m. butterfly regia di David Cronenberg Canada, USA 1993
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m. butterfly (1993)

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locandina del film M. BUTTERFLY

Titolo Originale: M. BUTTERFLY

RegiaDavid Cronenberg

InterpretiJeremy Irons, John Lone, Barbara Sukowa, Ian Richardson

Durata: h 1.50
NazionalitàCanada, USA 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1993

•  Altri film di David Cronenberg

Trama del film M. butterfly

Siamo nel 1964. René Gallimard, diplomatico francese in Cina, si innamora di Song, una diva dell'Opera di Pechino, che ne approfitta per carpirgli segreti militari. Rispedito in Francia, la incontra di nuovo e, credendo di salvare il figlio che si convince di aver avuto da lei, le passa documenti top secret...

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Voto Visitatori:   8,19 / 10 (42 voti)8,19Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su M. butterfly, 42 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  09/10/2011 11:09:29
   9 / 10
Uno dei film di Cronenberg da me più amati.
Si può dire dia inizio a una seconda fase della sua carriera, in cui, a parte "Existenz" che fa il verso (con più modesti risultati) a "Videodrome", le trame diventano più classiche, e in cui, cominciando a sganciarsi dal legame al genere fantastico (in cui aveva già dato tutto), l'autore approfondisce i suoi temi prediletti agganciandoli esplicitamente alla psiche.

Il fascino di "M Butterfly", con la sua ipnotica colonna musicale, promana dallo scarto tra la trama melò di un amore estremo sin dall'inizio oggetto d'inganno, da un lato, e l'evidenza del macroscopico errore di Gallimard, che anche allo spettatore che non conoscesse la trama sarebbe quasi subito evidente. Questo scarto è determinante per "congelare" il film e impedire un coinvolgimento emotivo che non è quanto cerca Cronenberg (regista sempre molto cerebrale): ma insieme sospende una vertigine sul personaggio di Gallimard, cui veniamo posti in una prossimità tale da comprenderne i sentimenti. Al punto che egli ci apparire distinto, e in certa misura "più avanti", rispetto al mediocre ambiente che lo circonda all'ambasciata. La sua fine sarà segnata, coerentemente, dalla più totale solitudine di colui che ha compreso sulla sua pelle e a proprie spese una verità che ai più resta ignota.

Ma ciò per cui amo particolarmente "M Butterfly" è il suo essere una ammaliante allegoria di come tutte le nostre certezze possano essere illusione. Il film suggerisce che potremmo tutti essere dei Gallimard, più "fortunati" di lui solamente perché non saremmo costretti, un giorno, a fronteggiare l'inanità di ciò che eravamo convinti costituisse la verità cui avevamo dedicato tutta la nostra vita.
La distanza fra civiltà appare incolmabile come quella fra gli individui. Il sogno romantico di annullare questa distanza è intessuto di convincimenti errati ed ingenui, così come errato ed ingenuo è il libretto rosso di Mao in mano agli studenti del maggio francese nel '68, impugnato proprio mentre in Cina Mao mandava ai lavori forzati artisti ed intellettuali.

La sessualità gioca un ruolo fondamentale nella poetica di Cronenberg, ed è straordinario come, qui, il madornale equivoco stia a sottolineare in modo difficilmente più grande quanto la sessualità sia una questione di psiche.

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Ultima risposta 10/10/2011 10.29.40
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  07/10/2011 23:04:28
   9½ / 10
Una delle vette più alte nel cinema di Cronenberg e momento di passaggio verso le grandi opere della maturità artistica.
"M. Butterfly", oltre ad essere uno dei melodrammi più struggenti e straordinari della storia, rappresenta anche la metamorfosi più estrema nella filmografia del regista: "Ho amato un illusione. Sono un uomo che ha amato una donna creata da un uomo" dice Gallimard alla 'sua' Liling Song, ammettendo un'idealizzazione amorosa fondata sulla sua iniziale misoginia occidentale e costretta a scontrarsi con la fugacità del reale e con l'inganno della finzione.
Impossibile non essere travolti da una sceneggiatura tanto meravigliosa, da una ricostruzione scenica tanto raffinata e dall'eccezionale prova dei due protagonisti (Irons e Lone da applausi, impressionanti, sensazionali). Il finale è tra le cose emotivamente più forti che io abbia mai vissuto, splendidamente straziante, Puccini ne sarebbe fiero.
Generalmente snobbato (secondo me per via di un colpo di scena tanto atteso quanto ininfluente rispetto alla grandezza psicologica di tutto il resto), merita in realtà un posto d'onore nella cinematografia del regista e degli anni '90.

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Ultima risposta 10/10/2011 11.38.42
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Bartebly  @  09/08/2011 22:14:11
   10 / 10
Un Cronenberg meravigliosamente poetico e immancabilmente complesso. Finale da antologia. C'è tutto Cronenberg in questo film, è c'è tutto nonostante non vi siano elementi stilisticamente crononberghiani, o apparentemente cronenberghiani, e qui infatti risiedi la sua grandezza. In questa sua evoluzione-maturità che non tradisce le sue e le nostre ossessioni.

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Ultima risposta 09/08/2011 22.15.38
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Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  17/09/2010 23:53:19
   9½ / 10
Quasi perfetto. Un film impressionante che racconta una storia incredibile e che mostra come la realtà possa venir piegata, distorta e distrutta dai sentimenti e dalla debolezza. E con questo intendo anche la realtà della propria identità (vedi l'epilogo). Un Cronenberg che, di nuovo, ci mostra come il mondo non sia alla portata dell'uomo.
Ispirato a una storia vera, è però tratto dall'opera teatrale.

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Ultima risposta 08/04/2012 10.34.39
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  15/05/2010 22:51:17
   9 / 10
Film che gioca con quei luoghi comuni occidentali spesso associati ad un mondo, quello orientale, che molto, troppo spesso si ha la presunzione di comprendere a pieno. Ed è così che Gallimard, in una sorta di pena del contrappasso, perderà la propria identità nell'estremo atto di deformare la realtà che lo circonda.

"Nonostante tutto, sei ancora la mia Butterfly..."

Bellissimo.

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Ultima risposta 28/05/2010 11.39.31
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BrundleFly  @  03/12/2009 09:40:52
   7 / 10
Il film che ha meno di Cronenberg in assoluto. Non ho letto il libro quindi non so quanto il regista sia stato fedele. Resta il fatto che il film offre sì un'ottima interpretazione degli attori, bellissime ambientazioni, le bellissime musiche di Howard Shore e una storia accattivante e che, in un certo senso,riesce a prenderti; ma secondo me è stata portata avanti male e con un sacco di situazioni inverosimili.


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Ultima risposta 05/01/2010 21.29.15
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  25/07/2009 17:32:18
   9 / 10
Cronenberg al 100mila%, personalmente, già che mi sto appassionando alla cultura orientale, vedere questo film è stata una vera cuccagna. "M. Butterfly" è forse la pellicola che mostra in anticipo la maturazione artistica del nuovo millennio cronenberghiano, senza tralasciare le vecchie tematiche. Impossibile non pensare alla Mosca del decennio precedente. Il rapporto Uomo/Donna, l' amore irrazionale, la funzione decisiva di un figlio, e soprattutto la trasformazione del corpo, reale o irreale che sia, l' Irons è, in perfetto stile del regista, vittima delle proprie illusioni e ossessioni. Ma non è il regista, è lo spettatore che si avvicina e prova, con la propria esperienza, quello che l' arte di Cronenberg cerca di dire dagli anni '70. Altro che attori fuori parte, stilisticamente così così; siamo di fronte a un capolavoro fotografico, ad una interpretazione di John Lone straordinaria (non sapevo nulla del dramma da cui è tratto il film, e ho avuto dubbi - o forse ho voluto averli - fino alla fine, oh così!), e ad un grandissimo Jeremy Irons, davvero bravissimo nelle piccole cose. Banale citarla, oramai, ma l' ultima sequenza vale almeno la visione del film anche da parte di chi ha la puzza sotto il naso per quest' opera magnifica.

2 risposte al commento
Ultima risposta 09/08/2011 22.08.24
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carriebess  @  22/07/2009 18:53:04
   2½ / 10
orribile.
non ha niente di cronenberg.

3 risposte al commento
Ultima risposta 26/09/2009 19.08.12
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bulldog  @  16/07/2009 00:12:10
   3 / 10
Il peggior Cronenberg,attori pessimi.

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Ultima risposta 05/06/2010 17.03.14
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  27/05/2007 02:09:19
   9 / 10
Che dire, grande film. Il duo Cronenberg - Irons ancora una volta si ripete in un'opera veramente splendida.
A tratti delicata, proprio come lo è la cultura orientale, a tratti violenta, feroce e fosca, come spesso sa essere Cronenberg.

La cultura orientale è rappresentata in tutto il suo fascino, in tutto il suo essere enigmatica e difficilmente completamente comprensibile da un occidentale. Un film che spazza via i preconcetti e gli stereotipi classici della cultura cinese, il cui contrasto con quella occidentale è espresso con forza.
La grande muraglia come non solo elemento di divisione ma come fusione, come elemento di contiguità tra due colture, unione possibile solo una volta sgombrati dal pregiudizio.

Ma ad un tratto Cronenberg ci induce a ritenere che tutto è falso. Falsa l'amicizia, falso l'amore, falso il desiderio di uscire da quel guscio che è la nostra cultura, falso è il desiderio di fondersi con un'altra realtà, l'unico desiderio è l'egoistico tentativo di indurre il tutto a qualcosa che conosciamo, una realtà che c'è il più possibile vicina.
L'unica cosa vera è la disperazione, il dolore, l'angoscia: è qui che Cronenberg emerge. La falsità dell'amore e la realtà del dolore.
Ma le sequenze finali ci mostrano il reale pensiero del regista: l'amore non è falsità perchè diventa vero nel momento stesso della nostra sofferenza. Non possiamo soffrire per qualcosa d'irreale, e il dolore dovuto all'amore dimostra la sua esistenza.

Un film molto ben realizzato, sia a livello di regia che scenografie. Colpisce il climax ascendente della trama sempre più coinvolgente e torbida fino al magnifico finale. La prova di Ions è ottima, vermente bravo anzi bravissimo. Intensa la sua interpretazione
Le musiche sono stupende.

3 risposte al commento
Ultima risposta 01/02/2008 23.26.29
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