di bei piani-sequenza, profondità di campo e inquadrature dal basso per trasmettere l' inferiorità nei confronti degli Amberson, un senso del cinema, come ebbe a dire Fellini, 'barocco e avvolgente' in cui la scenografia è fondamentale.
Il ritratto che fa Welles di questa famiglia è potente ed affascinante. Siamo nell'epoca di passaggio dal cavallo all'automobile, dall'aristocrazia terriera alla borghesia industriale: nelle epoche di passaggio, di transizione, gli uomini danno il meglio o il peggio di sè, in questo caso è la Vanità, intesa nell'accezione dei due termini, a trionfare sui sentimenti umani che finiscono calpestati, l'orgoglio e la superbia che distruggono la vita stessa.
Welles crea un quadro umano e sociale degno di un Flaubert o Balzac, ma credo che il film non sia un capolavoro al pari della genialità di Quarto potere, Touch of evil o Il processo, forse è troppo lineare e a volte un po' prolisso.
Il finale lo penalizza perché quella redenzione quasi cristiana è forzatissima, anche perché Welles non voleva fare nessuna lezione morale, probabilmente in tempo di guerra la gente aveva bisogno di conforto e fiducia nei cambiamenti. Peccato che così l'intento artistico di Welles vada a farsi benedire.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  07/02/2010 14:08:56
   9½ / 10
Gioie e dolori di un famiglia americana. Veramente ottimo e chissà com’era la versione originale. Prima parte frizzante e dinamica, seconda più profonda, riflessiva e drammatica. Un affresco familiare appassionato e appassionante. L’unico piccolo neo il finale, un po’ melò, che stride con la cruda rappresentazione del declino della famiglia Amberson caratterizzante la seconda metà del film.
Comunque, a mio parere, grandissimo.

MidnightMikko  @  21/01/2010 15:12:16
   10 / 10
Ingiustamente stagliuzzato dagli "studios", Welles sforna un capolavoro che regge assolutamente il confronto con la sua opera precedente. Un ritratto perfetto di una famiglia ricca sull'orlo dell'incombente tragedia. Eccellente sotto tutti gli aspetti.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/11/2009 16:30:53
   9 / 10
Ottimo film del grande Orson Welles.
Vorrei avere per le mani i criminali che hanno falciato questa opera che nonostante tutto rimane grandiosa. Welles a differenza di Quarto Potere, si limita a stare dietro la macchina da presa ma il suo stile è inconfondibile, sopratutto nei suoi memorabili pieni sequenza.
Ottima sceneggiatura, ottimo cast e ottima fotografia.
E' palese che il finale non c'entra nulla col film, è stato piazzato lì da quei barboni della RKO per rendere la pellicola più commerciabile.
Un film che un amante di cinema non può non vedere.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  15/11/2009 20:51:21
   8½ / 10
Una indimenticabile pagina di storia del cinema, non solo a livello di linguaggio cinematografico, comunque di straordinario spessore, ma anche per quel che concerne la cronaca: in fase di montaggio la produzione tagliò metri e metri di pellicola nella possibilità di renderlo più fruibile alla massa, rovinando irrimediabilmente un capolavoro e pregiudicandone il giudizio. Nonostante tutto, il genio di Welles è presente in ogni inquadratura, la saga famigliare risulta struggente e particolarmente emozionante, le interpretazioni sono fuori dall'ordinario (memorabile la zia di Agnes Moorehead) e la modernità dell'insieme mette i brividi. Una visione imprescindibile.

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2 risposte al commento
Ultima risposta 18/08/2010 10.45.15
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Nutless  @  01/08/2009 10:50:28
   9 / 10
E' un peccato dover commentare il film così com'è e non quello che avrebbe potuto (e dovuto) essere. Comunque, nonostante l'intervento della RKO, "The magnificent Amberson" resta, per buona parte, un saggio delle eccelse capacità di un regista fuori dal comune; magnifica la fotografia di Cortez.
Gli Amberson sono lo stereotipo di una certa America che non sa adattarsi ai tempi che cambiano e che cresce i propri figli nella culla dell'autocelebrazione togliendo loro la capacità di essere "moderni".
I titoli di coda letti allo spettatore dalla voce di Welles sono la ciliegina su una torta purtroppo smangiucchiata.

Sepultura  @  11/05/2009 23:56:52
   9½ / 10
Peccato per le mutilazioni indecenti e il finale non di Welles...poteva essere un altro Quarto Potere....

Neu!  @  23/03/2009 00:01:57
   9½ / 10
fantastico. l'immenso Welles ci regala un altro capolavoro, sicuramente inferiore per sagacia narrativa e per invettiva a Quarto Potere, ma davvero bellissimo; sotto tutti i punti di vista. chi l'ha tagliato ("con una falciatrice") meriterebbe di essere punito allo stesso modo (sulla propria pelle). il finale è evidente che non c'entra un ***** con film, e che è solo un operazione balorda e commericiale. ma è bello anche con il finale così banale; anzi forse proprio perchè è così banale (al contrario del resto) che sembra di tutt'altro film, quindi quasi non sia ha la percezione di una modifica, ma di un aggiunta. però i 30 minuti tagliati avrei voluto vederli. mannaggia all'RKO. immenso Welles, invece.

xxxgabryxxx0840  @  08/12/2008 13:29:41
   9 / 10
Immensa trasposizione di Orson Welles del libro di Boot Tarkington. Solo una spietata e scellerata censura lo fa posizionare poco al di sotto di "Citizen Kane", che altrimenti avrebbe potuto almeno eguagliare.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  02/12/2008 16:53:38
   9 / 10
Malgrado tutto un capolavoro

Invia una mail all'autore del commento wega  @  10/07/2008 17:23:02
   10 / 10
Il periodo a cavallo tra l'800 e il '900 è terreno fertile per girare un capolavoruccio.
Orson Welles, per il cinema, è stato come il Barocco, quindi la libertà d'espressione, per la storia dell'arte. Se "Quarto potere" è fondamentale anche perchè ha dato voce definitivamente all'importanza di un unico autore al vaglio di qualsiasi operazione all'interno di una produzione, "L' orgoglio degli Amberson" ne è la conferma: un finale roseo, non voluto, probabilmente toglie qualcosa al film, ma non toglie nulla alla drammaturgia e al senso drammatico circa la pellicola in sè.
Analizzando la sceneggiatura da un'altro punto di vista, nonostante il titolo, forse il protagonista nonchè motore di tutta la vicenda, è Mr. Morgan. Interpretato dall'amico di Welles, Joseph Cotten, è il personaggio che ha dato il via ad uno sviluppo territoriale che "si espanse tanto in altezza quanto in larghezza"; gli Amberson sono il contorno, ed il simbolo di una società impaurita ed incapace di adattarsi ai nuovi cambiamenti. Un'attentissima analisi storico-culturale, credo l'unica di Welles, trattando sempre, successivamente, drammi con un preciso personaggio. Un film che è l'opposto del suo precedente, di "morte da capitalismo" certamente, ma in questo caso di una morte subita in modo passivo, al contrario di Foster Kane appunto. Tecnicamente si può parlare di un'altro saggio di regia, credo sia il Barocco migliore di Welles alla macchina da presa, un uso incredibilmente perfetto del grandangolare, un mostro, Cortez, come fotografo, fanno di questo film, congetture messe da parte (mi contraddico ma nessuno potrà mai realmente sapere com'era veramente il risultato finale), un capolavoro indimenticabile.

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/07/2008 22.33.25
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  04/01/2008 15:53:25
   9 / 10
Ahhh...vedere un film di Orson Welles è come respirare aria incontaminata di montagna, è liberatorio, meraviglioso, emozionante, un aria che apre i polmoni come un regista strepitoso che ti apre gli occhi sul cinema, sulla vita, sull'Umanità...
L'orgoglio degli Amberson insieme a Quarto Potere è la rappresentazione di un interesse piuttosto palese di Welles di analizzare la profondità fatta in sostanza di Niente della nobiltà all'inizi del secolo, certo Quarto Potere sarebbe in questo caso tangente perchè Kane non è un nobile, ma pensate a come si era ridotto con tutti quei soldi, quindi il nesso ci sta.
Stupende quindi sono le imagini iniziali quando Welles descrive le mode e gli usi del fine ottocento e poi alla fine descrive il cambiamento delle città in favore dell'imprenditoria borghese; una dicotomia dolorosa resa perfettamente dal trapasso di una famiglia grandiosa, ma fatta di Nulla come gli Amberson. Il finale è quello che è, ma sono incline a godermi il film per come ci è arrivato (Se dovessimo stare a disperarci per tutti i rimaneggiamenti dei testi greci e latini, saremmo un popolo di piagnoni) e non mi è neanche dispiaciuto. Bravi gli attori e fantastica la regia, soprattutto negli interni della casa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  31/12/2007 14:36:43
   8½ / 10
Lo odiavano tutti, ma nessuno riusciva a sostituirlo in mezzo alla comunità


una grande personalità che vive un gradino sopra tutti ma che impara presto durante la sua giovane vita sfortunata a cambiare atteggiamento verso gli altri...

applausi a welles


peccato che il film sia stato stuprato dalla produzione

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  28/10/2007 14:19:20
   10 / 10
Un potente affresco barocco sulla gloria e sulla successiva decadenza di una famiglia americana.

Ch.Chaplin  @  26/10/2007 00:47:05
   8 / 10
tra i primi quattro film di welles è sicuramente il meno bello..se xò si contano (ma come si può quantificare) i tagli fatti dalla RKO in post-produzione probabilmente diventerebbe davvero interessante come Citizen Kane..ma purtroppo la versione finita di cui disponiamo è questa. mutilata, ma questa. si vedono i tocchi del genio (anche se sicuramente meno evidenti che nell'esordio), ma tutto sommato mi è sembrato un film classico

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/09/2007 01:22:10
   10 / 10
Non mi resta da dire molto su questo film, visto che ci vorrebbero pagine per riempire un intero libro di deliri e tentativi di spiegazioni (sarei didascalico, come direbbe qualcuno qui "ben in vista").
C'è soltanto lo scempio abnorme perpetuato da Hollywood ai danni di un film semplicemente meraviglioso e che, nella versione originale, avrebbe potuto se non superare almeno elevare l'immaginario collettivo cinematografico allo stesso livello di "Quarto Potere".
Se non c'è riuscito per queste irritanti ragioni, è altrettanto vero che non ha nulla da invidiare all'esordio ispirato al magnate della stampa (quale e chi si sa), ed è un finissimo, crudele, memorabile affresco familiare.
Strepitoso un leggendario piano-sequenza (almeno quello è stato strappato ai tagli dello scellerato censore di turno) di cui si è ricordato De Palma per il suo controverso "Black Dalhia".
Irresistibile la parodia (con una sequenza riprodotta e la stessa interprete, Anne Baxter) involontaria creata ad hoc da Jerry Lewis in un suo film del 1965.

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Ultima risposta 04/01/2008 23.02.26
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  02/07/2006 18:39:19
   6½ / 10
purtroppo non mi ha colpito come ai miei predecessori...non mi è sembrato un film di grande livello soprattutto a paragone con altri grandi capolavori di welles...un film che risulta migliore nella prima parte...poi si trasforma in un film troppo sentimentale a cui si vede,manca qualcosa...

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Ultima risposta 04/01/2008 15.44.04
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Nimue  @  19/05/2005 20:55:59
   10 / 10
L'Orgoglio degli Amberson avrebbe sicuramente ottenuto un grande successo e meritava certamente un Oscar, come doveva accadere per Quarto Potere, se non avessero boicottato il lavoro di Welles.
Voto 10 perchè Orson Welles se lo merita, ma il film che oggigiorno siamo costretti a vedere è una versione squartata del magnifico lavoro di Welles e si può ben capire, Lui non avrebbe mai pensato a quel finale e le ultime scene con lo sfondo fuori fuoco, non sono sicuramente lui.
Ma è un film eccezionale e Mr Welles si merita tutti gli applausi!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  05/05/2005 20:22:39
   10 / 10
Secondo capolavoro di Orson Welles, l'anno dopo "Citizen kane". Questa amarissima saga familiare, interpretata tra gli altri dall'amico attore di Welles, Joseph Cotten, è diventata famosa sopratutto per i tagli che furono imposti in fase di montaggio niente poco di meno che da Robert Wise (molto criticato successivamente da Welles) e anche da Mark Robson, entrambi futuri registi di successo.
Rimane conunque un capolavoro inimitabile, che mette davvero i brivi per quanto è all'avanguardia. Chissà com'era la versione originale.....

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Ultima risposta 18/08/2010 04.48.16
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