Roma. Un serial killer che depreda le prostitute mette gli occhi su Diana. Mentre la insegue, provoca un incidente d'auto in cui perde la vista e causa la morte della famiglia di Chin, un bambino di 10 anni. Nonostante la sua cecità, Diane decide di accogliere il ragazzo. Ma l'assassino è ancora a piede libero...
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Bel film, ci sono tutti gli ingredienti che mi hanno sempre fatto amare il cinema del grande Dario, e sono ben dosati. Un film amaro, ben girato, da vedere. Tra gli ultimissimi del Maestro è probabilmente il più bello.
Il Nostro Dario Argento torna dopo dieci anni a dirigere un thriller. Dracula 3D era infatti datato 2012 e Occhiali Neri, film neanche troppo pubblicizzato, è l'ultimo lavoro che senza ombra di dubbio si sapeva avrebbe fatto rinnovare l'opinione pubblica sul fatto che per Dario "è ora di andare in pensione"... Che posso dire, io onestamente ho visto questo film molto volentieri, e nonostante tutti i difetti registici mi sento di premiare anche quest'ultima "fatica" del Nostro. Innanzitutto i primi trenta minuti sono la parte migliore del film: si sviluppa bene, desta interesse la protagonista che deve imparare a convivere con la cecità, ed è molto tenera la relazione che si va a creare con lei e il bambino. Palese l'auto-omaggio al Gatto a 9 code e inoltre: la scena dell'incidente è fatta benissimo e la prima uccisione anche. Dopo questa mezz'ora purtroppo cala il palco. Il trash è preponderante nei dialoghi, nella già citata scena dei serpenti e nel poco sforzo sulla sceneggiatura. Altro problema che non mi spiego è perché Dario ogni volta non esige di più dagli attori? Ma non si accorge che recitano male? Forse dovrebbe farsi più autoritario. Però non so come ma Dario riesce sempre a creare questa atmosfera malata, accattivante in ogni suo film... forse la buona musica e l'opprimente fotografia aiutano. Mi sono divertito come vedere un film trash anni '70. Sapendo a cosa andavo incontro, non voglio bocciarlo.
Bellissimo. Teso e tenero. Il personaggio della Pastorelli le calza a pennello, e mi ha toccato. Una solitudine infinita. Ce n'è da dire su questo film. Non è perfetto, ma chi se ne frega, c'è così tanto di riuscito: atmosfera, personaggi, ritmo, tensione, fotografia e regia mi sono piaciuti moltissimo. Le motivazioni dell'assassino non importano, il male è il male, il male è nel mondo ed è spesso banale. Tutta l'attenzione qui è sulle vittime, con un approccio inedito per Argento. A mio parere un film che non va giudicato in base a quel che ci aspetta da un giallo, perché è un'altra cosa. Cosa non secondaria: Asia Argento non riesce a rovinare le scene in cui è presente. Sono contentissimo, migliore Argento da Nonhosonno.