Alcuni abitanti di Metropolis, aiutati da un misterioso fanciullo, combattono il malvagio Fratello della Notte che vuole trasformare tutti in umanoidi.
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Pellicola di fantascienza italiana che scopiazza in modo alquanto spudorato "Star Wars",dalla trama ingenuotta che spesso precipita nel ridicolo involontario. E dire che il budget non doveva essere neanche tanto limitato,visto che troviamo un cast internazionale ed un comparto tecnico affidato a nomi celebri del cinema italiano, Castellari come aiuto regista,Margheriti agli effetti speciali ( che fa un buon lavoro tutto sommato),De Rossi al make-up e Morricone alla colonna sonora ( una delle peggiori della sua sterminata carriera). Qualche risata certe situazioni ridicole la strappano ma in generale ci si annoia tanto.
Fantascienza italiana di fine anni settanta avente lo scopo di raggranellare qualche spicciolo al botteghino e lo fa nella maniera più ovvia, cioè copia/incolla Guerre stellari. In parte negli sviluppi della storia (specialmente tutta la parte finale) ma soprattutto nella parte visiva: ambientazioni, scenografie e costumi, tutto deve ricordare Guerre stellari. La sceneggiatura già scadente di suo, si dimostra schizofrenica con un inizio violento per poi gradualmente finire in una favoletta infantile soprattutto per la presenza del bambino con un nome da navigatore satellitare che si rivela la novecentocinquantaseiesima reincarnazione del Dalai Lama. In fondo gli attori in un simile obbrobrio sono i meno colpevoli.
Non ci credo che non ci sia stato ancora qualcuno a commentare questa perla di postGuerrestellarismo italico!!!!! Il film si definisce da solo già nel momento in cui sappiamo che tutta la vicenda ruota intorno al misterioso Kappatron (aha h... ma che ca**o di nome è?? Immagino il tempo che ci hanno perso in sceneggiatura...) e che il cattivo si chiama Lord Graal.... tale Lord Graal praticamente è Darth Vader con una parte facciale della maschera meno elaborata, virato più verso il Kendo/samurai. Non può mancare, chiaramente, l'immancabile robottino simpatico: in questo caso a forma di cane, ma non simile quello di "Battaglie nella galassia" bensì (ancora!!) a "tonto" del telefilm giapponese "Guerre fra galassie". A lui sono demandate le parti esilaranti (!) della pellicola. Il film ha un tono molto infantile, ma non raggiunge gli abissi di abominio dei film di Alfonso Brescia ("Battaglie negli spazi stellari" o "La guerra dei robot"). Nonostante vi lavori il fior fiore dell'artigianato italiano dell' epoca (Giannetto De Rossi, Enzo G. Castellari, Antonio Margheriti) il tutto è ad alto tasso di mediocrità. Il fiore all'occhiello è la colonna sonora. Come "Scontri Stellari oltre la terza dimensione" riuscì, non si sa come, ad accalappiare John Barry (peraltro colonna sonora non malvagia!), per il film di Lado abbiamo nientepopodimenoche Ennio Morricone!!! Il tema dei titoli di testa è trishtissimo, una specie di marcetta (che verrà ripresa e leggermente variata in "bianco rosso e verdone"... tanto per far capire il tenore).... i titoli di testa sono ovviamente tipo star wars, ovvero che scorrono perdendosi nelle profondità dello spazio, ma fatti male, vedere per credere. Al cocktail si aggiungono Richard Kiel (lo squalo di 007, all'epoca abbastanza in auge) e un paio di bellezze come Barbara Bach (pure lei reduce da relativamente poco da 007) e Corinne Clery. Imperdibile, insomma.