macbeth regia di Roman Polanski Gran Bretagna 1971
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macbeth (1971)

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locandina del film MACBETH

Titolo Originale: MACBETH

RegiaRoman Polanski

InterpretiFrancesca Annis, Nicholas Selby, Terence Bayley, John Stride, Jon Finch, Martin Shaw

Durata: h 2.20
NazionalitàGran Bretagna 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1971

•  Altri film di Roman Polanski

Trama del film Macbeth

Nella Scozia dell'anno Mille Macbeth prende il posto del sovrano legittimo dopo averlo assassinato. Deve uccidere i testimoni del delitto e poi figli e amici di quanti ha ucciso prima finché viene ucciso lui stesso. Con l'aiuto di Kenneth Tynan, R. Polanski ha avuto due belle intuizioni nella trasposizione di Shakespeare: fare di Macbeth e sua moglie una coppia di giovani mediocri, quasi piccoloborghesi; capire che i re di Scozia erano dei butteri e vivevano in rustici casolari.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (18 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su Macbeth, 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Boromir  @  15/01/2022 01:18:50
   8½ / 10
Shakespeare pervaso dallo spettro di Charles Manson. La rievocazione di un medioevo trucido e sanguinolento come mezzo per esorcizzare dolore e rabbia. Ancora più che Gimme Shelter, forse il film che meglio fotografa la fine del sogno sessantottino e di Woodstock, azzeccato nei toni plumbei e nei props decadenti.

Spotify  @  31/08/2019 06:09:39
   7 / 10
--- PRESENTI SPOILER ---

Roman Polanski ci fornisce la sua versione del Macbeth, celebre opera di Shakespeare. Questo film, come risaputo, è particolare per il regista polacco-francese, per due motivi: il primo perché la pellicola arriva dopo il brutale omicidio della moglie del director, il secondo (che è strettamente collegato al primo) perché il Macbeth di Polanski, è un film violento, crudele, sanguinolento.
Polanski, segnato profondamente da quanto accaduto alla moglie, riversa dunque il suo dolore, la sua collera, il suo disprezzo verso il genere umano in questo film, inspirato da un opera letteraria epica, drammatica e cupa. Polanski riporta fedelmente questi caratteri sullo schermo, accentuandoli ancora di più.
La trama, ambientata nella Scozia medievale, vede protagonista il nobile uomo Macbeth. A capo della Scozia, c'è Re Duncan, il quale vuole bene a Macbeth quasi come se fosse un figlio, arrivando a consegnargli moltissime onorificenze. Macbeth però, è bramoso di potere e, sollecitato anche da una profezia riferitagli da tre streghe, inizia a meditare di uccidere il re, al fine di diventare lui stesso re di Scozia.
Come detto, questa pellicola è cruda, a tratti si può riscontrare perfino qualche venatura horror. Innanzitutto, Polanski fa un ritratto di quello che fu il medioevo, ovvero un'era buia, fredda, brutale, dove gli uomini spesso, si comportavano peggio delle bestie. Un'epoca spietata, dove la morte era all'ordine del giorno e i tradimenti, di ogni natura, si perpetravano a non finire. Polanski sottolinea poi, come a quei tempi, il sovrannaturale fosse temutissimo dalla gente. Ciò, si può evincere dalla presenza delle streghe, le quali hanno un ruolo fondamentale nel film, e dai dialoghi spessoa carattere ultraterreno.
La figura di Macbeth, è caratterizzata benissimo dal regista: attraverso lui, Polanski ritrae la vera natura dell'uomo, ovvero cinico, infame, violento, narcisista. Una raffigurazione davvero pessimistica, ai limiti del nichilismo, senza speranza di redenzione. Secondo Polanski, l'essere umano è una creatura immonda, disposta a tutto per raggiungere i suoi scopi. Il director però ci dice che l'uomo (in questo caso, quello prettamente medievale) è anche un essere stupido, in quanto si lascia abbindolare da promesse fattegli da figure di dubbia natura (come appunto fanno le streghe con Macbeth). Con ciò Polanski, ricollegandosi anche alla figura dell'uomo contemporaneo, ci dice che basta poco all'essere umano per farsi influenzare da chiunque.
Macbeth, è pure un personaggio tormentato, in quanto ha spesso visioni e pensieri terribili che riguardano i crimini da lui commessi. Tutto questo, porta ad un lento decadimento psicologico del protagonista, il quale inizia a diventare sempre più paranoico, sospettoso di chiunque e alla fine anche rassegnato al proprio destino. Polanski raffigura tutto ciò con minuzia, ritraendo il declino mentale del re in maniera metodica, passo passo, una lenta discesa nell'oblio della propria mente.
Anche la moglie di Macbeth, descritta benissimo pure lei, subisce un po' lo stesso procedimento mentale del marito, seppur la donna subisce conseguenze ancora più devastanti. Polanski ci presenta Lady Machbeth coma una donna meschina, subdola, tentatrice, dunque molto simile al consorte. Però lei è al contempo fragile, influenzabile a sua volta e finirà con il non reggere tutta la pressione, i segreti e le bugie raccontate.
A livello d'atmosfera, è stato fatto un grandissimo lavoro: l'ambiente medievale è stato ricreato perfettamente, si respira un'aria freddissima, cupa, complice anche un clima uggioso. Non si percepisce mai un minimo di rilassamento, è tutto decadente.
Fotografia e scenografia contribuiscono alla riuscita di quanto detto: la prima è caratterizzata da toni blu-grigiastri, quasi a sottolineare il pessimismo che permea la pellicola, la seconda è costituita da grandi distese di desolate colline e sporadici castelli, che ben rappresentano un ipotetico immaginario del medioevo.
Scene di violenza ben fatte, molto realistiche. Alcune sono ai limiti dello splatter, tanto da, come detto in precedenza, richiamare il cinema horror (che tra l'altro nei primissimi anni 70 ancora non aveva raggiunto livelli elevati di gore). Su tutte, la sequenza della strage al castello di "Macduff", davvero disturbante, anche per uno spettatore più saldo.
Belli i costumi, i quali fanno la loro parte nella riuscita del clima medievale.
Colonna sonora minimale, non molto presente, ma ben utilizzata nelle dovute situazioni.
Cast eccellente: Jon Finch bravissimo, interpreta Macbeth con classe, carattere e grinta. E l'attore al tempo aveva giusto 30 anni. Impeccabile nel rappresentare il decadimento del re, perseguitato continuamente dai fantasmi di chi è stato ucciso per mano sua. Ad esempio, Finch eccelle nella sequenza del banchetto dove ha la visione del cadavere di "Banquo". Espressioni ottime e brillante la recitazione dei dialoghi.
Stesso discorso per Francesca Annis, il cui personaggio ha una psicologia molto simile a quella di Macbeth. Di lei, colpiscono molto le espressioni, sottolineate dagli occhi costantemente sgranati, quasi da pazza. Davvero una gran prova per l'attrice, giovanissima anche lei.
La sceneggiatura è salda, facendo dei dialoghi il suo punto di forza. Come detto, è salda si, ma anche un po' priva di sussulti significativi. Per larghi tratti, tutta la narrazione rallenta vistosamente, creando anche qualche situazione ripetitiva. Ci sono delle fiammate, ma si alternano troppo con fasi di stallo. Insomma, se non fosse stato per Polanski (che è ha scritto parte dello screenplay), il quale dietro la macchina da presa è fenomenale, il film sarebbe diventato una solfa interminabile.
Poi, è vero che i dialoghi sorreggono gran parte delle sceneggiatura, ma è anche vero che gli stessi a volte si perdono un po' su loro stessi. Il tipo di linguaggio è arcaico, quindi è più forbito, però a tratti pare soltanto un puro esercizio di stile e null'altro.
Poi, un altro elemento che non mi porta a dare un voto più alto, è una cosa personale, ossia i costumi. Malgrado abbia anche elogiato gli abiti di scena, giudicandoli ben realizzati, io non sono mai stato amante dei film in costume, e "Macbeth" di Polanski non ha fatto eccezione. Sarà pure una mia limitazione, però non ci posso far nulla.


Conclusione: un film significativo nella carriera di Polanski, seppur magari non è una delle sue opere più conosciute. Cruento, duro e pessimista, un'opera che rappresenta il lato più buio dell'uomo. Non è un capolavoro, è una pellicola che ha i suoi limiti e non è per tutti, però è un film che ha un certo fascino e una visione la vale.

Neurotico  @  24/02/2016 18:45:34
   7½ / 10
Non me la sento di premiare con un voto eccelso questo film polanskiano. Vive di fiammate meravigliose, visionarie, opprimenti e claustrofobiche ma i dialoghi enfatici e la lentezza del ritmo hanno ostacolato a più riprese la visione.
Inevitabile la mia eccitazione estatica nelle sequenze che portano il marchio di fabbrica del regista polacco, ovvero le scene oniriche in cui con un sapiente e geniale lavoro registico il grande Roman mette in scena l'ossessione dei rimorsi e del senso di colpa di MacBeth. Inquietanti le mostruose streghe e i loro sabba malefici.
Crudo e sanguinario.

marcogiannelli  @  24/09/2014 17:41:57
   6 / 10
Polanski nel post mortem della moglie dà vita ad un opera cruda e dallo scarno contenuto stilistico..la sufficienza se la prende, ma anche se il film può rispecchiare il regista, qui Roman ci ha ficcato dentro la Tate e Manson come se non ci fosse un domani
si è ripreso fortunatamente da sto pessimismo

Larry Filmaiolo  @  18/10/2012 21:24:13
   7½ / 10
Per Polanski, l'uomo così come figura nel Macbeth non è altro che un animale. Una bestia che cerca inutilmente di imporsi sul Caso e sulle altre bestie, e di lui si fanno beffe forze sovrannaturali. Da tutto questo può scaturire solo il male, e il male...non ha mai fine.
Brutale.

PignaSystem  @  22/07/2011 22:38:46
   7½ / 10
Quella di Macbeth è una Scozia rurale, grigia e dolente; e proprio il dolore è il vero protagonista di questo lavoro, egregiamente tratto da Shakespeare senza particolari sbavature o 'protagonismi' in sceneggiatura (Polanski e Tynan). Il regista è fresco vedovo ed il trauma dell'assassinio della Tate (e del figlio in arrivo) viene così combattuto mettendo in scena un'opera in cui la sofferenza, la violenza, il sangue sono al centro della scena dall'inizio alla fine, per una morale che parla chiaro alla coscienza di qualsiasi uomo: quale che sia la tua avventura sulla Terra, c'è un destino che parla per te. Nessuna sventura può essere evitata, il fato è irremovibile e tutto ciò che conviene fare è rassegnarsi. Film prodotto con buona disponibilità di mezzi e della durata non amichevole (quasi due ore e mezza), ma dalla costruzione narrativa solida e infatti, come si anticipava in apertura, ben aderente al testo d'origine.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  02/06/2011 16:48:20
   8 / 10
La fimografia di Roman Polanski dall'esordio negli anni '60 fino a Tess contiene soltanto film di grandissimo valore,mai un passo falso (vabbé,Che non è un gran film però si può salvare); cosa incredibile nella carriera di un regista. Poi ci fu la pausa degli anni '80 ripresa stancamente con Pirati,continuata con l'alternanza di bei progetti a volte sottovalutati e non capiti (La morte e la fanciulla,La Nona porta) ad altri di grandissimo valore da considerarsi tra i suoi migliori (Luna di Fiele,il Pianista,anche l'ultimo sottovalutatissimo Ghostwriter). Ma c'è forse un film all'interno della sua fimografia che ha diviso un pò tutti alla sua uscita e che ancora oggi è difficile inquadrare perfettamente,ed è questo Macbeth.
La più bella trasposizione rimane Il Trono di Sangue dell'imperatore Kurosawa e su questo poco c'è da ridire; Welles ovviamente non si può dimenticare ma in un'ideale classifica inserirei Polanski in mezzo al giapponese e all'americano (di Welles non ho amato l'eccessiva stilizzazione teatrale).

Non è un'opera completamente riuscita questa di Polanski e ciò si nota subito: le parti parlate da teatro in contrasto con la cruda rappresentazione spesso non sortiscono gli effetti sperati ma la trasposizione è rigorosa anche se,caso unico nella produzione del polacco,a tratti piena di alcuni eccessi che poi raramente si vedranno nei successivi lavori. Si parla di eccessi di violenza e crudeltà che lasciano straniti; mi spiego meglio: ovviamente il cinema di Polanski è basato sulle ossessioni,la crudeltà e anche su una violenza psicologica dilaniante ma in un certo modo quasi elegante (e malato) il regista riesce nelle sue altre pellicole a centellinare questo,a volte mostrandolo con crudezza e altre volte solo suggerendolo. Nel suo Macbeth la violenza esplode a volte in una maniera incontrollabile e che non sembra essenziale in virtù di ciò che si racconta,basterebbero le atmosfere cupe e nerissime,le trame fitte di omicidi e di bramosia di potere,anche gli incubi e i mostri generati dalle tre streghe. Invece no,stupri e omicidi ci vengono spiattellati davanti con ostentata crudezza quasi a voler dire "ecco,ora siete contenti?".
Impossibile non ricercare i semi di questa violenza nella tragedia di Sharon Tate e Macbeth è il film successivo alla morte del regista. Lo choc personale si è riversato tutto nella tragedia Shakespiriana,impossibile non notarlo.
Sotto molteplici punti di vista Macbeth è quindi il film più personale ed estremo di Polanski anche perché il meno contenuto nella sua eccessività improvvisa e il più ostentatamente violento.
Spiazzante anche il finale ciclico,ancora una volta di grande crudezza e che ripropone il tema prediletto del polacco: un male destinato a ripetersi e non finire mai. Come nella vita di Polanski,qui più che mai trasportata sul grande schermo attraverso le sue ossessioni senza filtro.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  22/01/2011 10:48:31
   6½ / 10
Non è secondo me un film ben riuscito. L'aspetto più bello è l'ambientazione e le riprese in esterni. Soprattutto le immagini iniziali sono di una bellezza e di una suggestione senza pari.
Il grosso difetto del film è però la mancata amalgama fra spettacolo, realismo e testo di Shakespeare, nonché una recitazione decisamente scadente da parte degli attori.
I precedenti di Macbeth sul grande schermo sono quelli di Orson Welles (molto istrionico ed espressionista) e quello di Kurosawa (infedele nel testo ma fedelissimo nello spirito e nella riproduzione emotivo-visiva), tutti basati sulla forzatura dei canoni tradizionali del cinema verso una resa molto teatrale.
Polanski cerca invece di restare fedele ai canoni classici del cinema e tiene spesso la mdp in campo medio o lungo e tratta la vicenda come una comune storia narrativa. Allo stesso tempo vuole però preservare il testo di Shakespeare. Le due cose cozzano fra di loro e il risultato è a dir poco estraniante. Ad esempio viene usata moltissimo una voce recitante in sottofondo che riproduce in versi i pensieri del protagonista. Quando recitano ad alta voce sembrano distaccati dall'ambiente esteriore, non interagiscono, proprio perché quello che dicono non ha niente a che vedere con la situazione così come viene visivamente rappresentata. Gli attori stessi sembrano estranei al personaggio che interpretano e a volte danno l'impressione di recitare un testo, piuttosto che vivere e sentire una vicenda. Non viene adeguatamente spiegato ed espresso il lato malefico e umano così drammatico nel testo di Shakespeare. Qui è risolto in maniera sbrigativa e superficiale.
A parte qualche breve scena forte, il resto è recitato in maniera così poco drammatica che rende lo spettatore distaccato e poco coinvolto. Tanto che anche i sogni e le visioni hanno una strana rappresentazione realistica e prosaica. Niente a che vedere con l'onirico stravolgente di "Repulsion" e "Rosemary's Baby". C'è posto pure per un duello finale di genere cappa e spada.
A peggiorare le cose ci si mette anche un'obbrobrioso doppiaggio italiano. Occorre ASSOLUTAMENTE vedere questo film in lingua originale.
Il tocco di Polanski lo si vede in qualche rara scena in cui la mdp segue come un personaggio vero le vicende (il grande pregio di "Il coltello nell'acqua") e soprattutto nel finale, in cui si lascia intravedere un ripetersi del ciclo malefico, invece che una risoluzione (come in "Non mordermi sul collo" e "Rosemary's Baby").

3 risposte al commento
Ultima risposta 01/02/2011 12.19.37
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dobel  @  06/04/2010 09:25:36
   9 / 10
L'opera con cui Polanski tornò al lavoro nel 1971 dopo la tragedia di Bel Air è una delle più cupe tragedie del Bardo inglese. 'Macbeth' rappresenta la brama di potere, l'ambizione sfrenata e la cecità di fronte ad un destino che non può che essere sanguinoso. Una tragedia trasposta sullo schermo in modi e tempi differenti con almeno due punti di riferimento imprescindibili: Welles e Kursawa. Allo stesso modo è punto di riferimento fondamentale l'opera verdiana (uno dei capolavori del melodramma romantico ed una lettura Shakespeariana di profondità abissale). Polanski in qualche modo rielabora e sublima la propria tragica esperienza in un film a suo modo straordinario. Siamo di fronte ad un lavoro di pura regia (non essendo gli interpreti all'altezza di quelli sfoggiati nei due precedenti sopra menzionati), nel quale gli attori si inseriscono in modo funzionale alla visione d'insieme di Polanski. Debbo dire che, al pari di 'Tess', è uno dei film del maestro polacco che mi hanno maggiormente soddisfatto. L'universo di Polanski è infestato di spettri, ombre e inquietudini: i suoi film non sono mai pacificatori o accomodanti; una produzione discontinua è legata dal filo rosso dei dèmoni interiori. 'Macbeth' si presta in maniera eccezionale ad una visione poetica nella quale il demoniaco si sposa al 'troppo umano'; così la visione registica viene declinata in un ambiente di gelido squallore, su spiagge umide e fredde, in una campagna irlandese dove la vegetazione non è rigogliosa e ricca bensì scarna e grigia. I nobili e i regnanti vivono in austeri castelli in mezzo a porci e galline; Macbeth e Lady Macbeth sono due giovani ambiziosi pronti a tutto; le streghe sono delle vecchie uscite da un quadro fiammingo. Una regia, a mio parere, grandissima, che si avvale di una splendida fotografia e di un sapiente utilizzo di musiche folkloristiche di derivazione medievale. Un ritorno alla regia di grande profilo, di grande eleganza, e grande profondità. Rispetto a Welles e a Kurosawa siamo di fronte ad un film che non può vantare altrettanti grandi interpreti, ma sicuramente una regia di pari valore.
Non si tratta, come qualche commentatore ha insinuato, di tratti di novità nella lettura polanskiana (supportata dalla consulenza critico-letterara di Kenneth Tynan), bensì di una trasposizione classica magnifica e di straordinaria unità stilistica.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  25/05/2009 00:26:58
   7½ / 10
Una buona rivisitazione quella di Polansky della tragedia shakespiriana, non all'altezza di quella di Kurosawa o Welles, ma comunque eccellente nel saper creaare un'atmosfera particolarmente tetra della vicenda, in aggiunta ad una violenza molto esplicita, quasi a sottolineare l'epoca barbara della vicenda. Poco convincente e comunque relegata più in disparte di quanto mi aspettassi Lady Macbeth.

Invia una mail all'autore del commento Project Pat  @  14/08/2008 23:53:03
   10 / 10
Bellissimo, fratelli. Capolavoro del grande Roman Polanski, a cui ho dato 10 in buona parte per la sua atmosfera, la quale non trovo parole per descrivere...sensazionale a dir poco. Ho avuto la fortuna di vederlo a scuola con la nostra prof di inglese.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  21/01/2008 14:39:33
   7½ / 10
Buona traduzione cinematografica di una fra le più belle tragedie di tutti i tempi.
Polanski dimostra di aver colto perfettamente le ambientazioni di una Scozia in crisi e di una politica corrotta e superstiziosa. Ottima l'atmosfera cupa e quasi impalpabile che pervade l'intero film.
Non la migliore trasposizione cinematografica del "Macbeth" di Shakespeare, ma sicuramente un buon film che vale la pena vedere.

Lory_noir  @  13/10/2007 14:58:49
   7 / 10
Sicuramente da vedere. Cmq Polasky tende a descrivere di più l'orrore fisico che quello psicologico rispetto alla tragedia secondo me, e questo sec me da un tocco meno interessante al film che resta comunque una buonissima realizzazzione.

Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  21/07/2007 14:40:00
   10 / 10
Macbeth:

" Stelle nascondete i vostri fuochi!

La luce non veda i miei tenebrosi e profondi desideri…"

stieve86  @  25/03/2006 14:51:04
   9½ / 10
Non perde quasi niente rispetto al plot originale. Tanto shakespeare e poco polanski. Ho trovato la scenografia molto "teatrale", mi sembrava di essere sul palco di un teatro

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  15/04/2005 20:52:18
   8 / 10
Il miglior Macbeth escludendo la rivisitazione di Kurosawa. Assolutamente da vedere. Inizio coi titoli di testa originalissimo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 15/04/2005 20.53.24
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wight  @  24/10/2004 23:14:49
   10 / 10
Un film che sa rendere il fascino dei grandi classici attraverso la ricostruzione di tempi lontani e parlando di valori universali.

dragonfly  @  20/10/2004 14:33:23
   7 / 10
Buona rivisitazione del Macbeth, con qualche tocco polanskiano e il finale ambiguo, che spiega la storia dell'arrivo di Fleance al trono. Fair is faul and faul is fair.

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