Pugile siculo fallito che lavora in Alaska va a Chicago, s'innamora di bella nevrotica che non sa come levarselo di torno. Si ribellerà con la dinamite.
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Il mito del sogno americano che si sgretola bellamente, anche e sopratutto nei rapporti interpersonali tra persone fondamentalmente sole e disilluse. Buona prova di Mastr0ianni, affascinante e disinibita la Hutton, il resto del cast fa il suo diretto bene da Scola. Non ha una narrazione fluidissima ma, complessivamente, si riesce a seguire senza fatica, anche se non possiede un così grande appeal da meritare appausi a scena aperta.
Il film mi è piaciuto molto, con una regia piena di brio e simpatia (i ralenty), un Mastroianni in forma (ad un passo dal patetico), un ambiente credibile e una bella Hutton.
L'American dream, mi sa, ha più lati negativi che altro.
Scola alza il tiro e all'aumentare dell'ambizione la qualità non è direttamente proporzionale, gli USA dipinti con un occhio un po provinciale e troppo cinico per essere davvero indicativa: antimorale, corrotta, consumistica e ignorante a cui l'italiano medio richiama solo pizza, pasta e mandolino.. e Modugno, esattamente il riflesso di supponenza che l'italiano proiettò a contatto col popolo del terzo mondo nel suo 'Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?'. Mastroianni ne esce indenne, come ho già menzionato in 'Dramma della gelosia' persino in opere opache come 'Lo Straniero' riesce a conferire al personaggio vittima di quella depressione solitaria malinconica da pesce fuor d'acqua alla quale il film può aggrapparsi alla presenza di una diegesi narrativa troppo sincopata per prendere quota.