Justine e Michael stanno per sposarsi, il ricevimento si terrà nella casa della sorella di Justine, ma proprio in quei giorni un evento catastrofico minaccia la terra ed i suoi abitanti...
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Il cinema di Von Trier lo si può anche odiare, ma non lo si può ignorare. Si può non condividere, ma non restare indifferenti. Anche se questa sua ultima opera mi ha convinto meno del precedente capolavoro, non posso che consigliarne la visione. È come se Feuerbach avesse scritto un film. La paura dell'ignoto, la debolezza umana nei confronti del sovrumano, sono i temi meglio sviscerati. Non voglio dilungarmi perché la recensione accuratissima fatta dall'amico Cagliostro è davvero ricca di spunti e rende onore al film. Aggiungo solo ciò che non mi ha convinto a fondo: la voglia del regista all'esagerazione in alcuni momenti. È come se dicesse: io posso fare tutto, ma se in Antichrist erano esagerazioni genuine, qui suonano come forzature. Lo splendido inizio alla Festen (con richiami al surrealismo e a Resnais) svela troppo presto i suoi misteri e la "follia" di Justine è troppo acerba e convenzionale. La seconda parte del film, invece, coglie nel segno, fino allo splendido finale in cui Justine demolisce anche l'ultima menzogna della sorella. Ultima nota: un plauso gigantesco alla Dunst, straordinaria immedesimazione nel corpo modellato dalla luce di Von Trier.