red rooms regia di Pascal Plante Canada 2023
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red rooms (2023)

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locandina del film RED ROOMS

Titolo Originale: LES CHAMBRES ROUGES

RegiaPascal Plante

InterpretiJuliette Gariépy, Laurie Babin, Maxwell McCabe-Lokos, Charlotte Aubin, Guy Thauvette

Durata: h 1.58
NazionalitàCanada 2023
Generethriller
Al cinema nel Gennaio 2024

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Trama del film Red rooms

Il giorno che Kelly-Anne stava aspettando è finalmente arrivato: inizia il processo a Ludovic Chevalier, accusato del brutale omicidio di tre minorenni. A differenza della maggior parte delle persone, Kelly-Anne è affascinata dall'uomo, ha sviluppato una malsana ossessione per lui e partecipa a ogni singola udienza nella speranza che Chevalier le lanci quantomeno un'occhiata fugace. Tuttavia, il confine tra realtà e fantasia inizia a sfumare, fino al punto in cui Kelly-Anne smette di essere una semplice osservatrice passiva.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (4 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su Red rooms, 4 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

topsecret  @  30/08/2024 14:19:58
   7½ / 10
Nonostante qualche forzatura il film è estremamente lucido nel perseguire il suo scopo, cioè descrivere l'ossessione di una donna (o due) per uno spietato serial killer. Un soggetto verosimile, dato che in più occasioni si sono documentati eventi di questo tipo, dove delle donne idolatrano degli assassini (e qualcuna se li sposa pure) a discapito di ogni logica.
In RED ROOMS niente è lasciato al caso: impossibile empatizzare con la protagonista, dato che l'unico sentimento che si può provare nei suoi confronti è la totale avversione. E in questo, oltre a dare i meriti al regista, va dato atto alla Gariépy di aver offerto una performance intensa e credibile, utile ad assemblare le caratteristiche del suo personaggio, evidentemente disturbato e apparentemente freddo e calcolatore.
La storia coinvolge, la narrazione procede senza troppe soste, il cast e la regia, come già accennato, danno il loro meglio e la lettura che viene fuori dalle pieghe del racconto è un riuscito mix di sensazioni ed emozioni contrastanti. Non so dire se la scelta di non mostrare nulla, o quasi, sul versante gore sia stata utile o meno ma, complessivamente, il film di Pascal Plante raggiunge pienamente il suo scopo.
Unico neo, il doverlo seguire con i sottotitoli.

EddieVedder70  @  21/07/2024 23:35:48
   8½ / 10
Ogni tanto ... il cinema riesce ancora a sorprendermi ed ecco che mi ritrovo un film da "Guardaroba del Buio" (il riferimento al famoso blog è voluto). Un film poco conosciuto e poco reclamizzato, ancor meno distribuito, nonostante la sua vittoria al Tohorror 2023, ma capace di intrigare, di turbare, di portarti a "godere" della situazione. Si parte con un processo, con la "presentazione" del caso da parte della pubblica accusa e il regista in pochi minuti ha la piena attenzione dello spettatore. Ancor più si entra nel film, grazie alla protagonista di cui non si sa quasi nulla e di cui ti immagini tutto. Eppure Lei, la bella e bravissima Juliette Gariépy, non fa nulla per far empatizzare lo spettatore con il suo personaggio. I riferimenti dell'esordiente P.Plante sono sicuramente Fincher, ma anche il Refn di "The Neon Demon" (film da me non apprezzato, tra l'altro), ma c'è autonomia, c'è coraggio e scelte personali. Così il film è un viaggio perfettamente colorato (il rosso non è solo nel titolo), fotografato e scandito nei tempi grazie ad una regia virtuosa ma non invadente (c'è la denuncia, ma il film rimane sempre focolazzato sulla trama). E' un viaggio nell'apparire (in questo mi ha ricordato anche il bellissimo, ma altrettanto poco conosciuto "Sick of Myself"), nella ricerca di un senso nell'esistenza, un viaggio nel torbido (che sia tv, web o riflesso della società). Quasi un trattato critico della società, dove "Sei" solo se qualcuno ti "Vede". Ecco, ... in una delle scene più importanti c'è quel contatto visivo e difficilmente lo si può scordare. Sceneggiatura da thriller psicologico, tema da horror vero (snuff movie con ragazzine giovani bionde e belle come vittime) e regia estrosa ma sempre controllata e mai oltre misura. Protagonisti credibili e a fuoco, colonna sonora efficace e presente. Wow che bel film. Consigliatissimo. Che Plante sia il nuovo Cronemberg (anch'esso canadese)?.

stratoZ  @  03/04/2024 13:29:04
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Una splendida sorpresa, l'ho trovato uno dei migliori thriller che ho visto negli ultimi anni, questo piccolo gioiello canadese, ambientato in una Montreal quasi spettrale, narra la storia di Kelly-Anne, una modella che è totalmente affascinata dalla figura di Ludovic Chevalier, un presunto killer che in quel momento è a processo per l'omicidio di tre ragazzine, che sono state torturate, menomate e squartate con annesse riprese per poi vendere i video nel dark web.

Se in una prima parte il film sembra essere il classico legal movie, con le prime sequenze quasi tutte ambientate in tribunale, tra arringhe dell'accusa e della difesa, prove, proiezioni e via dicendo, nello sviluppo della narrazione il film cambia totalmente direzione e sembra non più concentrarsi sull'esito della sentenza quanto sull'ossessione di Kelly-Anne, che assieme a Clementine, altra ragazza conosciuta lì in tribunale e una sorta di groupie di Chevalier, scenderà sempre più a fondo nella questione, mostrando anche una certa ossessione morbosa per i contenuti violenti, creati da Chevalier, arrivando ad un radicato culto della personalità nei confronti del killer, che tramite anche ad una massiccia copertura mediatica, è diventato estremamente noto, generando nella popolazione sia oppositori ma anche appunto una community di fan che farà di tutto per arrivare ai suoi contenuti e, come nel caso di Kelly-Anne, a riuscire ad attirare anche per un momento la sua attenzione. La seconda parte è una discesa nella morbosa ossessione della protagonista, ad un certo punto anche lasciata sola, dopo che Clementine non ha più retto in seguito alla visione dei video snuff di Chevalier, che si dipana tra dark web, poker online, e una meccanica routine che sembra totalmente alienarla rispetto al mondo reale.
Interessante vedere pure come vi sia una sorta di desiderio nei confronti dell'oggetto proibito, in questo caso in formato digitale, che è il video mancante, quello della tortura e omicidio della terza ragazza - gli altri due erano già stati pubblicati ed erano disponibili praticamente in larga scala - video trattato come un'oggetto di collezionismo, che la protagonista farà di tutto per avere in una competitiva asta piena di utenti che cercheranno di accaparrarselo, spendendo pure parecchio, con questa ossessione crescente e una fissazione sempre più frequente verso la macabra opera di Chevalier.

La tensione è gestita molto bene, è più una tensione emotiva, che in alcuni punti mi ha anche causato qualche brividino per la tematica, il regista ci risparmia le immagini cruente, si concentra sulla psicologia, ci mostra soltanto il primo piano degli spettatori, da Kelly-Anne e il suo sguardo incuriosito quando lo guarda da sola a Clementine quasi in lacrime per il raccapricciante spettacolo, ci resta soltanto l'audio e una componente cromatica rossa che illumina il volto delle protagoniste, soltanto a suggerire la visione.
Ma vi è anche una forte critica ai media, come si vede nella scena in cui Clementine chiama al programma in diretta televisiva, con l'argomento di cronaca nera diventato un pretesto per il programma di intrattenimento in un salottino abbastanza indegno in cui la televisione e l'opinione pubblica si sostituisce al tribunale e indirettamente aumenta la morbosa curiosità degli spettatori nei confronti degli eventi e della figura del killer.

Splendido a livello visivo e registico, alterna sequenze nell'aula del tribunale, con la camera che fa dei bellissimi long take che vagano apparentemente senza meta mentre gli avvocati si pronunciano, così come la fredda rappresentazione della città, quasi sempre vista in notturna e la buia camera di Kelly-Anne in cui dominano soltanto, oltre che lo skyline della città, le luci degli schermi del computer muovendosi continuamente tra dark web e videopoker.

Plante dirige un gran thriller che, oltre a mantenere una forte tensione di fondo, riesce a tratteggiare molto bene le ossessioni e la morbosa curiosità umana verso il macabro, attualizzandola nell'era di internet e del dark web, personalmente è uno dei cyber thriller più belli che mi sia capitato di vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/01/2024 22:53:41
   8 / 10
Uno sguardo morbosamente affascinato da una vicenda processuale sull'omicidio di tre ragazze minorenni, orribilmente mutilate e filmate durante la loro esecuzione. Il materiale ricavato viene immesso nel dark web. Sembra un normale thriller processuale ma dopo pochi minuti ci accorgiamo che è qualcosa di più profondo. Non è la risoluzione del processo la cosa più importante, ma tutto ciò che ruota intorno ad esso e filtrato dallo sguardo e dalla graduale ossessione della sua protagonista. E' una ragazza bella, una modella, ha un bell'appartamento. Tuttavia di lei, del suo sguardo glaciale ed in fondo apatico indagheremo sul suo lato oscuro, fatto di dark web, red rooms e poker online. Il tutto nel contesto freddo ed asettico di Montreal, una città quasi irreale che sembra generata da un computer, quest'ultimo vero nostro tramite che ha preso il posto della televisione. Un film di sguardi ed immagini a cui manca l'immagine (ma non il suono) di quei video dove l'assassino fa a pezzi le sue vittime. Fino a dove si spinge la morbosità della protagonista che in fondo è la morbosità più o meno nascosta dello spettatore, complice ma anche artefice del dolore messo in pasto ai media. Un film agghiacciante nella freddezza e nel rigore della messa in scena.

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